CITTÀ DEL VATICANO. Alla «Davos francescana» di Assisi il Pontefice propone un’alleanza con i ragazzi di tutto il mondo per modificare i modelli finanziari verso una sostenibilità ecologica e sociale, senza più basarli esclusivamente sul profitto. Poichè l’attuale «sistema mondiale è insostenibile». Il Papa parla di un «patto per cambiare insieme l’economia» nel videomessaggio a conclusione dei tre giorni di «The Economy of Francesco», il Forum internazionale di Assisi. «Niente scorciatoie - incoraggia il Pontefice - sporcatevi le mani. O siete coinvolti o la storia vi passerà sopra. È tempo di osare».

Iniziato giovedì 19 novembre, “The Economy of Francesco” ha avuto come protagonisti giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo: 2mila gli iscritti, da 120 Paesi. Si sono «incontrati» in diretta streaming sul portale francescoeconomy.org. Assisi ha ospitato la «regia» dell'evento con collegamenti in diretta dai luoghi storici francescani e relazioni anche di premi Nobel ed economisti di fama mondiale. L'iniziativa si è sviluppata a seguito dell'invito che il Papa ha inviato il primo maggio 2019, in occasione della Festa di San Giuseppe Lavoratore, a economisti, studenti, imprenditori e imprenditrici under 35. Papa Francesco, infatti, intende avviare, con i giovani e un gruppo qualificato di esperti, un processo di cambiamento globale affinché l'economia di oggi e di domani sia più giusta, fraterna, inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro. L'organizzazione del Forum è stata affidata a un comitato organizzatore composto da: diocesi di Assisi, Istituto Serafico, Comune di Assisi, Economia di Comunione, e con il supporto, a nome della Santa Sede, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, che patrocina l'iniziativa e le Famiglie francescane. 

L’umanità non è «condannata a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale», sostiene il Vescovo di Roma. Come se «potessimo contare su una disponibilità assoluta, illimitata o neutra delle risorse. No, non siamo costretti a continuare ad ammettere e tollerare in silenzio nei nostri comportamenti che alcuni si sentano più umani di altri, come se fossero nati con maggiori diritti».

Francesco chiede in particolare ai giovani un «patto» per un nuovo modello economico perché «non possiamo andare avanti in questo modo. Sapete che urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l'attuale sistema mondiale è insostenibile». Esorta i ragazzi sottolineando che «siete chiamati a incidere concretamente nelle vostre città e università, nel lavoro e nel sindacato, nelle imprese e nei movimenti, negli uffici pubblici e privati». Francesco non ha dubbi: «Cari giovani economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d'azienda, è tempo di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità in cui le persone, e specialmente gli esclusi» siano protagonisti. E niente «scorciatoie – incoraggia Jorge Mario Bergoglio – lievito, sporcarsi le mani».

Il Papa lancia ai giovani un forte appello affinché si impegnino in prima persona: «O siete coinvolti o la storia vi passerà sopra». La gravità della situazione attuale, «che la pandemia del Covid ha fatto risaltare ancora di più, esige una responsabile presa di coscienza di tutti gli attori sociali, di tutti noi, tra i quali voi - dice Papa Francesco rivolto ai giovani del Forum di Assisi - avete un ruolo primario: le conseguenze delle nostre azioni e decisioni vi toccheranno in prima persona, pertanto non potete rimanere fuori dai luoghi in cui si genera, non dico il vostro futuro, ma il vostro presente». E allora «è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi, cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società. Senza fare questo, non farete nulla».

Secondo Bergoglio occorre dare voce e dignità ai poveri e agli scartati superando la logica del solo assistenzialismo. Non basta «neppure puntare sulla ricerca di palliativi nel terzo settore o in modelli filantropici. Benché la loro opera sia cruciale, non sempre sono capaci di affrontare strutturalmente gli attuali squilibri che colpiscono i più esclusi e, senza volerlo, perpetuano le ingiustizie che intendono contrastare». Infatti, non si tratta «solo o esclusivamente di sovvenire alle necessità più essenziali dei nostri fratelli. Occorre accettare strutturalmente che i poveri hanno la dignità sufficiente per sedersi ai nostri incontri, partecipare alle nostre discussioni e portare il pane alle loro case». E questo è «molto più che assistenzialismo: stiamo parlando di una conversione e trasformazione delle nostre priorità e del posto dell'altro nelle nostre politiche e nell'ordine sociale».

Poi il Papa constata come sia «difficile progredire verso soluzioni reali quando si è screditato, calunniato e decontestualizzato l'interlocutore che non la pensa come noi!». Questo è un modo di «difendersi codardamente dalle decisioni che io dovrei assumere per risolvere tanti problemi».

Passata la crisi sanitaria «che stiamo attraversando, la peggiore reazione sarebbe di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di autoprotezione egoistica», avverte. Non bisogna dimenticare che «da una crisi mai si esce uguali: usciamo meglio o peggio. Facciamo crescere ciò che è buono – è l’invito di Papa Bergoglio - cogliamo l'opportunità e mettiamoci tutti al servizio del bene comune».

Al termine della tre giorni padre Enzo Fortunato, il direttore della struttura informativa e della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, esprime la sua soddisfazione: «Centinaia di migliaia di giovani si sono connessi da tutto il mondo con Assisi per un patto economico che guarda al futuro, ed è già rivoluzione. Studenti, economisti e imprenditori si sono confrontati da oltre 115 Paesi su quella che sarà l'economia di domani che non sarà per gli ultimi, ma con gli ultimi». Il direttore scientifico Luigino Bruni racconta che «quando abbiamo incontrato il Santo Padre lui ci ha detto: “Non vedo l'ora di incontrare i giovani, fare qualcosa per loro, soprattutto per quanto riguarda l'economia”. Grazie a tutti, soprattutto i giovani, siamo colpiti da dietro le quinte. Queste giornate erano qualcosa di inaspettato, una grande sorpresa. Ci siamo commossi». Mentre suor Alessandra Smerilli del comitato scientifico commenta rivolgendosi ai partecipanti: «Vi sentiamo vicini anche se dietro lo schermo, The Economy of Francesco è una comunità salda e viva, e non vogliamo disperdere questa ricchezza. Noi del Comitato scientifico vogliamo tenere viva questa rete, che ha tre strati. Gli Hub regionali, dove potete agire ed essere protagonisti, il “Villaggio” che avete creato, gli Hub dei villaggi, un'opportunità per continuare a lavorare su questioni specifiche, e poi l'Hub mondiale. Voi siete i leader di questo processo e noi siamo qui per sostenervi».

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