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Il ruolo delle Università nella lotta alla mafia

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Commissione Antimafia durante l'audizione del professor Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, e del professor Stefano D'Alfonso, sugli esiti della ricerca dal titolo "L'Università nella lotta alle mafie" (video).

Intervengo perché credo che tocchi anche a noi valorizzare un lavoro frutto di un percorso importante che è cominciato nella scorsa Legislatura grazie soprattutto al professor Manfredi, che allora era Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università e volle costruire un percorso anche di confronto.
Tutto, infatti, iniziò con un confronto aperto su quale poteva essere il ruolo e il contributo che l’Università poteva dare contro le mafie.
Quel lavoro ha gemmato molto: ci sono state molte iniziative che si stanno implementando e su cui si sono visti e si stanno vedendo i risultati.
Penso, dunque, che non ci sia solo un tema di chiarimento sul fatto che l’Università italiana debba essere una dei protagonisti nella lotta alla mafia e che può svolgere un ruolo importante, culturale, di sensibilizzazione.
A me pare che l’esperienza di questi anni indichi anche altro.
Innanzitutto, la ricerca può dare un contributo straordinario nella lotta alla mafia.
Guardando alla ricerca dell’Università degli Studi di Milano fatta nella scorsa Legislatura sulle presenze mafiose e in particolare ‘ndranghetiste al Nord o al lavoro fatto in questa Legislatura con l’Università di Bologna sul tema dei beni confiscati o al lavoro che è stato presentato recentemente dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, si vede che da lì arriva un contributo forte di cui la Commissione Parlamentare Antimafia deve anche saper trarre beneficio.
Ha fatto bene il Presidente ad accettare la proposta di Nando Dalla Chiesa di costruire un’elaborazione sulla memoria, guardando anche agli archivi dell’Antimafia.
Un’altra cosa importante che ha detto tra le righe Gaetano Manfredi è che l’Università può consentire di mettere in campo strumenti di lotta alla mafia perché oggi, oggettivamente, le nuove mafie che operano nel digitale, negli investimenti finanziari ecc. hanno raggiunto un livello di sofisticazione per cui è decisivo un contributo delle Università a mettere in campo degli strumenti per contrastare queste dinamiche.
Inoltre, per l’esperienza che ho avuto in questi anni, mi pare che questo lavoro e questa collaborazione con le Università abbia consentito di costruire competenze che oggi sono in campo qui, tra i consulenti della Commissione, nei Comuni, che fanno ricerca. L’idea dei dottorati è stata forte e molto utile.
Ci tenevo, quindi, a valorizzare tutto questo e a sollecitare, come stiamo facendo anche oggi in Commissione, a proseguire e ampliare questo percorso.
Durante l’audizione si è fatto riferimento al convegno sulla camorra a Napoli in collaborazione con la magistratura. Il quadro che ne è emerso è oggettivamente molto preoccupante, credo, quindi, che sarebbe sbagliato non approfittare della presenza dell’attuale sindaco di Napoli in Commissione Antimafia, anche se in una veste ibrida, per chiedere cosa sta facendo e, anche alla luce di quel convegno, quali sono le idee che può mettere in campo un Comune per non delegare solo a magistratura e forza dell’ordine - perché questa è la cosa che non possiamo fare - una battaglia ad una realtà che spesso nel sociale trova le sue radici negative.

Video dell’intervento e delle risposte» 

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