
Il decreto Sbloccacantieri non sbloccherà nessuna opera pubblica necessaria al Paese ma al contrario sta già generando un pericolo altissimo di paralisi e di arretramento sul terreno della trasparenza, della concorrenza e della qualità dei lavori. Il ritorno alla regola del massimo ribasso e l'aumento della percentuale del subappalto senza nessun controllo porterà al crollo della qualità nell'esecuzione delle opere pubbliche: l'unico elemento su cui si giudicherà l'offerta sarà di fatto il prezzo più basso, con ricadute negative anche sulle garanzie per la manodopera oltre che sulla qualità dei lavori. Si è deciso di cancellare l'obiettivo fondamentale dell'accentramento e della qualificazione delle stazioni appaltanti, sottolineato oggi anche dalla Corte dei Conti, abbassando la qualità del progetto e aprendo di nuovo la strada alle varianti in corso d'opera e alla lievitazione dei costi con il ricorso massiccio all'appalto integrato.
Dove è finito il Movimento Cinque Stelle che chiedeva a gran voce trasparenza e legalità negli appalti pubblici? Dovrebbero vergognarsi delle norme sul general contractor, che cancellano l'obbligo di qualificazione, dei requisiti di moralità e dei limiti dei compensi per i direttori lavori e i collaudatori. Il Governo è vittima della sua stessa propaganda: dichiara di voler 'sbloccare' i cantieri ma in realtà con questo provvedimento porterà a un blocco delle procedure, al crollo della legalità e al peggioramento delle condizioni di operatività di amministrazioni, professionisti e imprese serie.
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