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Vogliamo parlare di cultura

Written by Rosario Pantaleo.

Rosario PantaleoArticolo di Rosario Pantaleo.

Certo, perché una città come Milano ha nella cultura uno dei suoi geni principali. La cultura, per Milano, si riconosce dalla sua capacità di mantenere le proprie radici, valorizzandone la storia e, al contempo, orientandosi verso il futuro con un’apertura intellettuale pronta a cogliere il mutare dei tempi utilizzando il cambiamento come opportunità. Milano ha costruito eventi di carattere mondiale per le esposizioni pittoriche, per eventi di varia natura che hanno caratterizzato questi ultimi anni come Book City, Piano City, il Jazz, il Salone del Mobile e tante altre iniziative che l’hanno resa capitale della cultura del Paese.
Ma la cultura della città deve essere sostenuta, divulgata e promossa quanto più possibile incrementando sia i luoghi, che gli strumenti di diffusione, distribuendo in maniera adeguata biblioteche, centri di aggregazione culturale, spazi di incontro, cinema d’essai, valorizzando i teatri nei quartieri, compreso parrocchiali e/o tutti gli ambiti in cui si manifestano incontri informali e di attività creative ed artistiche, in particolar modo quelle delle nuove generazioni.
Ad esempio sarebbe importante riprendere il progetto delle notti bianche nei quartieri affinchè possano creare elementi di vitalità attraverso iniziative ludiche, musicali, teatrali focalizzando su temi specifici e diffuse, volta per volta, nelle differenti zone della città.
Per una miglior integrazione tra mondi differenti si deve prevedere la collaborazione diffusa e costante con le Università ed, inoltre, contemplare, sulla scorta delle attività dell’Università della Terza Età, iniziative strutturate in favore degli anziani per farli familiarizzare, ad esempio, con il personal computer e con le possibilità offerte dalla rete. Per rendere possibile tale opportunità, devono essere utilizzati tutti i luoghi disponibili di proprietà comunale.
Nel processo di incrementare la cultura le biblioteche rionali devono diventare il polo centrale del sapere cittadino; devono essere la realtà nella quale la cultura si esprime sia attraverso il reperimento di testi e degli altri servizi disponibili ma, anche, il luogo in cui si elaborano idee, si producono attività culturali, si propongono iniziative editoriali alla presenza degli autori anche famosi ed affermati. Le biblioteche rionali devono divenire luoghi in cui proporre degli show-case musicali, anteprime teatrali, essere spazi a disposizione di compagnie teatrali o di cori di quartiere. Questa opportunità presuppone la necessità di prevedere adeguati fondi dal bilancio e di rendere disponibile l’apertura serale, almeno fino alle ore 22.30, in maniera costante e metodica, di tutte le biblioteche rionali con adeguata messa in campo di controlli da parte dei soggetti preposti alla sicurezza oltre che dotare di apparati di sorveglianza, interna ed esterna, tutte le biblioteche rionali.
Anche il polo teatrale presente in città dovrà essere riqualificato in termini di programmi e di adeguato sostegno da parte dell’Amministrazione comunale. Si dovrà costruire una programmazione dei vari teatri cittadini, costruendo un polo di cultura teatrale cittadina che costruisca, pur con le differenti caratteristiche nella storia di ciascun soggetto, un cartellone che eviti sovrapposizioni con medesime rappresentazioni in più luoghi. Si dovrà inoltre rendere il teatro Lirico centrale nella programmazione cittadina, extra Scala, con un programma serrato, tenendo in debito conto anche il nome dell’artista Giorgio Gaber a cui questo luogo di cultura è stato intitolato.
