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Capitani non proprio coraggiosi

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele Fiano“Se il Tribunale dei Ministri dirà che devo essere processato andrò davanti ai giudici per dire che non sono un sequestratore”. Matteo Salvini, 27 Agosto 2018
Da qualche ora la musica è cambiata, qualcuno deve aver illustrato al “Capitano” i rischi reali di un vero processo penale. Per Salvini, adesso, il mantenimento degli impegni elettorali è la prima difesa da opporre alla richiesta di processo. Così parrebbe dalla lettera al Corriere della Sera.
La coerenza elettorale/politica sovrasta la possibile rilevanza penale di una condotta personale. Il Ministro rivendica infatti la difesa dei confini nazionali. Come a dire che lo sbarco di qualche decina di naufraghi da una nave, corrisponda ad un pericolo per i confini nazionali.
Aggiunge Salvini:” Il Senato nega l’autorizzazione a procedere ove reputi con valutazione insindacabile che, che l‘inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio delle funzioni di Governo”. ex Legge 1/1989
Qui siamo. Bloccare la discesa a terra di un gruppo di naufraghi salvati dalla morte in mezzo al Mediterraneo, corrisponde ad un preminente interesse pubblico? Corrisponde ad un interesse costituzionalmente rilevante?
Qui sta il nodo della vicenda, ma non solo di quella giudiziaria del Ministro Salvini. Qui sta il nodo di quest’epoca della politica.
La volontà esplicita di far prevalere la forza del consenso elettorale su qualsiasi altro potere dello Stato, è il cuore delle pulsioni populiste e nazionaliste che attraversano l’Europa, contro la visione pluralista della Democrazia di stampo liberale, questo è il cuore della difesa di Salvini.
Questo è il fulcro della proposta che fece Di Maio di Impeachment per il Presidente della Repubblica, questa la natura dell’attacco alla magistratura proposto da Salvini quando ne mise in evidenza la non elezione della stessa rispetto ai parlamentari. La stessa natura hanno avuto gli attacchi all'indipendenza della Banca d’Italia, o della CONSOB o di altre agenzie terze rispetto al potere esecutivo; e questo è anche lo snodo centrale che porta la maggioranza a voler approvare una riforma costituzionale che istituisce il referendum propositivo, su materie estesissime comprese quelle economiche e tributarie, esternalizzando il nesso principale del rapporto tra il Parlamento ed il Governo del paese, sulla principale legge parlamentare e cioè quella di bilancio. Con un sistema di scelta popolare che sarà limitato ad un si o ad un no su questioni rilevantissime e complesse.
Allora sotto questo angolo di visuale, il problema del voto che al Senato dovrà decidere della processabilità o meno del Ministro Salvini, è un voto storico, è un voto che decide dell’equilibrio dei poteri nel nostro sistema.
Non tenerne conto, significa non cogliere l’aspetto fondamentale della situazione italiana. E il porsi su una sponda o l’altra, farà la differenza tra chi crede e opera nella democrazia e chi no. Senza più nessuna ambiguità.

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