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Emergenze del Servizio Sanitario lombardo

Scritto da Carlo Borghetti.

Articolo di Carlo Borghetti.

Nel Consiglio regionale di oggi, davanti all’assessore al Welfare Bertolaso (Fontana assente) ho presentato per conto del mio gruppo consiliare una mozione di indirizzo per salvare e rilanciare la SANITÀ PUBBLICA regionale a partire dalle emergenze delle lunghe LISTE D’ATTESA e della carenza di MEDICI DI FAMIGLIA.
Nel mio intervento (qui), dopo una breve ricostruzione dell’origine dei problemi della Sanità lombarda, ho fatto precise proposte come punto di partenza per un “Piano Medici di Famiglia” e un “Piano Liste d’Attesa” da costruire insieme per dare risposte strutturali ed efficaci, oltre la logica delle delibere a spizzichi e bocconi insufficienti di questi anni.
Risultato: voto favorevole di tutte le minoranze, contrari Bertolaso e la nuova maggioranza regionale di destra-centro. Le motivazioni?

Qui di seguito vi riporto il Comunicato del mio capogruppo Majorino e mio:
“Regione Lombardia scarica i cittadini, trincerandosi dietro la fama di eccellenza sanitaria italiana: se prima i lombardi che rinunciavano alle cure erano 1 su 20, ora siamo a 1 su 9. L’alternativa è pagare. Volevamo iniziare a correggere le storture lavorando insieme alla maggioranza anche per chiedere al Governo Meloni di invertire il trend sul definanziamento del servizio sanitario regionale, perché c’è bisogno di più risorse e più riforme per rendere il sistema socio sanitario lombardo meno discriminante. Ma il centrodestra ci ha sbattuto la porta in faccia”, lo ha detto Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, al termine della trattazione della mozione dem sulle emergenze della sanità lombarda, bocciata dalla maggioranza.
“L’assessore Bertolaso, rispondendoci, ha anche parlato di anarchia delle singole strutture sanitarie, e io sono molto d’accordo con lui perché manca una politica regionale forte e una volontà di riorganizzare il sistema, come abbiamo proposto nella nostra mozione -ha proseguito Majorino-. Soprattutto mi preoccupa la mancanza di un piano riguardante le Case di Comunità: siamo solo a metà del programma, rischiamo di perdere la grande occasione del Pnrr per responsabilità dirette, non c’è nessun tipo di organizzazione, non si affronta in nessun modo il tema del personale, anzi oggi si dà la responsabilità tutta a Roma e intanto Regione si gira dall’altra parte”.
Gli ha fatto eco Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd, primo firmatario della mozione: “La nostra intenzione è salvare e rilanciare la sanità pubblica in Lombardia, a partire dalle emergenze, cioè la carenza di medici di famiglia e le liste d’attesa. E abbiamo chiesto anche alla Giunta di attivarsi urgentemente con il Governo per scongiurare il definanziamento del servizio sanitario nazionale, come previsto dal Def 2023. Per questo, stamattina, in Consiglio regionale, abbiamo presentato la mozione d’indirizzo con alcune proposte specifiche per risolvere i temi che toccano da vicino i singoli cittadini. Ci siamo davvero stupiti che questa nuova Giunta non voglia pianificare gli obiettivi, i tempi, le risorse per risolvere dei problemi veri e pressanti come questi”.
Per i dem la bocciatura della mozione con la richiesta di rinviarla in Commissione Sanità, è stata una vera e propria “porta sbattuta in faccia alla minoranza, nonostante questa Giunta dica di voler tenere in maggiore considerazione il Consiglio rispetto al passato, invece nulla è cambiato -ha sottolineato Borghetti-. Noi abbiamo semplicemente chiesto di fare dei piani e Bertolaso sa perfettamente come si organizzano: servono innanzitutto delle risorse, vanno individuati dei passi da fare, delle verifiche durante il percorso. Se ne poteva discutere, potevamo continuare a dettagliarli insieme. Ad esempio: vogliamo rivedere gli ambiti carenti? Vogliamo mettere in rete i medici di base? Vogliamo dargli il supporto di un infermiere, di una segretaria? E per le liste d’attesa serve un’agenda unica dove il privato fa tutte le prestazioni, non solo quelle che decide di fare. Infine, ricordo che il Piano socio sanitario è scaduto da 9 anni, sono quasi due lustri che non abbiamo un indirizzo”.
Dunque, “una delusione la partenza di questa legislatura: noi abbiamo proposte sulle competenze della Regione. Loro preferiscono continuare a lasciar decidere la Giunta, navigare a vista, difendere gli assessori”, hanno concluso Borghetti e Majorino.

Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook

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