Print

Dal Governo scelte giuste

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold.

Mi pare che il Governo abbia fatto una scelta complicata e anche molto discussa all’interno della maggioranza. È una scelta che avremmo voluto un po’ più drastica, però, è volta a ridurre al massimo gli spazi per chi non è vaccinato e, quindi, a incentivare chi ancora non si è vaccinato a farlo, in quanto mi pare che tutti i dati, anche in presenza delle nuove varianti del virus, con omicron che è particolarmente contagiosa, dicano che il vaccino è una barriera che consente oggi di ridurre di molto gli effetti negativi e devastanti che ci sono stati lo scorso anno a causa della pandemia.
Il Generale Figliuolo ieri diceva che siamo in presenza di un numero di contagi molto più alto dello scorso anno ma a questo corrisponde meno della metà delle terapie intensive e dei ricoveri e la stragrande maggioranza di chi è in terapia intensiva non è vaccinato.
È giusto, quindi, mettere in campo tutte quelle iniziative che vanno nella direzione di far vaccinare le persone, come nel caso degli over 50, anche rendendo obbligatoria la vaccinazione.
Noi avremmo voluto di più, però mi pare che questa sia la logica delle norme decise dal Governo che entrano in vigore oggi.

Credo che anche sulla questione della scuola si sia fatta la scelta giusta.
Abbiamo scelto giustamente una strada con tutte le misure per limitare i rischi.
Abbiamo scelto di tenere aperte l’economia e la vita sociale. Grazie al vaccino, abbiamo quindi potuto fare una scelta diversa rispetto a quella che abbiamo dovuto prendere lo scorso anno, imponendo il lockdown.
Non si capisce quindi perché, con la vita sociale, la vita economica e culturale che abbiamo voluto tenere aperte, adesso bisognerebbe chiudere le scuole e scegliere di ritornare ovunque con la didattica a distanza.
Si sono presi provvedimenti per garantire la sicurezza a scuola, come l’obbligo delle mascherine FFP2, che credo che debba diventare cogente, anche grazie all’impegno del Governo a fornirle gratuitamente non solo agli insegnanti - che devono essere tutti vaccinati - ma anche agli studenti.
C’è poi il tema di mettere in campo tutte le tecnologie possibili per areare le scuole.
C’è il tema dell’assunzione di 35mila insegnanti per far fronte alle eventuali carenze di personale.
Ci sono norme chiare che dicono cosa succede nelle diverse classi se c’è un contagiato.
Con questo pacchetto di provvedimenti, quindi, credo che si possa andare a scuola tranquillamente.
Se ci saranno problemi di contagio, la didattica a distanza sarà una soluzione ma non si può partire dalla didattica a distanza.
Questa generazione di studenti deve poter studiare a scuola - lo abbiamo sempre detto – perché ha questo diritto e dobbiamo fare di tutto per garantirlo.

Penso che ci dobbiamo mettere dentro la logica che ha ispirato tutti i provvedimenti perché non possiamo pensare che ieri sera ci sono stati gli stadi pieni con migliaia di persone, giustamente in tanti hanno rivendicato la possibilità di proseguire le attività economiche, le attività sportive, le attività culturali e quando parliamo di scuola, invece, questo ragionamento non vale più.
Chiudere le scuole e fare la didattica a distanza come scelta prioritaria può penalizzare tante famiglie, tanto più nel momento in cui decidiamo di tenere aperte tutte le attività economiche. Le famiglie che hanno due persone che devono lavorare, infatti, verrebbero penalizzate.
Inoltre, mi permetto di insistere soprattutto sul fatto che c’è una generazione di studenti che negli ultimi due anni ha passato un anno e mezzo fuori dalla scuola e tutti stanno spiegando che il deficit formativo che questo ha prodotto è enorme.
Noi stiamo rischiando di penalizzare oltremodo una generazione.
Se ci sono dei contagiati a scuola, ci sono anche dei protocolli chiari su come comportarsi e ovviamente in quei casi è prevista la didattica a distanza, però la scelta di partenza non può non essere quella di aprire le scuole.
Abbiamo già visto la proposta di iniziare ad andare in didattica a distanza per 15 giorni che poi sono stati prolungati e sono diventati fino a 6 mesi. Credo, quindi, che provare questa strada di frequentazione delle lezioni in presenza sia necessario.

