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I No al referendum sulla Giustizia

Written by Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli a La7.

Il quesito referendario non parla di togliere solo la custodia cautelare in carcere ma di eliminare qualunque misura di prevenzione quando un giudice ravvisa il rischio di reiterazione del reato.
Altro che mettere chi delinque in carcere e buttare via le chiavi! Mi pare che i cittadini abbiamo capito bene, dai sondaggi sul voto.
Uno stalker, anche colto in flagranza di reato, ad esempio, non può subire niente, né un braccialetto elettronico, né l’obbligo a mantenere una certa distanza dalla vittima. Lo stesso vale per chi truffa gli anziani, chi spaccia senza uso di armi.
Penso che questo sia grave e preoccupante.
Così come penso che, sulla Legge Severino, gli elettori abbiano chiaro che è giusto ciò che abbiamo proposto da molto tempo, cioè una modifica della legge - da fare in Parlamento - per non sospendere un sindaco se è stato solo condannato in primo grado ma è sbagliato interrompere invece il percorso di una misura amministrativa che impedisce di candidarsi o di stare nelle istituzioni a soggetti condannati per reati gravi o di mafia. Il principio alla base della Legge Severino è giusto.
C’è un’altra rimozione in questa discussione sulla giustizia.
Io credo che in Italia la giustizia non funzioni per colpa della magistratura, della politica e di tutti.
La fiducia cala nel momento in cui si deve dare risposte e, invece, si continua ad orientarsi in un dibattito tutto ideologico di magistratura contro la politica e viceversa; garantisti contro giustizialisti.
Bisogna fare riforme per accelerare i processi e dare tempi certi e il paradosso è che le stiamo facendo: abbiamo fatto la riforma del processo civile e del processo penale, stiamo facendo la riforma dell’ordinamento giudiziario, abbiamo fatto la riforma della presunzione di innocenza. Molte di queste cose sono sparite dal dibattito ma invece vanno raccontate.
Il tentativo di dare soluzioni ai problemi che spingono i cittadini a non avere fiducia nella giustizia è già in corso e in atto.

Video dell’intervento» 

Credo che la riforma dell’ordinamento giudiziario che è già stata approvata alla Camera dei Deputati vada oltre e sia più avanti dei singoli quesiti referendari che riguardano l’ordinamento giudiziario.
Con il testo approvato, infatti, si mette mano alla riforma del meccanismo elettorale per il CSM, cosa che non fa il referendum se non per l’aspetto della raccolta delle firme per supportare le candidature.
Con la riforma si interviene anche sulla regolamentazione sul disciplinare.
La riforma permette il cambio di funzioni per i giudici una sola volta e non c’è una generica abrogazione.
Inoltre, la riforma riconosce maggior peso nelle valutazioni anche da parte dell’avvocatura e degli ordini professionali.
Credo, quindi, che siamo già avanti.
Sarebbe stato sbagliato approvare la legge prima del referendum perché, probabilmente, avrebbe messo in discussione i tre quesiti all’ultimo minuto ma la riforma dell’ordinamento giudiziario, pur con tutti i limiti, è in corso. Molte difficoltà sono nate dal fatto che abbiamo dovuto mettere insieme opinioni molto diverse ma credo che complessivamente sia una buona riforma, equilibrata e, come ha detto Draghi, serve anche alla magistratura per recuperare credibilità.
A me non piace l’insistenza sulla separazione delle carriere perché c’è un non detto per cui i giudicanti alla fine, essendo sottoposti allo stesso strumento di autogoverno degli inquirenti, stanno sempre da quella parte. Mi pare, però, che gli stessi proponenti del referendum continuino a denunciare il fatto che ci sono troppe assoluzioni rispetto ai rinvii a giudizio. Mi pare, però, che questo dimostri in modo evidente che la magistratura giudicante agisce in autonomia.
Se questa, dunque, è la ragione che ha mosso il referendum, è sbagliata.
Credo, invece, che serva una risposta della magistratura e della politica dopo le vicende di Palamara, che hanno dimostrato che le scelte anche dell’organo di autogoverno della magistratura non sono sempre fatte per merito e questo non va bene ai cittadini. Per questa ragione dobbiamo dare un’altra legge.

Video dell’intervento» 

Due quesiti sono sbagliati e pericolosi: quello sull’abolizione delle misure cautelari per il rischio di reiterazione del reato e quello sull’abrogazione della Legge Severino. Gli altri quesiti sono superati di fatto dal lavoro che si è fatto in Parlamento.
Voglio dire anche ai magistrati che questo Parlamento e la politica hanno lavorato per accelerare i processi.
La riforma del processo civile e del processo penale vanno in questa direzione, come il fatto che verranno assunte 18mila persone per lavorare negli uffici del processo per aiutare i magistrati a smaltire gli arretrati e accelerare i processi può portare al risultato che interessa ai cittadini, cioè la riduzione dei tempi dei processi del 40% per il civile e del 30% per il penale, come chiesto anche per ottenere le risorse per il PNRR.

Video dell’intervento» 

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