10 proposte, 10 tappe per la piena autonomia strategica dell’UE

Articolo di Patrizia Toia.
Sembra di andare controcorrente quando si parla di “autonomia strategica” nel momento in cui il mercato è soggetto a mille colpi: dal costo del gas, dalla penuria delle materie prime ed essenziali, all’interruzione delle catene di approvvigionamento e del valore in molti settori, ma è indispensabile farlo se non vogliamo che l’Europa diventi un continente marginale e fragile invece che un campione industriale tra i primi nel mondo, come è stata fino ad ora.
La finalità è ridurre la dipendenza dagli attori esterni, aumentare la resilienza del sistema, accrescere la capacità produttiva, garantire la sostenibilità e l’innovazione e mantenere il tutto in una logica di market friendly. É possibile? Si, anche se arduo.
Si, anche se tra tutte le priorità bisognerà fare una scala e forse, in qualche caso, sacrificare l’integrità dei mercati settoriali come quello energetico per garantire il funzionamento degli altri mercati, come il manifatturiero, i sevizi, il trasporto e il bilancio delle famiglie.
Oggi più che mai tra tutte le priorità si pone quella della sicurezza, cioè l’indipendenza dei settori strategici nell’attuale tragica contingenza geopolitica.
Il Green Deal e la decarbonizzazione al 2050 sono una risposta irrinunciabile come centrale é diventata la sostenibilità e la compatibilità economica del sistema energetico.
Ecco perciò 10 proposte fondamentali che sono come le tappe in questo cammino:
ENERGIA
Istituire un meccanismo di aggiudicazione congiunta per la fornitura di gas e le riserve strategiche di gas per rafforzare e stabilire un livello minimo obbligatorio di stoccaggio del gas in ciascuno Stato membro;
Proteggere le persone che vivono in condizioni di povertà energetica dalle fluttuazioni dei prezzi;
Accelerare la procedura di autorizzazione per le energie rinnovabili (energia solare, eolica, idrogeno, idroelettrica, off-shore, mareomotrice, ecc.)
Promuovere gli investimenti nel principio dell’efficienza energetica al primo posto;
Ridurre la domanda complessiva di energia, agendo sul risparmio e sul consumo consapevole;
RICERCA, TECNOLOGIA E INDUSTRIA
· Potenziare le start-up dell’UE in ecosistemi favorevoli all’innovazione e massimizzare il potenziale UE di R&I e la sua eccellenza in modo più uniforme in tutta l’Unione.
· Introdurre il concetto di “primo sfruttamento commerciale dell’UE” che darà priorità ai progetti eccellenti che prevedono di commercializzare in primo luogo i risultati della R&I in tutta l’Unione.
· Investire in nuove tecnologie per lo stoccaggio dell’elettricità e nell’up stream delle tecnologie ambientali al fine di promuovere la penetrazione delle energie rinnovabili e lo sviluppo dell’idrogeno;
· Sviluppare un certo livello di capacità strategiche dell’UE anche attraverso alleanze industriali in settori strategici;
· Istituire un meccanismo/un’agenzia comune per l’approvvigionamento e la gestione delle materie prime essenziali al fine di evitare perturbazioni della catena di approvvigionamento.
Sembra di andare controcorrente quando si parla di “autonomia strategica” nel momento in cui il mercato è soggetto a mille colpi: dal costo del gas, dalla penuria delle materie prime ed essenziali, all’interruzione delle catene di approvvigionamento e del valore in molti settori, ma è indispensabile farlo se non vogliamo che l’Europa diventi un continente marginale e fragile invece che un campione industriale tra i primi nel mondo, come è stata fino ad ora.
La finalità è ridurre la dipendenza dagli attori esterni, aumentare la resilienza del sistema, accrescere la capacità produttiva, garantire la sostenibilità e l’innovazione e mantenere il tutto in una logica di market friendly. É possibile? Si, anche se arduo.
Si, anche se tra tutte le priorità bisognerà fare una scala e forse, in qualche caso, sacrificare l’integrità dei mercati settoriali come quello energetico per garantire il funzionamento degli altri mercati, come il manifatturiero, i sevizi, il trasporto e il bilancio delle famiglie.
Oggi più che mai tra tutte le priorità si pone quella della sicurezza, cioè l’indipendenza dei settori strategici nell’attuale tragica contingenza geopolitica.
Il Green Deal e la decarbonizzazione al 2050 sono una risposta irrinunciabile come centrale é diventata la sostenibilità e la compatibilità economica del sistema energetico.
Ecco perciò 10 proposte fondamentali che sono come le tappe in questo cammino:
ENERGIA
Istituire un meccanismo di aggiudicazione congiunta per la fornitura di gas e le riserve strategiche di gas per rafforzare e stabilire un livello minimo obbligatorio di stoccaggio del gas in ciascuno Stato membro;
Proteggere le persone che vivono in condizioni di povertà energetica dalle fluttuazioni dei prezzi;
Accelerare la procedura di autorizzazione per le energie rinnovabili (energia solare, eolica, idrogeno, idroelettrica, off-shore, mareomotrice, ecc.)
Promuovere gli investimenti nel principio dell’efficienza energetica al primo posto;
Ridurre la domanda complessiva di energia, agendo sul risparmio e sul consumo consapevole;
RICERCA, TECNOLOGIA E INDUSTRIA
· Potenziare le start-up dell’UE in ecosistemi favorevoli all’innovazione e massimizzare il potenziale UE di R&I e la sua eccellenza in modo più uniforme in tutta l’Unione.
· Introdurre il concetto di “primo sfruttamento commerciale dell’UE” che darà priorità ai progetti eccellenti che prevedono di commercializzare in primo luogo i risultati della R&I in tutta l’Unione.
· Investire in nuove tecnologie per lo stoccaggio dell’elettricità e nell’up stream delle tecnologie ambientali al fine di promuovere la penetrazione delle energie rinnovabili e lo sviluppo dell’idrogeno;
· Sviluppare un certo livello di capacità strategiche dell’UE anche attraverso alleanze industriali in settori strategici;
· Istituire un meccanismo/un’agenzia comune per l’approvvigionamento e la gestione delle materie prime essenziali al fine di evitare perturbazioni della catena di approvvigionamento.
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