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La vicenda di Timken Italia

Written by Marina Berlinghieri.

Marina BerlinghieriIntervento di Marina Berlinghieri

Oggi pomeriggio nel Question Time in commissione Lavoro della Camera ho presentato un’interrogazione urgente sulla vicenda dei licenziamenti alla Timken di Villa Carcina.
Ecco la risposta del Governo:
Come ampiamente introdotto dagli onorevoli interroganti, la Timken Italia Srl, stabilimento italiano con sede a Brescia facente parte della multinazionale americana omonima, leader industriale globale specializzata nella componentistica meccanica nell’ambito del settore dell’automotive, ha annunciato la chiusura dello stabilimento Bresciano e il licenziamento collettivo dei 106 dipendenti.

- Occorre ricordare che in favore di questa società il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha autorizzato, per il periodo dal 18 novembre 2019 al 17 novembre 2020 la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 108 lavoratori per i quali è stato stipulato, in data 6 novembre 2019 un contratto di solidarietà della durata di 12 mesi.
Il contratto di solidarietà è stato ripetutamente sospeso per il sopravvenuto intervento di CIGO con causale COVID-19 nel periodo dal 23 marzo 2020 al 19 giugno 2020.
Con successivo verbale di accordo sindacale, sottoscritto in data 25 giugno 2020 la società considerata la ripresa del mercato di riferimento a concordato, congiuntamente alle organizzazioni sindacali, la chiusura anticipata del contratto di solidarietà di tipo difensivo e la sua cessazione a far data dal 22 giugno 2020.
La riduzione di orario durante il contratto di solidarietà ha coinvolto 94 lavoratori.
Faccio presente che nell’anno 2021 è stata richiesta un’ulteriore settimana di CIGO a conguaglio con causale COVID-19 nel periodo dal 17 maggio 2021 al 23 maggio 2021 per 516 ore e 29 operai.
- Secondo quanto riportato dalla Regione Lombardia il 20 luglio è stato annunciata da parte della società la decisione di chiudere definitivamente le attività a causa dell’andamento economico sfavorevole degli ultimi anni. Tale determinazione comporterà presumibilmente oltre 100 conseguenti esuberi.al momento non risulta tuttavia formalizzato l’avvio di una formale procedura di licenziamento collettivo.
La società ha fatto altresì riferimento alla volontà di accedere alla CGIS per cessazione ex articolo 44 del DL 109/2018. Proprio al fine di evitare le conseguenze dello sblocco dei licenziamenti il governo ha predisposto ulteriori misure di sostegno a livelli occupazionali delle imprese che offrono alle imprese un’alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro.
È di tutta evidenza che tale episodio si aggiunge al novero delle recenti procedure di licenziamento annunciate da varie multinazionali, in particolare di alcuni operatori operanti nel settore dell’automotive, che incide pesantemente sul destino di centinaia di lavoratori e che rischia di riverberarsi sul tessuto produttivo e sociale circostante, producendo fenomeni di desertificazione industriale. Il segnale preoccupante di un fenomeno di disinvestimento da parte di società multinazionale nel nostro paese che rischia di divenire strutturale e che occorre contrastare con interventi articolati anche di carattere sanzionatorio.
Inoltre in molti casi la volontà di dismissione di siti produttivi appare davvero irragionevole, in quanto avviene in presenza di condizioni di mercato, di condizioni economiche e di condizioni sociali assolutamente favorevoli.
- Tanto premesso, questo ministero si impegna affinché siano scrupolosamente attivate le garanzie previste dalla legge 223 del 1991 finalizzata all’avvio di un confronto sociale.
- Assicura altresì di supportare, per quanto di competenza, ogni utile iniziativa per l’apertura di un confronto finalizzato alla tutela dei lavoratori e alla promozione di politiche in grado di accompagnare il processo di trasformazione in atto in alcuni settori industriali strategici, come il settore dell’automotive interessato in maniera particolare da processi di dismissione e delocalizzazione.

Per seguire l'attività di Marina Berlinghieri: sito web