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Politica
Umbria, Pd: "Renzi la smetta coi distinguo. Così non andiamo molto lontano.."
LaPresse

"Penso che sia sbagliato dare un giudizio su un percorso politico possibile soltanto dopo un appuntamento in cui francamente era molto complicato vincere". Il vicecapogruppo del Partito Democratico al Senato, Franco Mirabelli, intervistato da Affaritaliani.it, commenta la chiusura di Luigi Di Maio ad alleanze in altre Regioni dopo i risultati delle elezioni in Umbria. "Dobbiamo costruire un'alternativa a Salvini e ai sovranisti a partire dal governo nazionale. La prima cosa da fare è preoccuparsi di far funzionare l'azione dell'esecutivo e di valorizzare tutto ciò che di buono viene fatto con la manovra di bilancio, evitando distinguo ogni giorno. Poi sui territori vedremo se si verificheranno le condizioni. L'Umbria è stata una forzatura e il tentativo di fermare l'avanzata del Centrodestra, che già governava in tante città di quella Regione. L'alleanza fatta così in un solo mese è stata davvero difficile".

mirabelli                      Franco Mirabelli
 

Guardando ai prossimi appuntamento elettorali, Mirabelli afferma: "L'Emilia Romagna e la Calabria non sono la stessa cosa. E' evidente che non possiamo costruire una coalizione nelle Regioni partendo dai motivi per cui è nato il governo nazionale, cioè evitare che i sovranisti vincano e governino. Questo non è un argomento forte a livello locale. In Emilia, ad esempio, la situazione è diversa rispetto all'Umbria: c'è un buon governo e c'è un buon candidato, poi l'apertura al dialogo può portare o no ad intese. Ma l'alleanza con il M5S si rafforza o si indebolisce in base a quello che facciamo al governo e se invece di valorizzare le misure utili al Paese si continuano ad alimentare distinguo diventa complicato e si mette a rischio tutto, non solo l'eventuale futura alleanza in altre Regioni. L'abbiamo detto in tanti in queste ore - prosegue il senatore dem - se il governo non è in grado di fare le cose e di assumersi tutti insieme la responsabilità della propria azione, tanto vale che si smetta. Non credo che siamo a questo punto - precisa - ma l'insegnamento che arriva dal risultato elettorale di ieri è che bisogna valorizzare le proposte buone che ci sono nella manovra e non uscire ogni giorno con distinguo su questioni secondarie rispetto all'impianto generale del provvedimento".

Si riferisce a Renzi e ai 5 Stelle? "Mi riferisco a chi continua con i distinguo solo per poter piantare la propria bandierina e così non andiamo lontano. Non possono esserci discussioni su tutto. Dovremmo cercare insieme di valorizzare i quattro punti fondamentali della manovra: il mancato aumento dell'Iva, il taglio delle tasse per i lavoratori, le politiche ambientali e la lotta all'evasione fiscale. Poi certo che si possono cambiare le virgole, ma se invece la finanziaria diventa, come è stato per lo scorso governo, un'occasione per differenziarsi ogni giorno su molti temi solo per avere una bandierina da sventolare, ripeto, non si va lontano". Quindi chiedete a Renzi di difendere il governo? "Diciamo che ogni tanto si preoccupa di più di far crescere il proprio movimento invece di cercare di rafforzare il governo che anche lui, insieme a noi, ha voluto e ha contribuito a far nascere", conclude Mirabelli.

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