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Decreto Semplificazioni: Aiutiamo famiglie e imprese a ripartire in un Paese più efficiente

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Senato in dichiarazione di voto sul Decreto Semplificazioni (video).

Dico subito che voteremo convintamente la fiducia sul Decreto Semplificazioni, un provvedimento che, com'è stato detto da diversi colleghi che mi hanno preceduto, pensiamo sia importante per il Paese.
È un decreto che qualifica l'azione di Governo e che ci consente di affrontare meglio la ripartenza dopo il Covid.
È un provvedimento che esce arricchito e migliorato dal confronto parlamentare, dal lavoro positivo della maggioranza e anche dal contributo dell’opposizione, a cui vorrei dire che non si può, da una parte, sbandierare l'approvazione di decine di propri emendamenti e poi però denunciare la presunta mancanza di volontà della maggioranza di aprirsi ai contributi dell'opposizione e di raccoglierli.
Abbiamo fatto un buon lavoro insieme, non è vergognoso riconoscerlo.
Voteremo la fiducia su un provvedimento davvero utile al Paese: si può dire e dovremmo dirlo tutti anche perché, al di là delle parole, della propaganda e delle volgarità - anche oggi ho sentito il senatore Salvini dire che questo Governo è criminale - al di là di tutto questo, al di là della propaganda dell'opposizione, se non fosse un provvedimento molto utile per il Paese, l’opposizione dovrebbe spiegarci perché ha proposto e ottenuto di prolungare di cinque mesi gli effetti di questo Decreto.
Questo provvedimento dimostra che è possibile velocizzare le opere, ridurre i tempi senza rinunciare alle regole, alla trasparenza e alla tutela del lavoro. Si possono ridurre i tempi e i vincoli burocratici senza sospendere il Codice Antimafia o il Codice degli Appalti, come avrebbe voluto qualcuno.
Dimostreremo ai teorici del baratto «più opere, se c'è meno legalità» che, invece, è possibile e giusto tenere insieme le cose. Sulla convinzione che si debbano ridurre i tempi e la burocrazia senza eliminare le tutele di legalità e le regole, il Governo e la maggioranza hanno costruito - io credo bene - questo provvedimento.
Questa è la cifra del Decreto: liberiamo risorse enormi per appaltare opere pubbliche e infrastrutture, accelerando le gare e non rinunciando alla trasparenza.
Inoltre, dopo gli emendamenti che abbiamo proposto e che sono stati approvati sulla pubblicazione dei bandi e sulla rotazione delle aziende per gli appalti sopra soglia, abbiamo ulteriormente migliorato l'aspetto della trasparenza.
Anche sull'edilizia - ne ha parlato la collega De Petris - non solo la norma, così com'è uscita dalla discussione di questi giorni, semplifica in modo significativo gli iter amministrativi e autorizzativi, ma lo fa senza togliere ai sindaci e agli amministratori le prerogative rispetto alle scelte urbanistiche.
Questo è un provvedimento che facilita la rigenerazione urbana e francamente non riesco a capire alcune polemiche di questi giorni.
Certo non può esaurire il tema e sicuramente abbiamo bisogno, anche in questa Camera, di prendere in mano al più presto una proposta di legge sulla rigenerazione urbana. Tuttavia, bisogna dire chiaramente che qui c'è già l'abbattimento e la ricostruzione di edifici esistenti che devono essere sostituiti, che viene considerata una semplice ristrutturazione e non come una nuova costruzione.
Sarà consentito intervenire sulle sagome e aumentare le volumetrie. Basterà, nella maggioranza dei casi, la semplice segnalazione di inizio attività.
Si potranno iniziare i lavori senza necessità di chiedere il permesso di costruire, essendo l'intervento di abbattimento e ricostruzione omologato a una ristrutturazione. Questa è la rigenerazione urbana.
Abbiamo anche fatto di più.
Con un emendamento presentato insieme al senatore Collina abbiamo consentito di poter realizzare - solo con la Scia e senza bisogno del permesso di costruire - anche nuove costruzioni di interesse pubblico: scuole, ospedali, edilizia sociale; tutto questo accelera.
E non è neppure vero che questo provvedimento blocca gli interventi nei centri storici. Per tali interventi continuerà a servire il permesso a costruire; certo, non potranno essere omologati a semplici ristrutturazioni, ma l'abbattimento e la ricostruzione restano possibili, anche modificando le sagome e le volumetrie, se coerenti con gli strumenti urbanistici comunali e regionali.
Sostenere che questo è un provvedimento che serve a impedire l'abbattimento e la ricostruzione di immobili obsoleti è sbagliato; per contro, sostenere che un provvedimento come questo deve anche servire a impedire l'abbattimento e la ricostruzione di immobili di pregio penso sia giusto.
Non è vero che è un blocco degli interventi; è semplicemente una scelta per salvaguardare un patrimonio culturale e storico di questo Paese.
In realtà, sulla materia edilizia c'è una semplificazione importante che può creare lavoro e migliorare le città, fatta con equilibrio, tenendo insieme necessità di fare presto, tutelando il patrimonio storico, culturale e di pregio.
C'è molto altro in questo decreto-legge che dovrebbe essere valorizzato. Mi limito a tre sottolineature perché i miei colleghi durante il dibattito hanno già affrontato molte questioni.
La prima riguarda la parte innovazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: è una parte importantissima del provvedimento che renderà concretamente la vita più semplice a famiglie e imprese, mettendo la Pubblica Amministrazione nelle condizioni di essere più vicina ai cittadini e di dare risposte più rapide a cittadini e imprese.
Il secondo elemento che voglio valorizzare è frutto del lavoro dei Gruppi e dell'interlocuzione con i Comuni. Mi riferisco agli emendamenti approvati sulla mobilità nelle città, che danno più strumenti per organizzare la mobilità evitando che il post-Covid, con le difficoltà di utilizzo del trasporto pubblico, ci faccia tornare indietro a un uso diffuso e prioritario dell'automobile, con le conseguenze devastanti che avrebbe su traffico e ambiente.
Infine, vorrei dire a chi l'ha sostenuto che non è stato abolito alcun reato.
Sull'abuso d'ufficio si è trovato - anche qui - un equilibrio migliore; c'è la necessità di dare maggiori certezze e tranquillità a chi si assume responsabilità nella Pubblica Amministrazione.
Sostenere che se non c'è dolo non può esserci colpa grave è giusto, così come lo è ritenere che, se una norma lascia spazi di discrezionalità, il reato eventualmente commesso non può essere l'abuso d'ufficio. Dall'altra parte, è giusto che diventi una responsabilità da sanzionare quella di chi non si assume la responsabilità fino in fondo di garantire tempi congrui ai procedimenti autorizzativi. Questo dice il provvedimento.
Concludo dicendo che voteremo convintamente la fiducia su un testo che - lo ripeto - è utile, importante, innovativo e concreto. È un decreto-legge che serve al Paese.
In generale, quando si fa politica, quando si sta in Parlamento, ci sono due strade da percorrere: o si sceglie di agitare i problemi per portare a casa qualche voto in più o si prova a risolverli, mettendo prima l'interesse del Paese.
Lo voglio dire a tutta la maggioranza: dobbiamo essere orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto, di aver scelto la seconda strada, quella della responsabilità e della consapevolezza che, oggi più che mai, il nostro dovere è aiutare famiglie e imprese a ripartire, in un Paese che funzioni meglio.
Il provvedimento in discussione serve a questo.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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