Mondo cattolico e politica

A riguardo della politica, s’intende. Inizio segnalando emblematicamente a chi non lo sapesse ancora l’episodio di Torino di qualche tempo fa, dove una ventina di persone, armate di rosario e di megacrocifisso (parte, cioè, dei simboli branditi, in dimensione necessariamente ridotta, lo sappiamo, dal capo leghista, ai comizi), hanno recitato davanti al tribunale il rosario per il loro “iman” (faccio per dire), che era atteso per il processo che lo vede coinvolto per vilipendio alla magistratura. Una scena, girata ovviamente subito sui “social”, che ha mandato in visibilio i molti “sempliciotti” (pardòn) che tifano comunque per lui, e che l’intellighentia che domina nei “media”, diciamo, di destra, ha prontamente …sfruttato per dimostrare, una volta di più, la popolarità del leader leghista. Tra detta “intellighentia”, il noto Antonio Socci, che un po' conosco e dal quale perciò, di norma, fuggo via. Per una volta sono andato invece a curiosare sul suo blog, a vedere i pezzi, i commenti, i post che scrive sul web, ma anche i suoi pezzi che compaiono sulla carta stampata. Sono allora sincero: alla mia non più giovane età sono rimasto letteralmente “scioccato”. Certo, so che il soggetto è “particolare”, anche per via della sua storia: Wikipedia, in proposito, scrive che da giovane ha militato negli ambienti di sinistra, poi è approdato a CL, cui, in seguito, non ha peraltro risparmiato vivaci critiche, ha lavorato a Il Sabato, è poi passato al Giornale come editorialista, ha collaborato con il Foglio, Libero e Panorama. Si tratta, cioè, di una personalità indubbiamente forte, estroversa, multiforme, inflessibile, dalle idee chiare.
Socci è un “influencer” che ottiene decine di migliaia di likes sulla sua pagina web, su Facebook, eccetera E’ un devoto di san padre Pio e un grande estimatore di Benedetto XVImo, ai quali entrambi ha dedicato libri debitamente encomiastici. Concorda con Ruini sulla nota questione che riguarda il rapporto con Salvini, è in sostanziale sintonia (mi pare) con l’ormai famoso mons. Viganò, scrive ebooks e libri stampati interessanti quali “Il quarto segreto di Fatima”, “Tornati dall’Aldilà”, ma anche messaggi e libri polemici sull’attuale situazione della Chiesa, dimostrando e dichiarando di non sentirsi per nulla o quasi in sintonia con papa Francesco.
Così, apprendo sempre da Wikipedia, nel 2014 ha pubblicato il volume "Non è Francesco", nel quale ha esposto la sua personale tesi circa l’invalidità dell’elezione dell’attuale papa, e ha esternato, in ogni caso, la sua delusione per costui, giudicato per esempio reticente nei confronti dei cristiani perseguitati nel mondo, e dedito invece a denunciare i difetti dei cattolici. Ne ha criticato l’apertura “incondizionata” verso gli immigrati, in particolare islamici, e talune affermazioni che accrescerebbero il disorientamento tra i fedeli. Ha stigmatizzato, infine, i tentativi di un dialogo, che Socci ritiene impossibile sul piano teologico e dottrinale, con altre fedi. Incuriosito da tali conoscenze, nei giorni scorsi ho fatto il faticoso sforzo di guardare non di corsa il suo blog, e di leggere taluni suoi pezzi, anche in forma di semplici messaggi, apparsi ultimamente.
Vi riporto in proposito, un po' a casaccio, alcuni titoli (ma non soltanto), ricordando peraltro, innanzitutto, che Socci & compagnia hanno sostanzialmente apprezzato il recente documento dei cento “chierici, studiosi e intellettuali cattolici” che hanno stigmatizzato, nientemeno, gli “Atti sacrileghi e superstiziosi di Papa Francesco”.