Nessuno sta dicendo che bisogna tenere aperte le scuole in presenza a tutti i costi anche in presenza di numerosi contagi.
È evidente, infatti, che se ci sono contagi, bisogna fare in modo di evitare che si diffondano, così come prevedono i protocolli mettendo la classe in didattica a distanza per 10 giorni oppure mettendo i non vaccinati in didattica a distanza e consentendo ai vaccinati di continuare ad andare in presenza.
Non si tratta, quindi, di far finta di niente ma di avere come opzione di partenza il fatto che si vada a scuola in presenza.
Venerdì scorso hanno già aperto molte scuole e si sono verificate situazioni in cui ci sono stati contagi e si è ripresa la didattica a distanza mentre in altre scuole si è continuato ad andare in presenza perché è stato possibile.
Francamente, non capisco come si possa pensare che la scuola sia un fattore di rischio e di contagio più dello stadio, più delle feste che si sono fatte, più dei ristoranti (dove giustamente stiamo senza mascherina mentre a scuola la mascherina FFP2 va tenuta). Perché la scuola dovrebbe essere più pericolosa di altre situazioni in cui ci sono assembramenti o rischi concreti di contagio?
La scuola in presenza ha un grande valore e dobbiamo provare a preservarlo.

Immagino che la strategia dell’obbligo graduale significhi che si cominci a vaccinare dagli over 50, cioè le persone che senza vaccino rischiano di più di ammalarsi in modo grave e rischiano anche di diffondere di più il virus.
I dati scientifici dicono che con il vaccino il rischio di finire in terapia intensiva è molto basso (il rapporto è di 1 vaccinato e 36 non vaccinati). Credo, quindi, che si debba tutelare anche la collettività.
Immagino che Draghi, in conferenza stampa, spieghi che, oltre alle norme che sono entrate in vigore oggi, si vada avanti in questa direzione, sempre più verso l’obbligo vaccinale anche per altre fasce di età. Si tratta, infatti, di norme in base a cui chi continua a decidere di non vaccinarsi viene di fatto escluso da gran parte della vita sociale.

Il vaccino è sicuro. Mi pare che ormai sia chiaro.
Non ho letto di tragedie quotidiane causate dai vaccini.
Il vaccino è sicuro ed è un medicinale preventivo e, come tutti i medicinali, in alcuni casi sporadici, può avere degli effetti negativi.
Mi pare che, in Italia, 56 milioni di persone di tutte le età hanno fatto i vaccini e il problema continua a essere il come sconfiggere il covid.
I vaccini hanno aiutato a ridurre la mortalità e le conseguenze gravi del covid.
Non mi pare che i vaccini possano essere additati come responsabili di morte o di gravi malattie: non c’è questo in nessuna evidenza scientifica. Abbiamo vaccinato 56 milioni di persone e ce ne saremmo accorti se fosse accaduto qualcosa del genere.

Noi ci siamo battuti in queste settimane affinché ci fosse l’obbligo vaccinale per tutti o almeno per tutti i lavoratori.
Questa è una scelta che ad oggi il Governo non è stato in grado di fare perché la maggioranza su questa questione era ed è divisa perché ci sono forze, a partire dalla Lega che ritengono sbagliato anche l’obbligo vaccinale per gli over 50, quindi era necessario trovare una posizione che facesse sintesi e consentisse di introdurre l’obbligo vaccinale ed è stato fatto a partire dagli over 50.
Il gradualismo su cui Draghi ha preannunciato un intervento mi auguro che sia l’estensione dell’obbligo vaccinale, soprattutto se i dati dei contagi resteranno quelli che abbiamo visto.

È anche sbagliato dire che le persone che non si sono vaccinate finora siano tutte no vax o seguaci di teorie assurde oppure sono figlie di una cultura antiistituzionale per cui qualsiasi cosa facciano le istituzioni non va bene e va rifiutata.
Ci sono persone che hanno preoccupazioni reali e hanno paura per ragioni diverse e penso che lì ci sia uno spazio per continuare a lavorare e credo che sia il super-green-pass che l’obbligo vaccinale su queste persone possano avere un effetto positivo, come mi pare che stia succedendo, perché il numero esponenziale di aumento delle vaccinazioni di over 50 nelle prime dosi dimostra che alcune preoccupazioni possono essere superate di fronte ad un’insistenza dello Stato.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook