Vinceremo sradicando la paura

"Non dobbiamo solo fare opposizione ma dare ai problemi che i gialloverdi cavalcano soluzioni migliori e aprire una nuova fase della democrazia". Alla proposta di Luigi Di Maio sul salario minimo risponde: "Niente furbizie".
Intervistato anche dalla Stampa, Zingaretti afferma: "Il sovranismo è un imbroglio, vinceremo sradicando la paura", e dice di non essere buonista, ma di tifare per una squadra, non per se stesso. Secondo Zingaretti "Salvini affonda il Nord".
"L'hanno capito tutti - spiega - che l'Italia la governa Salvini. Il quale fa prevalere l'interesse del suo partito. La Lega nasce per rappresentare l'Italia produttiva, ma la Lega di Salvini è un'altra cosa. Nazionalista e regressiva. Ora i ceti più dinamici si accorgono che odio e paura non generano Pil e benessere. Siamo in un tornante della storia". "Renzi - fa anche sapere il neosegretario dem - non l'ho mai votato, anche quando sembrava onnipotente. Sempre avuto rapporti schietti. Sì alla lotta alle diseguaglianze ma senza le furbizie tattiche di Di Maio". Quindi uno sguardo sull'Italia che "ha tre talloni d'Achille: infrastrutture materiali e digitali, della conoscenza e del welfare". Alla domanda su come si presenterà il Pd alle europee, Zingaretti risponde: "Su una piattaforma di cambiamento si può aggregare qualcosa che va oltre il Pd" e se Bonino, Pizzarotti e Verdi sembrano orientati a prendere altre strade, fa sapere, "nei prossimi giorni li incontrerò. L'intuizione unitaria di Calenda non va fatta cadere".
"L'hanno capito tutti - spiega - che l'Italia la governa Salvini. Il quale fa prevalere l'interesse del suo partito. La Lega nasce per rappresentare l'Italia produttiva, ma la Lega di Salvini è un'altra cosa. Nazionalista e regressiva. Ora i ceti più dinamici si accorgono che odio e paura non generano Pil e benessere. Siamo in un tornante della storia". "Renzi - fa anche sapere il neosegretario dem - non l'ho mai votato, anche quando sembrava onnipotente. Sempre avuto rapporti schietti. Sì alla lotta alle diseguaglianze ma senza le furbizie tattiche di Di Maio". Quindi uno sguardo sull'Italia che "ha tre talloni d'Achille: infrastrutture materiali e digitali, della conoscenza e del welfare". Alla domanda su come si presenterà il Pd alle europee, Zingaretti risponde: "Su una piattaforma di cambiamento si può aggregare qualcosa che va oltre il Pd" e se Bonino, Pizzarotti e Verdi sembrano orientati a prendere altre strade, fa sapere, "nei prossimi giorni li incontrerò. L'intuizione unitaria di Calenda non va fatta cadere".
"Torino è diventata il simbolo di una regressione culturale. Da qui dobbiamo ripartire per ridare fiducia al Paese". Lo dice Nicola Zingaretti che, in un'intervista a "la Stampa", spiega il motivo che lo ha spinto, il giorno dopo la vittoria alle primarie del Pd, a dedicare la sua prima giornata da segretario in pectore, alla questione della Tav. "A torto - avverte Zingaretti - la si considera un problema torinese, piemontese, settentrionale. Ma il costo dell'incertezza lo pagano tutti gli italiani. L'arrogante leggerezza con cui il governo affronta un tema così delicato è l'immagine di come non si governa un Paese moderno". Salvini è favorevole ma fa capire che lo stallo è dovuto alle resistenze del M5S. "L'hanno capito tutti che l'Italia la governa Salvini. Il quale - aggiunge Zingaretti - fa prevalere l'interesse del partito su quello nazionale. È un lucro miserevole". "Non penso che le divergenze tra M5S e Lega siano sul progetto - continua riferendosi all'ipotesi di ridurre il tracciato - ma sull'opera in sé. Dossier, studi e contro studi servono solo a nascondere un gigantesco problema politico. Un gioco delle tre carte a spese del Paese. Non l'unico". "La Lega - dice ancora Zingaretti, analizzando il 'mutamento genetico' del movimento - nasce per rappresentare l'Italia produttiva, ma la Lega di Salvini è un'altra cosa. Nazionalista e regressiva. Ora i ceti più dinamici si accorgono che odio e paura non generano Pil e benessere. Siamo in un tornante della storia. Presto proprio in queste terre si romperà il patto più che ventennale con la Lega". Gli indicatori economici condannano il governo e fanno piazza pulita della propaganda. "Parlano i numeri. Dopo nove mesi produzione industriale -5,5%, fatturato -7,9%, spread oltre 250 insostenibile per imprese e famiglie, crollo della fiducia dentro e fuori il Paese. Gli imprenditori non scommettono sull'Italia, il decreto dignità provoca licenziamenti. Se il Pd avesse fatto la metà delle cose contro il Nord che ha fatto Salvini, saremmo stati messi alla gogna", conclude Zingaretti.
Per seguire l'attività di Nicola Zingaretti: sito web - pagina facebook