Il Decreto Terremoto è utile e necessario

Arriva oggi in Aula il decreto, presentato dal Governo, fatto per accelerare e completare le ricostruzioni in corso nei territori, in particolare del Centro Italia, colpiti dai terremoti che si sono susseguiti in questi anni nel nostro Paese.
Quello che discutiamo oggi è un decreto su cui il Parlamento è intervenuto in maniera molto significativa, cui la Camera ha aggiunto molte norme e che, sia alla Camera che in Commissione qui in Senato, è stato approvato senza voti contrari. Questa è l'ulteriore dimostrazione che stiamo parlando di un decreto utile, necessario e urgente, che interviene su una maniera tanto sensibile, che riguarda direttamente la vita di chi ha subito il terremoto, la perdita della propria casa, spesso del proprio lavoro e che oggi ha il diritto di poter guardare con fiducia e serenità al proprio futuro.
Stiamo intervenendo sulla ricostruzione dei territori di Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio e Ischia, con l'obiettivo di semplificare la ricostruzione, accelerarla, garantirne la qualità e, soprattutto, restituire a quei cittadini, insieme alla casa, opportunità economiche, lavoro e servizi.
Il decreto cerca di dare più strumenti, e strumenti migliori, agli enti locali, alle Regioni e a tutti gli operatori dell'emergenza, per ricostruire più in fretta e meglio, impedendo si protraggano disagi e sofferenze e per impedire l'abbandono di interi territori del nostro Paese. Nella discussione in Commissione, ci tengo a dirlo, sono state sottolineate altre necessità. Gli stessi Presidenti delle Regioni colpite ci hanno indicato altri bisogni. Questo decreto non è il primo e non sarà l'ultimo intervento. Anche la discussione di questi mesi consegna al Governo e al Parlamento la necessità di mettere in campo ulteriori iniziative e risorse su molti fronti, l'efficienza della macchina della ricostruzione, il personale, le semplificazioni.
Intanto, questo è un decreto utile e necessario, da cui partire per chiudere la fase dell'emergenza e rispondere ai bisogni.
Non solo: la discussione di questi giorni ci consegna, ed è il parere di tutti, la necessità di fare presto e bene per approvare al più presto una legge sulle emergenze, che stabilisca linee chiare ed efficaci per intervenire quando, e purtroppo succede troppo spesso, il nostro Paese subisce calamità naturali. Un decreto, quindi, utile che pone anche un problema più generale di gestione delle emergenze in futuro, a partire dall'esperienza concreta di questi anni.
Il decreto si compone di molte norme, a partire dalla proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2020, dello stato di emergenza dei territori dell'Italia centrale colpiti dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016. Si integra, poi, la disciplina relativa agli incarichi di progettazione, prevedendo, per semplificare senza andare a scapito della qualità, l'utilizzo del criterio del prezzo più basso per importi sotto la soglia di rilevanza europea superiori ai 40.000 euro.
Ci sono poi interventi volti a consentire l'utilizzo per la ricostruzione di personale delle società in house della Regione.
L'articolo 2 introduce modifiche della disciplina della ricostruzione privata sulla valutazione del danno e l'agibilità post sisma. Il comma 2 dell'articolo 2 precisa che il commissario straordinario, tra gli interventi da effettuare sul patrimonio pubblico, debba dare priorità alla ricostruzione delle scuole.
L'articolo 2-bis introduce la possibilità per un privato di richiedere varianti fino al 30 per cento del contributo concesso per la ricostruzione, sempre stando nei limiti del contributo concedibile.
L'articolo 3 detta disposizioni per semplificare e accelerare la ricostruzione privata. Allo stesso tempo stabilisce che gli uffici speciali per la ricostruzione provvedano a definire due elenchi separati in relazione alle domande di contributo, distinguendo abitazioni e attività produttive. Agli stessi uffici viene dato il compito di fare verifiche a campione, sorteggiando almeno il 20 per cento delle domande.
Ancora. Tra gli interventi da segnalare c'è l'estensione dell'art bonus per gli interventi di protezione e restauro a Venezia e Matera, l'estensione da tre a sei anni della durata del fondo di garanzia per le micro, piccole e medie imprese che hanno subito danni in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Oltre a ciò, per favorire lavoro e impresa, viene estesa la misura a favore dei giovani imprenditori del Mezzogiorno definita «resto al Sud», anche nei territori colpiti dal sisma, prevedendo anche una deroga all'età per i comuni più colpiti. Altre norme intervengono per impedire lo spopolamento, dando premi a chi trasferisce la residenza nei comuni con meno di 3.000 abitanti. Altri interventi decidono di sostenere economicamente attività culturali e fare promozione turistica in quei territori.
