A Kabul il trionfo dei Taliban e la sconfitta dell’Occidente

Le immagini drammatiche di migliaia di civili che prendono d’assalto l’aeroporto di Kabul per sfuggire al regime dei Taliban, per non parlare degli elicotteri americani e di altri Paesi alleati che evacuano il personale diplomatico, ricordano le immagini di Saigon del 1975 e quindi quelle di un disastro militare, politico e diplomatico senza precedenti.
Le parole di ieri del segretario di Stato Usa Blinken, sono assolutamente imbarazzanti, quando evidenziano che in Afghanistan la missione è stata compiuta con la disarticolazione della rete di Al Qaeda dopo l’11 settembre 2001, cosa per altro vera, ma tale dichiarazione, rappresenta altresì una lettura cinica e non corrispondente alla narrazione Usa di tanti anni e cioè, quella di stabilizzare in forma democratica quel lontano Paese per non farlo diventare più in preda dei fondamentalisti islamici e quindi, potenzialmente ancora ancora una Centrale del terrorismo internazionale.
Al netto delle dichiarazioni imbarazzanti di governanti Usa delle ultime ore, il dato inconfutabile è che le conseguenze drammatiche in politica estera di “America First” di Trump e con le timidezze di Biden in tale ambito, rischia di segnare per i prossimi anni, una traiettoria di grande instabilità nella sfera geopolitica mondiale, a partire dai punti più critici.
Per concludere, mi sento di dire come ha intitolato un giornale inglese, visto i risultati catastrofici degli ultimi giorni:” che diavolo ci siamo andati a fare in Afghanistan a sacrificare tanti nostri militari e tante nostre risorse economiche?”.
Lo stesso vale anche per Noi italiani!