Stampa

L’attesa di un nuovo patto repubblicano

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del Corno Il grave limite della classe dirigente dell’ultimo scampolo della cosiddetta Prima Repubblica, perché la seconda, la terza o la quarta, non sono mai esistite sul piano costituzionale, dicevo, il limite, fu quello di non essere stata in grado di riscrivere un nuovo “Patto Repubblicano”, in modo condiviso e finalizzato ad ammodernare il funzionamento delle istituzioni democratiche.
Certo, limite sempre più pesante, palesato dalle successive classi dirigenti, fino ad arrivare alla grave crisi politica ed istituzionale degli ultimi giorni.
Come si fa, a non comprendere che questo Paese e non certo con i populismi da un lato ed a colpi di referendum divisivi ed al ribasso da un altro lato, avrebbe bisogno, per riacquistare una forte credibilità interna ed internazionale, di un pacchetto di riforme condivise: In relazione alla legge elettorale che coniughi rapporto diretto tra elettore ed eletto, alla centralità del Parlamento, con pieno rispetto del voto popolare, al bicameralismo differenziato, alla sfiducia costruttiva, ad una riforma della giustizia penale e civile, tendente ad una maggiore efficienza e speditezza, anche attraverso la separazione delle carriere dei magistrati e con certezza della pena per i reati più efferati e di maggiore allarme sociale, ad una maggiore progressività fiscale, per riaffermare una più forte equità sociale ed infine, ad una diversa rimodulazione tra i poteri dello Stato, con l’introduzione di un’autonomia non federale, ma municipale.
Di questo, avrebbe bisogno l’Italia del quasi 2020, questa, sarebbe una grande stagione riformatrice ed invece...