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Far fronte al caro energia

Scritto da Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.

Sono già stanziati 8 miliardi in precedenza per far fronte al caro energia, che non è un problema originato dal Governo ma è un problema generale, originato dall’aumento dei costi delle materie prime, dal fatto che continuiamo ad essere un Paese che spesso deve ricorrere all’estero per ottenere le fonti energetiche che ci consentono di alimentare le nostre aziende e la produzione di energia elettrica.
Il Governo nei prossimi giorni dovrà mettere in campo un nuovo provvedimento. Questo stanziamento, infatti, probabilmente sarà insufficiente e, quindi, andrà di nuovo incrementato e comincia ad esserci una disponibilità del Governo ad una variazione di bilancio per avere più risorse per questo.
Inoltre, il provvedimento ovviamente dovrà definire le modalità con cui quei soldi andranno a beneficio delle persone, evitando che questo aggravio di costi delle bollette sia troppo pesante per i bilanci familiari.
C’è anche un problema di aiuto alle aziende che sono fortemente energivore, cioè che consumano molta energia, e rischiano di andare maggiormente in difficoltà o di dover aumentare a loro volta i prezzi.
È anche vero, però, che c’è bisogno di fare in modo che le aziende che producono energia riducano e limitino le proprie aspettative di profitto in un momento come questo.
Complessivamente, quindi, serve mettere in campo una serie di interventi e il Governo sta studiando di metterli in campo nelle prossime settimane.

Il mondo pensa che quella delle energie rinnovabili sia la strada da seguire. Il punto è come governare la transizione che durerà molti anni, perché è evidente che ci vorrà tempo e ricerca, nonostante i risultati sulle energie rinnovabili nel nostro Paese siano positivi.
Affinché ci sia una ricaduta forte complessivamente sul settore dell’energia serve tempo e governare una transizione che è fatta da più interventi.
Sicuramente bisognerà intervenire anche su alcune voci della bolletta.
Il Governo sta spiegando da settimane che sta definendo una proposta e le modalità per abbassare i costi delle bollette.
Non è vero, dunque, che la strada non è stata intrapresa.
Abbiamo intrapreso in modo molto solido e significativo la strada del risparmio e dell’efficientamento energetico e dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Il superbonus del 110% e molti ecobonus messi in campo in questi anni, infatti, vanno in questa direzione. Efficientando gli edifici riduciamo in fabbisogno energetico, miglioriamo le prestazioni di ciò che è costruito e premiamo chi utilizza le energie alternative, dalle fonti di calore ai pannelli solari.
Questo sta funzionando, dato che molti in questi mesi hanno chiesto la proroga di quei provvedimenti.

Il nostro Paese può utilizzare sempre di più fonti energetiche alternative, come il solare, l’eolico, le pompe di calore.
Sta anche andando avanti bene la ricerca sull’idrogeno come elemento che può aiutare a produrre energia.
La transizione però non porta a risolvere i problemi nell’immediato e a rispondere a tutto il fabbisogno in tempi rapidi.
Non esiste, però, la soluzione in tempi rapidi, a meno che non si voglia tornare a utilizzare il carbone e il petrolio.
Per evitare che in questa fase tutto pesi in maniera indiscriminata sui cittadini bisogna governare la transizione.
L’ipotesi di energie alternative è in campo.
L’opzione nucleare ad oggi è ancora pericolosa in quanto non esiste alcuna tecnologia che non preveda che ci siano scorie poi da smaltire e le nuove tecnologie di cui si parla sono ancora da venire e per costruire una centrale nucleare ci vogliono circa vent’anni. Neanche il nucleare, quindi, è la risposta al problema energetico in tempi rapidi, come qualcuno vorrebbe far credere.
La risposta è una transizione in cui si utilizzano maggiormente alcune materie prime, come il gas. Dobbiamo provare a produrre a casa nostra una quantità di gas maggiore per sostenere l’energia, visto che ci sono le condizioni.
In questo momento, per l’immediato, possiamo solo prendere provvedimenti per fare in modo di tenere sotto controllo i costi, questo vuol dire che il Governo deve metterci dei soldi, come ha già fatto e come pare sia intenzionato a fare in modo più consistente nei prossimi giorni, anche pensando ad una variazione di bilancio.
Vuol dire anche che bisogna anche intervenire sulle bollette per eliminare alcuni costi eccessivi che non hanno nulla a che vedere con il costo dell’energia.
Inoltre, c’è il tema del risparmio energetico, che non è un tema nuovo per il nostro Paese che ha fatto l’austerity e le domeniche a piedi.
C’è poi un tema che riguarda le aziende che producono energia e che non possono pensare in questa fase di aumentare a dismisura i propri profitti ma devono mettere in campo misure che riducano anche i profitti.
Dall’altra parte c’è il problema delle aziende energivore, che vanno aiutate economicamente.
Il costo dell’energia che aumenta non è dovuto all’incapacità di un Governo o alla scelta delle fonti rinnovabili ma è dovuto fondamentalmente a problemi geopolitici che non siamo in grado di controllare e che pesano non solo sul nostro Paese ma anche sul resto d’Europa.

Ovviamente, sono ben lontano da auspicare una nuova austerity. Il punto, però, è ricordarci vicende anche del passato che testimoniano che il nostro Paese soffre di una carenza drammatica di fonti di energia, che ha pagato negli anni.
Quando si dice di guardare all’innovazione, alla ricerca e alle fonti energetiche alternative, dobbiamo sapere che questa per il nostro Paese è una necessità e una straordinaria occasione.
C’è un problema immediato di come affrontare il caro bollette, dando ai cittadini la possibilità di non essere travolti dal costo del gas e dell’energia. Adesso dobbiamo occuparci di questo ma dobbiamo sapere che c’è un percorso più lungo che abbiamo intrapreso e su cui bisogna continuare a lavorare.

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