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L’Italia e la promozione dei diritti fondamentali delle donne

Scritto da Marina Sereni.

Marina SereniArticolo di Marina Sereni pubblicato da Affaritaliani.

In tutto il mondo la crisi del coronavirus ha colpito più duramente le donne ma ha anche dimostrato la loro grande forza e resilienza, a partire dal ruolo fondamentale che hanno rivestito in prima linea tra gli operatori sanitari e nei laboratori scientifici.
Tra gli effetti del lockdown si è registrato ovunque un drammatico aumento degli episodi di violenza domestica e abusi contro le donne. Non solo: con la chiusura delle scuole in molte famiglie l’educazione e la cura dei figli si è scaricata in modo particolare sulle madri e per molte di loro si sta rivelando difficile, se non impossibile, tornare al lavoro.
Inoltre, non è difficile prevedere che tra gli scoraggiati o tra quelle persone che, avendo lavori informali o precari, si ritroveranno disoccupate molte saranno di genere femminile. Dobbiamo sapere che, con la crisi causata dal Covid-19, esiste il chiaro rischio di assistere a un passo indietro nelle condizioni di vita delle donne e nella parità di genere.
A 25 anni dalla Dichiarazione di Pechino, da quella piattaforma “rivoluzionaria” su empowerment femminile e mainstreaming, non possiamo assolutamente accettare di registrare un regresso a livello globale delle condizioni di vita e del ruolo femminili.
Per questo la difesa e la promozione dei diritti fondamentali delle donne devono essere al centro di tutti gli sforzi per combattere il virus. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro, i servizi alle famiglie, la promozione dei ruoli di leadership femminile nell’economia e nella società devono essere priorità dei piani per la ripresa, da costruire con il pieno coinvolgimento delle donne nei processi decisionali. L’Italia è da tempo impegnata a prevenire la violenza e a promuovere i diritti delle donne. Intendiamo perciò sfruttare ogni opportunità, anche attraverso la nostra prossima presidenza del G20 nel 2021, per mantenere alta l’attenzione su questo tema, così come siamo impegnati su alcune emergenze globali come la sicurezza alimentare, la necessità di mantenere aperte le catene di approvvigionamento, la sostenibilità del debito.
Grazie alla tempestiva approvazione e applicazione della convenzione di Istanbul, il nostro Paese si è dotato da tempo del piano d’azione nazionale triennale contro la violenza. Inoltre, va ricordato che, dall’inizio della pandemia, le attività dei centri anti-violenza non sono mai state sospese e il numero verde per denunciare gli abusi è rimasto attivo 24 ore al giorno per poter garantire una valida e continua risposta alle richieste di aiuto e supporto alle vittime di violenza e stalking, anche attraverso la disponibilità di soluzioni abitative temporanee per evitare che le vittime dovessero continuare a convivere con i loro aggressori.
L’uscita dalla pandemia e dalle sue conseguenze economiche e sociali non sarà neutra. Non dovremo puntare a tornare “come eravamo prima”. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 per quanto riguarda l’eguaglianza di genere, l‘empowerment delle donne, la tutela della salute riproduttiva, la promozione dell’educazione per le ragazze sono oggi ancora più attuali.
Dovremo dunque avere l’ambizione di cogliere l’opportunità che la crisi ci offre per rilanciare e rinnovare il nostro impegno nella promozione dei diritti e dell’empowerment femminili. Tutto questo lavorando insieme come donne, a livello nazionale, regionale, globale. Ci sono competenze e leadership femminili, in Italia, in Europa e nel mondo, senza le quali la ripresa non sarà possibile. Coinvolgere queste energie, talenti e creatività è nell’interesse di tutti, per costruire un futuro migliore.

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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