E' urgente una strategia europea per l'Africa

Ricordando che "la popolazione africana passerà dall'attuale 1 miliardo 300 milioni a 4 miliardi a fine secolo, su una popolazione mondiale di 11 miliardi (il 40% del mondo)" e sullo sfondo dei conflitti che la colpiscono, crisi libica e siriana in testa, il deputato Pd Piero Fassino, in un intervento sul Corriere della Sera, sostiene che "l'iniziativa europea deve rivolgersi all'Africa" perché è qui che "nel XXI secolo si gioca il futuro del pianeta". "Lo dimostra l'attenzione dei più grandi players, dalla Cina, presente in forza in tutto il continente, al Brasile, all'India, all'Arabia Saudita, alla Russia. E importanti Paesi del continente - in primis Egitto e Marocco - hanno varato 'strategie africane' - scrive -. E l'Unione Europea? Certo non manca la presenza di singoli Stati europei, a partire da Gran Bretagna e Francia forti dell'eredità coloniale. Diffusa è la presenza della sistema imprenditoriale tedesco.
L'Italia, in prima persona investita dalla crisi libica, partecipa alle missioni di pace in Libano, Somalia, Niger, e con le sue imprese - a partire dall'Eni - è il terzo investitore europeo nel continente. Ma tutto ciò non si traduce in una presenza unitaria dell'Unione Europea. E l'Africa Plan di cui l'Europa si è dotata sotto la pressione migratoria vive un'implementazione lenta e poco incisiva. E invece l'Europa può essere un alleato strategico per l'Africa. Se Pechino offre grandi investimenti infrastrutturali (autostrade, porti, ferrovie, impianti energetici, edilizia civile), è l'Europa che può soddisfare bisogni altrettanto essenziali: strutture educative per una immensa popolazione giovanile; servizi sanitari e sociali, in primo luogo per infanzia e donne; promozione di sistemi democratici stabili, apparati pubblici affidabili, diritti civili e umani oggi spesso negati o oppressi. E un Migration Compact Euro-Africano costituirebbe uno strumento prezioso per una gestione condivisa dei flussi migratori. Insomma, serve un'Unione consapevole che Europa, Mediterraneo e Africa sono sempre più un unico 'macrocontinente verticale' investito da problemi comuni e da interessi comuni che richiedono soluzioni comuni".
Articolo di Piero Fassino (file PDF)»»
L'Italia, in prima persona investita dalla crisi libica, partecipa alle missioni di pace in Libano, Somalia, Niger, e con le sue imprese - a partire dall'Eni - è il terzo investitore europeo nel continente. Ma tutto ciò non si traduce in una presenza unitaria dell'Unione Europea. E l'Africa Plan di cui l'Europa si è dotata sotto la pressione migratoria vive un'implementazione lenta e poco incisiva. E invece l'Europa può essere un alleato strategico per l'Africa. Se Pechino offre grandi investimenti infrastrutturali (autostrade, porti, ferrovie, impianti energetici, edilizia civile), è l'Europa che può soddisfare bisogni altrettanto essenziali: strutture educative per una immensa popolazione giovanile; servizi sanitari e sociali, in primo luogo per infanzia e donne; promozione di sistemi democratici stabili, apparati pubblici affidabili, diritti civili e umani oggi spesso negati o oppressi. E un Migration Compact Euro-Africano costituirebbe uno strumento prezioso per una gestione condivisa dei flussi migratori. Insomma, serve un'Unione consapevole che Europa, Mediterraneo e Africa sono sempre più un unico 'macrocontinente verticale' investito da problemi comuni e da interessi comuni che richiedono soluzioni comuni".
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