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Gallerie d’Italia

Written by La Stampa.

Milano Gran mostra da non lasciarsi scappare questa alle Gallerie d’Italia intitolata “Painting is Back”. Soprattutto se si è molto giovani o si hanno dei ragazzi con cui andarci; o anche se si coltiva, sugli anni Ottanta, qualche consumato pregiudizio da sfatare, magari sull’edonismo reaganiano o sulla Milano da bere.
La rassegna a cura di Luca Massimo Barbero, in corso fino al 3 ottobre, ci dimostra che gli spiriti e gli umori degli Ottanta erano più complessi e interessanti. E che per esempio in quel periodo molti artisti formidabili si ritrovarono, autonomamente oppure in gruppo, a riscoprire il gusto della pittura e del disegno, dopo anni di arte concettuale in cui il gesto e la materia avevano preso il sopravvento sulle tecniche tradizionali.
La mostra procede dichiaratamente «per affondi» ma parte da lontano, cioè dal gruppo della Transavanguardia che, dalla fine dei Settanta, già aveva cominciato a mettere tutto in discussione. Sfilano molte opere interessantissime di Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Nicola De Maria, oltre agli Schifano, i Salvo, i Franco Angeli; e a un paio di sublimi Carol Rama pieni di erotismo e di poesia.
Dipanandosi lungo gli anni e le esperienze, ecco poi, tra i 57 tesori che compongono la rassegna, le fantasie indiane di Luigi Ontani e il “Guardiano” di Mario Merz, il “Notturno romano” di Franco Angeli e due grandi quadri equestri di Schifano, il “Masaniello” di Ernesto Tatafiore, le “Piscine” di Alighiero Boetti, i Rotella più abbaglianti, i sultani di Aldo Mondino e i paesaggi della Magna Grecia di Salvo. Con due pezzi forti assoluti. Al centro della prima sala l’installazione di Studio Azzurro intitolata “Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg)”, due serie di 12 monitor attraversati da un nuotatore che percorre la sua corsia, più un enigmatico orologio che frammenta il tempo. E a dominare l’ultima la tela monstre di Enrico Baj “Il mondo delle idee”: 19 metri puramente patafisici di graffiti a spray, realizzati nel 1983 ma di un’attualità che ci fa sobbalzare (piazza Scala 6, 8/10 euro, www.gallerieditalia.com).

Fonte: La Stampa