Fermare i populismi in Italia e in Europa

Intervento al convegno "All'armi sono sovranisti. Fermare i populismi in Italia e in Europa" (video).
Avremo bisogno di approfondire insieme temi che sono in discussione e che sono forse all’origine del successo delle forze sovraniste e populiste in una parte importante dell’Europa e dell’Occidente.
Sono quindi temi che sono all'ordine del giorno in tutte le democrazie moderne in Europa e non solo e che, oggettivamente, stanno cambiando il terreno del confronto politico e i modi di pensare e stanno sedimentando in fretta idee e valori molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto e che abbiamo dato per scontati per molti anni.
Per fare questo approfondimento e per capire meglio, c’è bisogno di un confronto continuo tra personalità europee che rappresentano partiti e movimenti che hanno ispirazioni e culture politiche diverse - socialisti, democratici, liberali, ambientalisti, progressisti - ma che hanno un denominatore comune: l'europeismo; la convinzione che l’Europa sia l’unico futuro possibile per il nostro Paese e per quest’area del mondo; con una impostazione che oggi poggia sulla necessità di cambiare l'Europa per rilanciarne i valori fondativi originari. Questa è la sfida enorme che abbiamo di fronte e su cui dobbiamo confrontarci nel concreto.
Nel secolo scorso abbiamo lottato per rompere i due blocchi in cui era diviso il mondo, per la caduta del Muro di Berlino.
Oggi, nei primi decenni del nuovo millennio, con altrettanta determinazione dobbiamo lottare per demolire quello che potremmo chiamare il Muro di Visegrad e per fermare il tentativo di svuotare, smontare e destrutturare le nostre democrazie, a partire dalla stessa Unione Europea.
Sappiamo che nei prossimi mesi avremo di fronte una campagna elettorale che ci porterà al voto per il rinnovo del Parlamento europeo nel prossimo mese di maggio.
Non sarà una campagna elettorale facile. Anzi, probabilmente sarà la campagna elettorale più difficile tra quelle che fino a oggi abbiamo affrontato, soprattutto guardando ai temi europei.
Tutti attribuiscono un valore importantissimo all’appuntamento con le elezioni europee e credo che dovremo tradurre sia la proposta sia le ragioni per cui questo appuntamento diventa fondamentale.
Siamo in un Continente in cui i sovranismi, pulsioni populiste e antipolitiche stanno dilagando in molti Paesi. Dobbiamo capirne le ragioni, che non possono essere ridotte solamente alla crisi cominciata nel 2007 e ai suoi effetti.
La crisi ha sicuramente approfondito le disuguaglianze e aggravato le sofferenze di parti importanti delle popolazioni. Questo è sicuramente un punto fondamentale.
È entrato in crisi un mondo e la globalizzazione ne è diventata responsabile ma soprattutto c’è stata una politica che non ha saputo governare gli effetti della globalizzazione.
Questo è uno dei temi su cui si fondano le proteste e si radicano i sovranismi e i populismi.
La politica non ha saputo governare gli effetti della globalizzazione di fronte alla crisi ed è vissuta come complice e da qui arrivano gli slogan sulle “banche contro il popolo” o “i mercati contro il popolo”.
Su questo credo che si fondi anche la semplificazione che ha dato successo alle forze sovraniste.
C’è poi anche il fatto che la politica e il consenso sono stati influenzati in una maniera assolutamente inedita dal web, che ha prodotto una divaricazione e un conflitto tra la democrazia rappresentativa classica per come l’abbiamo conosciuta, quella parlamentare nel caso italiano, e quella indefinita nebulosa che oggi, impropriamente, viene catalogata sotto la voce di "democrazia diretta".
In realtà, sotto la voce di "democrazia diretta", oggi nella pratica dei sovranismi e dei populismi, si è nascosto un modello in cui chi vince ha il diritto anche di ridurre gli spazi dell’opposizione, il peso delle garanzie, le stesse libertà, a partire da quella di stampa.
Oggi occorre contrapporsi a questo schema, riconquistare milioni di cittadini che si sono sentiti abbandonati dai nostri partiti e dai nostri movimenti e si sono sentiti soli ad affrontare la più grande crisi economica dell’Occidente e che hanno sentito l’Europa lontana dal loro quotidiano, anzi spesso l’hanno percepita come un problema, un impiccio o un nemico.
Questo, quindi, è il tema: come le forze che credono nell’Europa, insieme, qualunque sia la loro ispirazione, possono lavorare per cambiare l’Europa, cambiare la proposta politica dei riformisti per arrestare la deriva populista e per ridare fascino a quello che per me rimane un sogno ancora da realizzare che è quello europeo ed europeista.
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