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La salute, l'economia, il lavoro, le pensioni

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.

I dati sulle vaccinazioni confermano che la prospettiva del super green pass sta producendo effetti positivi. Si vede, infatti, che è ripresa in maniera significativa la somministrazione di prime dosi di vaccino e questo vuol dire che ci sono persone che hanno deciso di vaccinarsi ora per vivere liberamente e, quindi, è il segno che il super green pass funziona come deterrente e come misura per spingere le persone a vaccinarsi.
Dobbiamo anche proseguire sulla strada che da tempo stiamo perseguendo, cioè il cercare di mantenere il più alto numero dei vaccinati possibili. Questo sta preservando il nostro Paese, anche rispetto a ciò che avviene negli altri Paesi europei, da rischi di lockdown o altro.
Non mi pare che in questo momento ci sia ancora la prospettiva di dover ricorrere all’obbligo vaccinale. Non continuiamo ad agitare questo. Prendiamo atto che, grazie al lavoro che stiamo facendo, se guardiamo la piantina dell’Europa, ci sono tutti i Paesi in rosso eccetto Italia e Spagna e abbiamo avuto anche un riconoscimento importante da Angela Merkel.
Andiamo avanti a lavorare così e credo che riusciremo a difendere le nostre festività e soprattutto le nostre attività economiche, sociali e culturali.

Dobbiamo continuare a fare bene quello che stiamo facendo.
Il green pass rafforzato sta producendo un aumento delle prime dosi e, quindi, dei vaccinati.
Dobbiamo rafforzare di nuovo le misure di prevenzione e molti sindaci stanno già lavorando in questo senso, con l’obbligo di mascherina e distanziamento.
Se la scienza e i dati clinici diranno che non basta, dovremo prendere altre misure.
Obbligo vaccinale può voler dire diverse cose. Nei Paesi europei che lo stanno introducendo ci sono misure diverse.
Penso, però, che sarebbe meglio non arrivare all’obbligo vaccinale perché questo vorrebbe dire che le misure che sono state messe in campo anche ora funzionano e producono effetti positivi.


C’è un tema che riguarda la necessità di ripensare il welfare e i sistemi di protezione di fronte a ciò che sta cambiando nella demografia.
Il Censis diceva che tra pochi anni ci saranno due over 60 ogni giovane in Italia e, quindi, c’è un tema di assistenza, aiuto e protezione sociale.
Non è vero, comunque, che non si sta facendo nulla su questo.
La compartecipazione delle Regioni e del pubblico sulle spese per le case di riposo potrebbe essere aumentata, però, se penso alla questione delle badanti, in questa fase di pandemia c’è sempre stata una grande attenzione a sostenere con detrazioni e bonus economici le famiglie che ne hanno avuto bisogno.
Anche adesso, con il lavoro sulla Legge di Bilancio, ci sono molti emendamenti e nella stessa legge sono già previste risorse per aiutare la non autosufficienza.
Penso che il tema sia che non dobbiamo lasciare sole le famiglie.
Si fa ancora troppo poco se vediamo ciò che si sta facendo in rapporto all’enormità dei dati del Censis sull’invecchiamento della popolazione, che è molto diverso dal passato. Per questo dovremo saper costruire le risposte.
Le risorse che arrivano dall’Europa con il PNRR anche su questo possono essere un’importante occasione.

Ci sono dati in controtendenza rispetto al passato che indicano che l’Italia sta crescendo economicamente.
L’economia funziona. Adesso, però, la politica deve essere capace di mettere questa crescita a disposizione di un processo che possa aiutare le persone, soprattutto quelle che sono in difficoltà, e a ridurre le diseguaglianze, perché il dato occupazionale mostra che non solo il lavoro autonomo ma anche quello a tempo indeterminato non aumenta.
C’è un aumento significativo dell’occupazione precaria con grandi difficoltà soprattutto per i giovani e le donne e nelle aree territoriali più difficili. Per questo serve che anche questa Legge di Bilancio metta in campo incentivi per assumere a tempo indeterminato soprattutto giovani e donne e principalmente al Sud.
Questa è la proposta che abbiamo fatto, perché la politica deve mettere in campo iniziative per incentivare la stabilizzazione del lavoro.
Se la crescita non si traduce in condizioni migliori e più stabili, che garantiscano prospettive di vita diverse per tanti cittadini credo che sia un problema.
Nella Legge di Bilancio, rispetto alle questioni che riguardano le pari opportunità, c’è anche un’iniziativa molto importante con cui si investono molti soldi per superare quello che, a mio avviso, è uno scandalo in un Paese civile, cioè la differenza salariale tra uomini e donne. Questo va superato ed è giusto che il Governo metta in campo risorse per finanziare iniziative che superino questo gap.


Penso che ci sia un tema che riguarda l’inflazione, che legato alla crisi economica produce quel meccanismo tra domanda e offerta che porta ad aumentare i prezzi. Questo tema che va oltre il problema energetico e riguarda l’aumento dei costi delle materie prime importanti per tante produzioni, soprattutto quelle legate all’elettronica.
Credo che su questo ci siano alcune cose da fare. Il Governo si è già impegnato a stanziare tre miliardi per intervenire sull’aumento delle bollette, evitando di pesare sulle famiglie e, quindi, riducendo i costi.
L’altra questione è che credo che, di fronte all’inflazione, diventi assolutamente necessario che i tagli delle tasse siano concentrati sui lavoratori che hanno bisogno di un’inversione di tendenza. Sono troppi anni, infatti, che i salari dei lavoratori non aumentano e diminuisce il potere d’acquisto. Tagliare le tasse sul lavoro, lasciando ai lavoratori più soldi in busta paga è, dunque, un modo necessario anche di fronte all’inflazione per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie.

Ci saranno 8 miliardi di taglio alle tasse andranno a beneficio di lavoratori e di pensionati e, quindi, anche questo intervento dovrebbe aumentare il potere di acquisto dei pensionati.
C’è poi un problema serio complessivo rispetto alle pensioni che va affrontato. Credo, infatti, che ci sia bisogno di garantire redditi adeguati ai pensionati. Dato che ormai siamo in un regime contributivo e si avranno pensioni commisurate a quanto si versa e non all’ultimo stipendio, adesso dobbiamo pensare in prospettiva a come garantire una pensione minima dignitosa a chi oggi è giovane e fa lavori precari e farà fatica con i contributi ad arrivare ad avere a pensioni adeguate e, quindi, bisognerà mettere in campo risorse per questo.


Al di là di quanto si siano controllati gli aumenti di prezzo quando fu introdotto l’euro, mi pare che in questi ultimi anni, soprattutto di fronte alla pandemia, abbiamo avuto la prova che, senza l’Europa, il Paese sarebbe messo malissimo e rischierebbe una crisi sociale enorme.
Fortunatamente c’è l’Europa e ci sono politiche comuni.
L’Europa finalmente ha superato i suoi vincoli burocratici e ha messo in campo risorse per aiutare i Paesi e le persone e oggi possiamo contare su oltre 200 miliardi di PNRR, che senza l’Unione Europea non ci sarebbero, e anche per questo l’economia sta ripartendo.

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