Tornando ai titoli sopra evocati, eccone dunque alcuni: “Prego che Bergoglio si ravveda e rinunci a distruggere la Chiesa”. “Stanno trasformando la Chiesa in una grottesca e ridicola parodia clericale dei centri sociali di estrema sinistra”. “Bergoglio dichiara guerra alla carne di maiale per compiacere il mondo islamico”. “Il suo slogan è:’prima gli islamici”. “L’Avvenire"(che io ritengo un ottimo quotidiano, per come è fatto ora), organo dei Vescovi, è brutto e inutile”. “Bergoglio ha ‘manovrato’ Conte per superare Salvini. Intanto, a Medjugorje, i fedeli meditano sul messaggio del 25 agosto sul ’rosario’, e pensano a Salvini. Bergoglio scomunicherà la Madonna o la Madonna scomunicherà Bergoglio?”. “L’UE non è la medicina, ma la malattia”. “Europeista, umanista, ed ecologista: l’identikit dell’anticristo del ‘2000”. “…la sinistra in Italia è sempre stata così da decenni: una fabbrica di odio, di intolleranza e demonizzazione. Con tanti addetti ai livori a supportarla sui media”.
Un messaggio, questo, rilanciato recentissimamente, probabilmente a causa della preoccupazione, che sta crescendo in Salvini e a destra, per il successo, perlomeno “numerico”, delle manifestazioni delle “sardine”. Che, in verità, detto tra noi, non possono essere, se non scioccamente, inquadrate come forza tipicamente figlia della sinistra tradizionale, come tendono invece a fare in questi ambienti. A questo punto penso capiate perché ho detto, in precedenza, di essere rimasto “scioccato” da quanto ho letto.
Mi direte: sì, ma Socci è Socci, unico, atipico, volutamente provocatorio, fa testo relativamente. Il problema, però, è che i messaggi di soggetti come lui (e di altri, pur magari meno focosi -compresi taluni ex vaticanisti-, di cui potrei farvi l’elenco), sono, come ho detto, enfatizzati dai media di destra e dagli intellettuali (anche cattolici) che li ispirano. Quei media che, da mesi, hanno del resto trovato nel capo della Lega una sorta di antipapa “laico” (pur se sventolatore in pubblico di rosari e vangeli, e declamatore di litanie tradizionali) da contrapporre a Francesco.
Tutto ciò detto (perdonate la lunghezza), a me nascono alcuni interrogativi sul nostro, ipotizzato percorso. Tanto più, tra l’altro, dopo aver scoperto che, guarda caso, giusto il 30 ottobre, sempre a Roma, è stato siglato (se non ho compreso male) un primo patto federativo “tra tutti gli eredi della Democrazia Cristiana”, patto cui hanno aderito non poche organizzazioni che si sono dati come programma “la preparazione di un nuovo soggetto politico unitario per superare la diaspora democratico-cristiana durata oltre venticinque anni”.
Una formazione che “s’ispira ai valori dell’umanesimo cristiano e vuole inserirsi a pieno titolo nel PPE (dove rischia di ritrovarsi prima o poi con lo stesso Salvini? ndr), in alternativa alla deriva nazionalista e populista”. Ecco, allora, a riguardo di quello che per comodità chiamerei il “manifesto Zamagni” (che m’interessa), che a me pare innanzitutto giustificata, anche ad evitare fastidiosi fraintendimenti, l’attenzione da porre al modo col quale i media interpretano la, diciamo nostra, iniziativa. Tanto più, come detto, in presenza di iniziative più meno simili che nascono all’interno di quel “mondo cattolico” interessato alla politica. Leggo per esempio, per quanto ci riguarda, articoli che parlano di “nuovo partito dei cattolici”, di “partito cattolico”, et similia. Che è, appunto, un fraintendimento. Perché, per esempio, noi, ovviamente, non vogliamo avere nulla a che fare (o no?) con i cattolici alla Socci e compagnia.
Il problema, però, è anche capire, dopo aver chiarito che non pensiamo a una nuova Dc, e che ci riteniamo, ho letto, “antagonisti” alla destra e a Salvini in particolare, ma anche alla sinistra, Pd compreso, che cosa ci distinguerebbe effettivamente dalla citata nuova DC, la quale si oppone anch’essa a quella destra eversiva e xenofoba che si è sviluppata per la crisi che ha attraversato il centro e la sinistra. Pur consapevole del valore relativo del “nome”, il soggetto politico che pensiamo di costruire è stato definito, se non erro, un partito “d’ispirazione cristiana e popolare". Questa a me parrebbe una definizione in sé accettabile. Personalmente gradisco invece meno la definizione (che pur ho letto sulla stampa) di partito - di centro – “antagonista della destra e alternativo alla sinistra".
Di fatto, dunque, equidistante dai due poli. Perché, detta così, è più o meno la stessa cosa che vogliono i Cesa, i Tassoni, i Grassi, i Rotondi, le Binetti, i Bonalberti. Quelli della nuova DC, o come la chiameranno, destinata a finire in quel PPE cui sta aspirando, come ho già detto, anche il ras leghista. Intendo dire, e torno in qualche misura all’inizio, che, oggi, la divisione in politica, nel “mondo cattolico”, pare ahimè ancora più netta. Ma sta diventando tra chi ammira questo papa per i suoi chiarissimi messaggi dai risvolti, diciamo, politico-sociali (ci capiamo, credo), e chi invece lo contesta anche duramente, in proposito. Facendone, addirittura, una sorta di “nemico”, come da messaggi che ho proposto in precedenza. Sto su questo versante senza tenere conto, poi, delle accuse al papa, nientemeno, persino di “eresia" o quasi nel campo “dottrinale”.
Con un pizzico d’immodestia, pur non essendo certo un teologo ma avendo pur dato, in questi anni, oltre sessanta esami alla facoltà teologica, oso affermare che tali accuse mi paiono semplicemente sciocche.
Avvicinandomi a chiudere, a me pare che un partito d’ispirazione cristiana a popolare, oggi, nella difficilissima situazione che viviamo, ha un obiettivo “a priori”, non condiviso da altre formazioni, diciamo, simili: difendere con forza questo “grande” papa (un bellissimo dono della Provvidenza) e seguirne il Magistero anche, se non soprattutto, nel campo sociale.
Nella società di oggi, e non credo ci sia bisogno di spiegare il perché, non può esistere un partito “cattolico” tout court, o un partito “dei” cattolici. Il Salvini cattolico o sedicente tale non può, ovviamente, stare con noi. Il “soccismo”, poi, l’ho dimostrato, è sì un’eresia, per noi. Ma anche con altri più moderati, lo dico serenamente, ci sono problemi non lievi.
Per quanto mi riguarda, e chiudo davvero, io mi sento un cattolico “democratico”, e il secondo termine lo considero peculiare come il primo. In ragione di ciò, mi sentirei un poco imbarazzo a tornare a militare (da vecchietto) in un partito, di fatto, anche se non detto formalmente, “di centro", equidistante tra destra e sinistra. Un centro che sta tra l’altro per riaffollarsi, dopo la fine sostanziale di Berlusconi e a seguito dell’iniziativa di Renzi. Sì, lo so che essere “antagonisti” e essere “alternativi” (alternativi al Pd, mi pare sia peraltro l’interpretazione principale) non è la stessa cosa. Io, cattolico e democratico, mi definisco uomo di centrosinistra. Senza trattino. Certo, il contatto con la sinistra risolleva la nota questione dei cosiddetti “valori non negoziabili”.
Sul tema vorrei però ricordare a chi ci ammonisce ogni giorno in proposito, il fatto, che mi colpì non poco, da giovanotto, che nella “cattolicissima” (o quasi) Italia di allora, al referendum per cancellare, diciamo così, il divorzio, votò contro circa il 60% degli italiani, e a quello, più, diciamo, “pregnante”, sull’aborto, quasi il 70%. Verrebbe da chiedersi: dov’era, il “mondo cattolico”, allora?
E decenni dopo, in una società ipersecolarizzata, ci si può illudere di tornare al tempo quo ante?
E’ da dire, infine, che, nel nostro difficile Paese, le alleanze politiche saranno sempre necessarie.
Io, è chiaro, tra destra e sinistra quali possibili compagni di viaggio scelgo convintamente la seconda.