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Il referendum costituzionale

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento alla trasmissione Coffee Break di La7 (video).

Alcune forze politiche hanno chiesto lo spacchettamento sui temi del Referendum ma la nostra opinione è che abbiamo proposto una Riforma Costituzionale che è stata approvata in Parlamento con 6 votazioni ed è opportuno che si voti su quella Riforma unitariamente.
Noi lo abbiamo fatto in Parlamento e ai cittadini dobbiamo chiedere di fare lo stesso al Referendum.
Preferirei, però, che chiudessimo le discussioni sullo spacchettamento e sulla data (che, oltretutto, non dipende dal Governo) e cominciassimo a concentrarci sul merito del quesito da sottoporre agli italiani.
Andiamo al Referendum a votare una Riforma Costituzionale che, sul merito, continua a convincerci e - come ha detto in modo chiaro anche Renzi - su questo dobbiamo confrontarci.
Capisco che c’è un interesse da parte di alcune forze politiche a buttare la discussione su Renzi.
Capisco che l’opposizione preferisca trasformare il Referendum Costituzionale in un Referendum sul Governo o su Renzi, perché sul merito della Riforma avrebbero poco da dire, ma personalmente preferirei stare sui contenuti della legge e sono convinto che i 500 milioni di risparmio o i parlamentari in meno, così come altre norme di questa legge, convinceranno i cittadini.
La Riforma proposta dalla bicamerale di D’Alema era molto più decisa (riformava la magistratura e i poteri dello Stato) ma poi non ha avuto successo. Questa Riforma, dal punto di vista di D’Alema che afferma di votare no al referendum, forse, è una riforma troppo tenera.
La Riforma Costituzionale che aveva predisposto il centrodestra, invece, differiva da quella attuale su alcune questioni sostanziali: modificava i poteri dell’esecutivo (perché dava al Presidente del Consiglio la possibilità di sciogliere le Camere) e introduceva la Devolution mentre su altri temi era più tiepida (la riduzione del numero dei parlamentari e il cambiamento del Senato era previsto che sarebbero avvenuti progressivamente entro un certo numero di anni e non subito).
Sbaglia, infine, chi sostiene che questo Parlamento non è legittimato a fare le riforme. La sentenza della Corte Costituzionale riguardante il Porcellum diceva che comunque l’attuale Parlamento è legittimato ad operare e a decidere e, quindi, la Riforma Costituzionale sta dentro a ciò.
Renzi – richiamando le parole di Giorgio Napolitano quando è stato rieletto alla Presidenza della Repubblica, ha più volte ricordato che questo Governo e questa legislatura sono costituenti, nati per fare le riforme. È evidente, quindi, che se la Riforma Costituzionale non passasse bisognerebbe dire che la missione di questo Governo e di questa legislatura sarebbe fallita, per cui se ne trarrebbero le conseguenze.

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