Stampa

Le elezioni in Umbria

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento a SkyTg24 (video).

In Umbria abbiamo sicuramente subito una sconfitta pesante. La coalizione che si è presentata ha subito una sconfitta pesante. Sul fatto che da qui si possa partire a ragionare sull'Umbria come ad un laboratorio da cui trarre indicazioni sul Governo e sulla tenuta di una maggioranza, costituita da ex avversari e che sta lavorando insieme da pochi mesi oppure su scenari futuri, occorre aprire una riflessione seria.
È evidente che, in Umbria, un’alleanza PD-M5S costruita da circa un mese non si è radicata sul territorio.
Per quanto riguarda il PD, credo che il risultato (in leggerissima flessione rispetto alle elezioni europee) vada anche attribuito al fatto che in questi mesi il PD ha subito due scissioni (se ne sono andati Calenda e Renzi).
Dobbiamo, inoltre, chiarirci all’interno della maggioranza perché penso che il risultato delle elezioni in Umbria sarebbe stato migliore se in queste settimane, invece che alimentare continue polemiche, avessimo valorizzato ciò che c’è scritto nella manovra. Forse questo avrebbe dato maggiormente il senso di una coalizione che lavora per abbassare le tasse sul lavoro, che lavora su politiche ambientali e per combattere l’evasione fiscale.
Se ci fossimo dedicati di più a valorizzare ciò che c’è nella finanziaria, invece che ad alimentare distinguo su questioni che non sono neanche fondamentali, probabilmente il risultato delle elezione umbre sarebbe stato un po’ diverso.
Sicuramente se qualcuno ha attratto voti dall'astensionismo in Umbria non è stato certamente il centrosinistra. E' vero che il centrosinistra governava in Umbria da molti anni ma è anche vero che questa volta si partiva da un dato non favorevole: c'erano già state le sconfitte di Orvieto, Perugia, Terni, Foligno e tutti i grandi centri umbri che erano ormai stati conquistati dal centrodestra; a questo si è aggiunto lo scandalo che ha portato alle dimissioni di Catiuscia Marini. Questo dà il senso di una vicenda che è stata condizionata da fattori locali in una maniera molto significativa.
Non nego che ci sia bisogno di una riflessione politica generale dopo questo voto ma è difficile leggere come un'indicazione per il futuro un'operazione iniziale come la costruzione di un'alleanza PD-M5S sui territori che però si è costruita all’incirca soltanto un mese fa.
Il risultato rimane comunque una sconfitta e penso che, anche se fosse stato diverso il dato dell’Umbria, ci dobbiamo porre il problema di come deve cambiare il PD rispetto al nuovo scenario e penso che M5S debba fare lo stesso. Le ragioni per cui abbiamo pensato di dare vita al Governo Conte Bis, però, sono ancora tutte valide e adesso il tema vero per noi è governare bene.
Per le alleanze sui territori bisognerà verificare le condizioni locali.
Sicuramente la partita emiliana sarà decisiva ma le condizioni di partenza sono decisamente diverse da quelle dell'Umbria, sia per il consenso sul buon governo in Emilia Romagna che possiamo rivendicare, sia per la figura del Presidente Bonaccini che è in grado di aggregare la società anche a prescindere dagli schieramenti politici.
In Emilia bisogna pensare alla Regione e valorizzare gli anni di buon governo emiliano.
Sicuramente in queste settimane ci sarà un ragionamento anche all'interno di M5S. Mi auguro che non si prospetti l'idea di una competizione in Emilia tra PD e M5S perché ad ogni elezione in cui la coalizione di Governo si è presentata separata è costata molto a M5S elettoralmente.
Per il PD questa esperienza di Governo è l'ultima di questa legislatura. L'abbiamo detto più volte con grande chiarezza: o questo Governo funziona, riesce a fare le cose, riesce insieme tutta la coalizione a valorizzare le cose che si fanno o il Governo è inutile.
Molto dipende da quanto nei prossimi mesi riusciremo a fare cose buone per il Paese e a valorizzare una manovra che è fatta di taglio delle tasse per i lavoratori, miliardi trovati per impedire l'aumento dell'IVA e questo vuol dire 500 euro di risparmio per ogni famiglia, politiche ambientali, lotta all'evasione, piano casa. Se, invece che continuare a cercare distinguo sulle singole questioni, riuscissimo a valorizzare ciò che fa questo Governo e a farlo bene, molti discorsi si potranno lasciare alle spalle e si potrà guarda al futuro in maniera più positiva, qualunque scelta facciano le forze politiche rispetto alle elezioni regionali.
Il tema di fondo è sempre quello di costruire un'alternativa ai sovranisti che vogliono uscire dall'Europa.
Noi pensiamo che dobbiamo cambiare e rilanciare l’Unione Europea perché l’Italia da sola, senza l’Europa, muore.
Questa è la grande differenza tra noi e i sovranisti. Al Parlamento Europeo, PD e M5S si sono ritrovati nel voto per la scelta della nuova Presidente della Commissione Europea e da qui è partita l’alleanza di Governo. Il vero discrimine oggi, quindi, è il come ci si posiziona rispetto all’Europa.

Video dell'intervento»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook