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Le riaperture e i sostegni

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.

Al di là delle singole misure, l’ipotesi iniziale del Governo Draghi era quella di tenere le restrizioni ancora per tutto il mese di aprile, facendo grande attenzione alla salute e proseguendo le vaccinazioni, poi da maggio iniziare a riaprire.
È evidente che si deve riaprire ma bisogna anche evitare che si creino situazioni per cui poi occorre richiudere quasi subito.
Questo aspetto ha pesato molto nei mesi scorsi.
Credo, quindi, che la scelta di trascorrere il mese di aprile con grande prudenza sia giusta e penso che darà risultati. Ora si stanno facendo i vaccini, i dati dei contagi stanno scendendo anche grazie alle misure prese e, quindi, si vede la luce in fondo al tunnel.

Stiamo facendo una vaccinazione di massa che non è mai stata fatta prima.
Così come è una novità che ci siano vaccini funzionanti e testati dopo soltanto un anno dall’inizio della pandemia.
Dobbiamo ringraziare la ricerca che ci ha portato su questa strada.
Ci sono stati e ci sono dei problemi di vario genere, dai presunti effetti avversi di alcuni vaccini all’efficacia dei vaccini rispetto ad alcune varianti, fino ai limiti organizzativi della campagna vaccinale in molte Regioni ma adesso mi pare che siamo sulla strada giusta e penso che dobbiamo guardare con fiducia al fatto che davvero entro l’estate arriveremo ad una vaccinazione di massa. Non so se si arriverà all’immunità di gregge ma sicuramente non credo che potremo tornare a comportarci come prima e qualche cautela dovremo continuare a mantenerla, però, mi pare che sul fronte delle vaccinazioni ora sia tutto ripartito e, se non intervengono ulteriori novità negative (come lo stop a Johnson & Johnson o ulteriori dubbi su AstraZeneca), dovremmo riuscire a vaccinare le persone in breve tempo.
Trovo importante il fatto che adesso tutti i soggetti fragili siano stati chiamati e si stanno vaccinando.

Stiamo lavorando tutti per consentire di riaprire al più presto, in sicurezza e, soprattutto, definitivamente.
Ormai il percorso delle riaperture si sta definendo e penso che a maggio ci saranno significativi progressi, soprattutto per le categorie che sono state più penalizzate.
Al Senato stiamo lavorando al Decreto Sostegni che dà ristori significativi alle aziende. Probabilmente non saranno sufficienti e credo che in questo decreto si debba provare anche a togliere alle aziende in difficoltà i costi fissi che pesano molto sulle condizioni quotidiane, come TARI, IMU e tasse che si possono prorogare o cancellare con l’aggiunta di poche risorse a quelle già impegnate nel Decreto Sostegni.
Ad oggi, la questione del taglio dei costi fissi per le aziende non è contemplata nel Decreto Sostegni in discussione adesso e occorre intervenire per inserirla.
Il Decreto Sostegni ha anche un limite di accesso alla liquidità per una serie di attività che hanno fatturati molto alti e che non vengono ristorate per questo motivo.
Le società di ristorazione che gestiscono le mense scolastiche e altre e hanno le convenzioni con i Comuni, ad esempio, di fatto stanno lavorando ma stanno perdendo molti soldi ma siccome hanno lo stesso fatturati alti non vengono ristorate per nulla. Bisogna, quindi, trovare un criterio diverso per l’assegnazione dei sostegni. Siamo passati dai codici ATECO alle filiere produttive ma bisogna sapere che ci sono comunque aziende che sono rimaste fuori.
Il prossimo decreto si farà con lo scostamento di bilancio di 40 miliardi e quei soldi dovranno tradursi in liquidità che va direttamente alle imprese.
In questo anno faticoso, dopo il primo lockdown, abbiamo comunque salvaguardato la produzione. Ci sono attività economiche che hanno dovuto chiudere ma questa volta la produzione non si è mai interrotta.

Purtroppo abbiamo già perso un milione di posti di lavoro secondo le stime. C’è un mondo nell’economia sommersa che è stato molto penalizzato e la perdita di lavoro è stata molto significativa e lì il reddito di emergenza ha aiutato. È evidente che, insieme alla questione delle riaperture, dobbiamo ragionare su come si crea nuovo lavoro e su come si rilancia l’economia del Paese e cercando di non rifare tutto come prima.
Abbiamo una grande occasione data dalle risorse che l’Europa ci farà avere con il Recovery Fund e con cui si possono andare a definire progetti di riforme come quella della Giustizia, che è necessaria per far funzionare meglio il Paese e può garantire di migliorare la situazione del Paese con il digitale; oppure si possono mettere in campo iniziative per la green economy, le nuove tecnologie e l’innovazione.
Tutto questo ovviamente richiede una maggiore professionalità e, di conseguenza, una maggiore formazione.
Abbiamo la grande occasione del Recovery Fund anche per creare nuovi posti di lavoro ma soprattutto per mettere in campo un’idea di Paese. Il tema, infatti, non è solo quanto lavoro ci sarà ma anche quale lavoro ci sarà e come si lavorerà. Lo smart working, infatti, non sarà cancellato dalle riaperture e dalla ripartenza: molte aziende continueranno ad utilizzarlo e questo vorrà dire cambiare la faccia di intere città perché nel momento in cui gli uffici saranno utilizzati meno, ci sarà il tema di come recuperare e utilizzare un patrimonio edilizio che verrà lasciato.
Il tema, dunque, è enorme.
Oggi abbiamo bisogno di dare risposte immediate e pensare a come reggere l’urto dello sblocco dei licenziamenti, però lo scenario futuro è questo.

Come abbiamo già potuto verificare a inizio della pandemia, abbiamo una Pubblica Amministrazione che fa fatica a mettere a terra le risorse anche quando ci sono, traducendole in opere e iniziative. Molti ricorderanno i ritardi nell’erogazione dei primi ristori a famiglie e imprese a inizio della pandemia.
Abbiamo una Pubblica Amministrazione lenta e di questo risentono gli appalti. Non penso, infatti, che ci sia un problema solo di regole. Con le regole vigenti ci sono comunque delle realtà in cui le opere si fanno e anche in fretta mentre ci sono realtà in cui non si fanno perché la Pubblica Amministrazione non funziona, le centrali appaltanti sono tantissime, spesso non hanno personale professionalizzato e questo comporta un allungamento dei tempi autorizzativi e di verifica dei progetti. A Milano ci sono due centrali appaltanti, una si occupa di urbanistica e una di sociale e svolgono rapidamente i vari passaggi.
I Ministri stanno valutando con attenzione protocolli che consentano alle opere di procedere per avere tutte le risorse del Recovery Fund in tempi utili per essere spese entro il 2026.
Attenzione, però, a dare il segnale che per velocizzare le opere si abbassano le tutele di legalità rispetto agli appalti o ad altro.

È giusto che siano aperte le scuole. Dobbiamo dare anche un sostegno alle famiglie che lavorano e un aiuto ai bambini, che sono quelli che hanno subito di più anche le conseguenze psicologiche di un lungo lockdown. Ritrovarsi, andare a scuola è utile e necessario, ovviamente garantendo il rispetto dei protocolli di sicurezza.
Abbiamo cercato di sostenere le famiglie che devono lavorare, garantendo le risorse per le baby sitter, però, è chiaro che la possibilità per i bambini di andare a scuola risolve positivamente il tutto in modo diverso.

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