Lo scudo antispread
Articolo di Patrizia Toia.
A causa della caduta del Governo Draghi, ad opera dei populisti e della destra sovranista, anche le recenti misure di politica monetaria ed economica europee, come il TPI, troveranno l'Italia in condizioni di maggiore fragilità e ci sarà il rischio di perdere gli effetti positivi di queste misure o di pagarne un prezzo molto alto.
Conte, Salvini e Berlusconi stavolta "l'hanno fatta grossa" e hanno dato una mano rilevante ai falchi europei che certo non sono amici dell'Italia.
Tutto ciò in coincidenza con la fine di una politica monetaria "accomodante" della BCE che ieri ha alzato i tassi di interesse dello 0,5% per bloccare l'inflazione.
Contemporaneamente, infatti, è stato approvato lo strumento chiamato Transmission Protection Instruments (TPI), per frenare i prevedibili rialzi dello spread e per permettere acquisti della BCE sulla base dei rischi che i paesi correranno.
Le condizioni per essere paese beneficiario del TPI sono almeno 4 e sono piuttosto stringenti: dal rispetto delle regole del bilancio UE al rispetto rigoroso dei piani dei PNRR nazionali e delle raccomandazioni fiscali del semestre europeo.
Le possibilità offerte dal TPI potranno essere utili al nostro Paese, esposto, anche da questa ingiustificata e imperdonabile crisi politica, ai rischi delle dinamiche disordinate del mercato.
Ma il TPI potrebbe anche esporre il nostro Paese al rigore di un controllo molto severo, al limite del "commissariamento", soprattutto in presenza di un governo che volesse violare gli impegni presi con l'UE e avesse velleità e comportamenti antieuropei.
Di fronte alla discrezione della BCE sarà determinante la capacità negoziale del nostro Paese e del nostro Governo.
I primi proclami elettorali leghisti e l'annuncio di un "programma avveniristico" da parte di un Berlusconi ormai arruolato da una destra scomposta non promettono per niente bene.
Ecco perché la vittoria di un fronte europeista, progressista e riformista guidato dal Pd, è l'unica strada per il futuro dell'Italia.
A causa della caduta del Governo Draghi, ad opera dei populisti e della destra sovranista, anche le recenti misure di politica monetaria ed economica europee, come il TPI, troveranno l'Italia in condizioni di maggiore fragilità e ci sarà il rischio di perdere gli effetti positivi di queste misure o di pagarne un prezzo molto alto.
Conte, Salvini e Berlusconi stavolta "l'hanno fatta grossa" e hanno dato una mano rilevante ai falchi europei che certo non sono amici dell'Italia.
Tutto ciò in coincidenza con la fine di una politica monetaria "accomodante" della BCE che ieri ha alzato i tassi di interesse dello 0,5% per bloccare l'inflazione.
Contemporaneamente, infatti, è stato approvato lo strumento chiamato Transmission Protection Instruments (TPI), per frenare i prevedibili rialzi dello spread e per permettere acquisti della BCE sulla base dei rischi che i paesi correranno.
Le condizioni per essere paese beneficiario del TPI sono almeno 4 e sono piuttosto stringenti: dal rispetto delle regole del bilancio UE al rispetto rigoroso dei piani dei PNRR nazionali e delle raccomandazioni fiscali del semestre europeo.
Le possibilità offerte dal TPI potranno essere utili al nostro Paese, esposto, anche da questa ingiustificata e imperdonabile crisi politica, ai rischi delle dinamiche disordinate del mercato.
Ma il TPI potrebbe anche esporre il nostro Paese al rigore di un controllo molto severo, al limite del "commissariamento", soprattutto in presenza di un governo che volesse violare gli impegni presi con l'UE e avesse velleità e comportamenti antieuropei.
Di fronte alla discrezione della BCE sarà determinante la capacità negoziale del nostro Paese e del nostro Governo.
I primi proclami elettorali leghisti e l'annuncio di un "programma avveniristico" da parte di un Berlusconi ormai arruolato da una destra scomposta non promettono per niente bene.
Ecco perché la vittoria di un fronte europeista, progressista e riformista guidato dal Pd, è l'unica strada per il futuro dell'Italia.
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