Infine, e rimando al testo della relazione in Commissione per il resto, il decreto prevede la proroga dell'esenzione IMU, della sospensione dei mutui sugli immobili inagibili e la deroga dei limiti di alunni per classe nelle scuole.
Insomma, il decreto, così com'è stato integrato dal Parlamento, va in aiuto delle persone e crea nuove opportunità per la ricostruzione e lo sviluppo economico delle aree del sisma e mette a disposizione strumenti utili per aiutare le istituzioni, a partire dai Comuni, a fronteggiare l'emergenza. L'impegno di tutti deve essere quello di mettere in campo altre risorse e altri strumenti per uscire dall'emergenza e ridare speranza alle persone colpite dal sisma.
Video dell'intervento»
Voglio garantire che questo è un provvedimento utile e non è un provvedimento dannoso. E, comunque, chi lo ha descritto come “dannoso” deve giustificare il voto dei propri gruppi alla Camera dei Deputati che non è stato un voto negativo.
Sicuramente non è provvedimento perfetto ed esaustivo: il Governo dovrà fare altri interventi e serve una legge complessiva sull’emergenza nel Paese.
Non condivido, però, una discussione in cui si cancella la realtà.
In questo provvedimento ci sono norme per il lavoro, per aiutare i territori a non essere spopolati, per lo sviluppo, per la cultura, per il turismo. Molte di queste norme, alla Camera dei Deputati, sono state proposte proprio dalle opposizioni che ora in Senato stanno dicendo che queste stesse cose non ci sono.
Non è questo il modo di discutere di una tragedia come quella del terremoto e della ricostruzione.
Tutto si può migliorare ma in Senato, in molti emendamenti che abbiamo respinto, si è fatta molta confusione fra l’idea della necessità giusta di semplificare e l’idea che a questo debba corrispondere una deregolamentazione assoluta.
Penso che occorra fare in fretta con la ricostruzione ma non è accettabile di barattare questa fretta giustificando il fatto di abbassare la qualità e di abbassare le regole.
Questo è l’unico tema che abbiamo posto e su cui non ci siamo trovati d’accordo.
Tutto il resto, le norme sullo spopolamento, sul lavoro, sullo sviluppo, sul turismo, sulla scuola ci sono, anche grazie al contributo e agli emendamenti di chi in Senato sta spiegando che queste non è così. Credo che questo non sia giusto.
Ringrazio chi ha lavorato per questo provvedimento.
Video dell'intervento»
Voglio garantire che questo è un provvedimento utile e non è un provvedimento dannoso. E, comunque, chi lo ha descritto come “dannoso” deve giustificare il voto dei propri gruppi alla Camera dei Deputati che non è stato un voto negativo.
Sicuramente non è provvedimento perfetto ed esaustivo: il Governo dovrà fare altri interventi e serve una legge complessiva sull’emergenza nel Paese.
Non condivido, però, una discussione in cui si cancella la realtà.
In questo provvedimento ci sono norme per il lavoro, per aiutare i territori a non essere spopolati, per lo sviluppo, per la cultura, per il turismo. Molte di queste norme, alla Camera dei Deputati, sono state proposte proprio dalle opposizioni che ora in Senato stanno dicendo che queste stesse cose non ci sono.
Non è questo il modo di discutere di una tragedia come quella del terremoto e della ricostruzione.
Tutto si può migliorare ma in Senato, in molti emendamenti che abbiamo respinto, si è fatta molta confusione fra l’idea della necessità giusta di semplificare e l’idea che a questo debba corrispondere una deregolamentazione assoluta.
Penso che occorra fare in fretta con la ricostruzione ma non è accettabile di barattare questa fretta giustificando il fatto di abbassare la qualità e di abbassare le regole.
Questo è l’unico tema che abbiamo posto e su cui non ci siamo trovati d’accordo.
Tutto il resto, le norme sullo spopolamento, sul lavoro, sullo sviluppo, sul turismo, sulla scuola ci sono, anche grazie al contributo e agli emendamenti di chi in Senato sta spiegando che queste non è così. Credo che questo non sia giusto.
Ringrazio chi ha lavorato per questo provvedimento.
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