Il diritto alla salute

Poliomielitica, zoppicava vistosamente nonostante una scarpa ortopedica cercasse di compensare la differenza tra le sue due gambe.
La mia quinta elementare, 1970. Una classe come tante, in quegli anni.
Ecco, forse è per questi ricordi che per me e per molti della mia generazione la parola “vaccino” evoca immediatamente qualcosa di positivo, di importante.
Se infatti oggi la polio è scomparsa in quasi tutto il mondo, se oggi possiamo considerare sconfitte molte altre malattie infettive e mortali lo dobbiamo soprattutto alla scoperta e diffusione dei vaccini. Gli esperti, le persone competenti, i dati ufficiali degli organismi nazionali e internazionali indipendenti sono chiarissimi e univoci: i vaccini hanno contribuito in modo essenziale a contrastare la diffusione di malattie pericolose, in particolare nei primi anni di vita dei bambini, e non c’è nessuna (ripeto nessuna) evidenza di significativi effetti collaterali negativi.
Abbiamo dato tutto questo troppo per scontato se negli ultimi anni, grazie anche ad un uso perverso della rete che ha rimbalzato in modo esponenziale notizie scientificamente infondate e false, si è diffuso un movimento contrario alla pratica dei vaccini e, in particolare in Italia, questo ha contribuito ad una preoccupante diminuzione della copertura vaccinale. Sono stati ancora una volta i dati, inequivocabili, a segnalare un aumento dei casi di bambini che si ammalavano, alcuni con conseguenze nefaste, per malattie che pensavamo di aver debellato, come il morbillo, e a costringere la politica ad interrogarsi sulla necessità di reintrodurre un principio di obbligatorietà per alcuni vaccini, vincolando a questa condizione la possibilità di iscrivere i bambini all’asilo e a scuola.
Una misura severa, ma indispensabile, per invertire un trend e raggiungere nuovamente percentuali di copertura vaccinale tali da garantire la cosiddetta “immunità di gregge”, cioè la ragionevole certezza di proteggere anche quella minoranza della popolazione che – per particolari condizioni di salute – non può essere vaccinata.
Di fronte a questo provvedimento – che ha comportato uno sforzo organizzativo notevole nel primo anno di attuazione sia per le strutture del SSN che per il sistema scolastico – il movimento NoVax ha intensificato la sua protesta ottenendo ascolto sia dal M5S (che sembra attratto irresistibilmente da tutto ciò che è contro il buon senso e la scienza) sia dagli stessi amministratori della Lega che hanno tentato – mancando l’obiettivo – di bloccare la legge nazionale ricorrendo alla Consulta.
Ma la demagogia – come le bugie – ha le gambe corte e ora è arrivato il momento della verità. Il Governo, per esplicita ammissione della Ministra Grillo, non intende cancellare l’obbligatorietà delle vaccinazioni ma non ha neppure il coraggio di difendere la norma e di attuarla. Da qui, prima la circolare della Ministra che, in nome di una presunta semplificazione, rischiava e rischia di aprire la strada ad una attuazione a macchia di leopardo. Poi, molto più grave, lo sciagurato emendamento approvato in Senato al Decreto cosiddetto Milleproroghe che – si badi bene – nemmeno questo elimina l’obbligo di vaccinazione bensì postpone di un anno l’applicazione della sanzione più efficace, cioè l’impossibilità di iscrivere i bambini a scuola. Con un doppio danno: uno simbolico e culturale, mandando alla collettività un messaggio di ritorno indietro rispetto alla strada coraggiosa imboccata un anno fa; l’altro, più concreto e odioso, creando incertezza e confusione e mettendo in pericolo nelle scuole proprio quei bambini più fragili che per motivi di salute non possono essere vaccinati. Non varrebbe nemmeno la pena di commentare la reazione della Ministra Grillo che, di fronte ad un’iniziativa parlamentare così sbagliata, ammettendo di fatto che essa produrrà rischi per la salute dei bambini immunodepressi, ipotizza la formazione di classi speciali. Se non fosse che stiamo parlando di una cosa molto seria, cioè del dovere di tutelare la salute pubblica e della necessità che chi ricopre incarichi politici e di governo sappia assumersi le responsabilità che ne derivano.
Per questi motivi, pur sembrando assurdo che un tema come i vaccini diventi materia di battaglia politica, dobbiamo fare di tutto per impedire che quell’emendamento diventi legge. Se ne tornerà a parlare a settembre alla Camera e credo che sia dovere del Pd promuovere da qui ad allora una mobilitazione civica più ampia possibile per spingere il Parlamento a tornare sui suoi passi. Di questo parleremo nelle nostre Feste de l’Unità e questo è il senso della nostra petizione “Il diritto alla salute dei bambini non si rinvia” che si può firmare online sul nostro sito www.partitodemocratico.it ma che vogliamo diventi soprattutto uno strumento di contatto diretto tra noi e i cittadini: nelle feste, nelle piazze, nei luoghi in cui le persone ricevono le cure, davanti alle scuole alla riapertura.
Non possiamo lasciare che una minoranza rumorosa, violenta e ignorante prenda il sopravvento e condizioni la maggioranza parlamentare. Anche tra gli eletti del M5S e della Lega ci sono genitori, competenze, persone responsabili e di buon senso ed è a loro che dobbiamo far arrivare un messaggio forte che parte dal basso, che chiede ragionevolezza e responsabilità. Perché con la salute dei bambini non si scherza.
Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web