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La libertà non è star sopra un albero… destra, sinistra, Pd e dintorni

Written by Marina Sereni.

Marina SereniArticolo di Marina Sereni.

In questo ultimo anno e mezzo il mondo intero ha dovuto combattere un nemico tanto invisibile quanto pericoloso. Un virus che ha ucciso milioni di persone e che ha messo in crisi i sistemi sanitari dei Paesi più avanzati, costringendo a lunghi periodi di chiusura o di forte rallentamento delle attività produttive e dei servizi. Ecco perché, accanto a un’emergenza sanitaria non ancora risolta, siamo oggi alle prese con gli effetti di una profonda crisi economica e sociale. I dati sulla povertà nel nostro Paese, così come un pur rapido sguardo all’Africa, ci dicono dell’aumento terribile delle diseguaglianze sia a livello globale che nei singoli Stati, informandoci anche che in particolare sono le donne e i giovani a pagare, ovunque, il prezzo più alto di questa drammatica pandemia.
Ora, grazie alla diffusione dei vaccini, nel nostro Paese e nel resto del mondo sviluppato l’economia è in ripresa, le limitazioni alle attività stanno via via scomparendo e ingenti risorse pubbliche sono state messe in campo sia per sostenere aziende e famiglie nel lockdown sia per programmare e favorire nel medio periodo piani di investimento e di rilancio economico. Non così in tutto il mondo: i vaccini distribuiti nei Paesi più poveri sono ancora troppo pochi, il che rende meno sicuro anche il quadro laddove si sono invece realizzate vaste campagne vaccinali; la scarsità di liquidità e di risorse pubbliche non consente ai Paesi a basso (e in molti a medio) reddito di intervenire per aiutare le loro economie. Ecco perché la lotta alla pandemia non può uscire dall’agenda globale e perché la Presidenza italiana del G20 deve continuare a misurarsi con l’acuta domanda di come trovare e mobilitare risorse per continuare a perseguire gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 la cui realizzazione si è allontanata per effetto del Covid-19.
Come si sono divise le famiglie politiche, la destra e la sinistra, i conservatori e i progressisti in questo scenario? Possiamo dire che la destra ha scelto di privilegiare l’economia e la sinistra la salute? Anche se questa lettura sembra calzare per alcune situazioni e per alcune reazioni della prima ora dobbiamo però riconoscere come in molti Paesi la pericolosità del virus abbia via via spinto alla ricerca di un equilibrio: salvare le vite umane è la prima riposta anche per salvare l’economia. Prevenire la diffusione del contagio è indispensabile per evitare nuove ondate e nuove chiusure.
Tuttavia è vero che si è riaperta una dialettica - per la verità insopportabilmente superficiale - sul tema della libertà individuale. Ma cosa vuol dire “essere liberi”? Questa tragica esperienza della pandemia non dovrebbe spingerci a vedere l’interdipendenza tra la libertà di ciascuno e quella di tutti? Non è evidente che i comportamenti concreti di ciascuno (dalla mascherina, al distanziamento, al vaccino) incidono sulla salute e sul benessere della comunità e non solo di una persona? D’altra parte ipotizzare che la sinistra sia per definizione disattenta alle libertà individuali mentre la destra sarebbe - sempre per definizione - più incline a rigettare le limitazioni in nome dell’insopprimibile diritto di ciascuno a decidere della sua vita è una chiave di lettura smentita dai fatti.
Su scala internazionale i regimi autoritari - di destra e di sinistra - hanno approfittato della pandemia per controllare la vita delle persone, per sanzionare la libertà di espressione e di mobilitazione pacifica, per conculcare i diritti umani. Mentre le democrazie hanno cercato di trovare via via un equilibrio ragionevole e accettabile tra l’esigenza di proteggere la salute collettiva e le restrizioni da imporre ai movimenti e ai comportamenti delle persone. L’Italia - con il Governo Conte prima e con il Governo Draghi ora - si è mossa con saggezza dentro questa ricerca ed è ridicolo sentire esponenti della destra-destra parlare del coprifuoco come di un attentato alla libertà o discutere di quando togliere l’obbligo della mascherina all’aperto come se fosse un grande nodo ideologico!
Ma forse la pandemia non avrà solo causato lutti e perdita di ricchezza se il Pd e un rinnovato centrosinistra sapranno tessere una riflessione non contingente e non superficiale sul significato della parola libertà. Per me vuol dire interrogarsi su come costruire relazioni significative tra gli individui, su come valorizzare le formazioni sociali - a cominciare dalle famiglie nelle loro diversità, su come ricostruire una dimensione di comunità, su come bilanciare diritti e doveri, su come rafforzare le reti di solidarietà che esistono e costruirne di nuove. La sfida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non si gioca solo sulla transizione ecologica - fondamentale - ma anche sulla capacità nostra di dare una nuova infrastruttura sociale alle città e al territorio. Ciò presuppone una riflessione anche sul ruolo dello Stato e dei poteri pubblici e sul riconoscimento del ruolo di quel Terzo settore che quasi sempre con maggiore velocità e flessibilità dello Stato risponde a bisogni in continuo mutamento nella società. La peculiarità del mondo del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale del nostro Paese è la dimensione partecipativa, la volontà di incidere sulla vita quotidiana delle persone ma anche sulle scelte più generali. E in una fase di “ricostruzione” la politica non può fare a meno di questa energia.

Mi sembra una sfida culturale e politica di primo livello che il Pd dovrebbe mettere al centro delle Agorà Democratiche in vista delle quali AreaDem promuove per il prossimo 25 giugno un webinar di riflessione che sarà introdotto dal Prof. Ilvo Diamanti e dalla dott.ssa Isabella Borrelli e concluso da Dario Franceschini.
Rete e territorio, internet e luoghi fisici: Letta ha parlato di “partito di prossimità”, un partito dunque vicino alle persone. Perché in tante e tanti ritrovino - come direbbe Gaber - il gusto della “libertà che è… partecipazione”.

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web