La cultura della città passa anche attraverso la presenza costante di iniziative nei luoghi oggi riqualificati e che hanno caratterizzato una parte della storia della città come i Navigli, l’Isola, Porta Nuova tenendo sempre la massima attenzione nei confronti del Castello Sforzesco e del suo Parco al fine di rendere possibile l’utilizzo dei suoi spazi come elemento di costruzione di percorsi di cultura e socialità attraverso rappresentazioni teatrali di strada e musica di strada insieme ad eventi professionistici rendendo il tutto materia dinamica nella costruzione di una città con una sua riconoscibile identità culturale. Milano deve diventare una fucina di eccellenze culturali. Come Hollywood rende riconoscibile Los Angeles nel mondo anche la cultura dovrà diventare elemento distintivo di Milano in Italia e nel mondo. Deve essere ripreso l’impegno per il progetto della Biblioteca Europea e devono essere rivalorizzati i Musei comunali (affiliando ad essi tutti i milanesi con una tessera annuale dal costo “politico” da pagarsi, magari, con l’addizionale IRPEF oltre un certo reddito e senza alcun costo al di sotto di una certa disponibilità di reddito) dotandoli di adeguate migliorie tecnologiche. Devono essere intrapresi scambi culturali con tutte le città in cui vi sono sedi dei più importanti musei del mondo al fine di internazionalizzare quanto più possibile il peso di Milano che deve essere riconoscibile, all’estero, non solo per le sue squadre di calcio, per il Teatro alla Scala e per la moda ma, anche, per la sua capacità di creare cultura in ogni suo ambito.
Si devono coinvolgere le scuole al fine di utilizzare le strutture scolastiche per continuare, nel pomeriggio, l’intervento culturale/educativo nei confronti degli studenti, con proposte capaci di stimolare la curiosità dei ragazzi rendendoli consapevoli dell’importanza della poesia, della letteratura, della musica, dell’architettura, della pittura nella storia del mondo e nella realtà quotidiana al fine di occupare proficuamente il loro tempo ed, al contempo, creando spazi di socializzazione virtuosa e di apprendimento delle regole della vita di relazione per conoscere i benefici della legalità in contrapposizione, ad esempio, dal malessere gestito dalle dipendenze. Di qualunque tipo e natura esse siano.
Proseguire nel progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Manifattura Tabacchi per quanto concerne tutto il tema relativo al cinema, in particolare la prevista nuova sede della scuola di cinema dedicata a Luchino Visconti, il Centro Sperimentale del Cinema, il museo del Cinema. Un ambito, questo, che dovrà essere il polo di valorizzazione dell’arte cinematografica.
Dovrà essere valorizzata la sede RAI di Corso Sempione anche con visite guidate alle scolaresche milanesi e si dovranno trovare sinergie con le realtà culturali europee e mondiali. Inoltre sarebbe opportuno creare un canale informatico all’interno del sito del Comune di Milano con il quale collegarsi a tutti i soggetti culturali cittadini tra i quali i piccoli editori e librerie, Web Radio e vari soggetti culturali magari sconosciuti in quanto senza possibilità di audience.
Si deve pensare alla rivitalizzazione della proposta dei musicisti di strada portandoli a suonare nei quartieri cittadini in orari e luoghi nei quali possano trovare la necessaria audience per il rito del “cappello”. Inoltre Milano dovrebbe istituire la settimana dei “buskers”, dei suonatori di strada provenienti da tutto il mondo.
Per ultimo è da valutarsi la possibilità di istituire a Milano, sulla scorta delle esperienze torinesi e mantovane, una rassegna culturale che ponga il libro e la musica “moderna” in tutte le sue accezioni stilistiche, al centro dell’attenzione nazionale e non solo. Ulteriore passaggio sarà valutato per la costruzione di una casa della musica italiana che valorizzi la storia della cultura musicale del nostro paese, in particolare a partire dal primo festival di Sanremo ai giorni nostri.
Si dovrà immagine un percorso interattivo con una App specifica che renda possibile conoscere i luoghi della musica e del teatro, presenti e passati, con adeguate spiegazioni rendendo questi luoghi noti alla maniera del “National Trust for places of historic interest or natural beauty” che celebra, ad esempio, i luoghi in cui nacquero e vissero i Beatles.