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Istat, perso un milione di posti di lavoro nell'anno della pandemia

Written by La Repubblica.

lavoroArticolo di Repubblica.

Segnali di stabilizzazione nella dinamica del mercato del lavoro italiano, ma le ferite della pandemia emergono tutte nel saldo negativo degli occupati che l'Istat registra a febbraio rispetto a quel che accadeva nello stesso mese del 2020, prima che scoppiasse la crisi del Covid, e che sfiora il milione di posti di lavoro andati in fumo. Con l'aggravante dela crescita di oltre 700 mila inattivi, ovvero coloro che non hanno occupazione né la cercano.
Nella sua fresca ricognizione su occupati e disoccupati, l'Istituto di statistica annota infatti che "a febbraio l'occupazione torna a stabilizzarsi, interrompendo il trend negativo che, tra settembre 2020 e gennaio 2021, ha portato alla perdita di oltre di 410 mila occupati; dopo due mesi di forte aumento, cala leggermente il numero di disoccupati".
In un anno (febbraio 2021 sullo stesso mese del 2020), però, "la diminuzione degli occupati - pari a 945 mila unità - ha riguardato uomini, donne, lavoratori dipendenti, autonomi e tutte le classi d'età. Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700mila unità. Rispetto a febbraio 2020, il tasso di occupazione è più basso di 2,2 punti percentuali e quello di disoccupazione è più alto di 0,5 punti".
I dati positivi riguardano dunque l'andamento di febbraio rispetto a gennaio, che fotografa il trend più recente. Nella variazione mensile, gli occupati sono sostanzialmente stabili mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi.
L'occupazione risulta stabile tra le donne e gli uomini, in crescita tra i dipendenti stabili e gli under 35 mentre scende tra i lavoratori a termine, gli autonomi e le persone di 35 anni o più. Il tasso di occupazione è stabile al 56,5%.
Le persone in cerca di lavoro calano dello 0,3% rispetto a gennaio (-9mila) principalmente tra gli uomini e gli under 50, mentre si registra un leggero aumento tra le donne e le persone con 50 anni o più. Il tasso di disoccupazione scende al 10,2% con un miglioramento di 0,1 punti percentuali, mentre tra i giovani cala di 1,2 punti per restare comunque sopra il 30%: precisamente al 31,6 per cento. Tra i dati che lasciano sperare si inserisce anche la diminuzione (lieve) del numero di inattivi: -0,1% rispetto a gennaio, ovvero 10 mila persone reinserite nel mercato. Il tasso di inattività comunque non ne risente, restando stabile al 37 per cento.
Detto di questi aspetti che almeno raccontano di uno stop all'emorragia di lavoro, l'Istat annota come le "ripetute flessioni congiunturali dell'occupazione" che dall'inizio dell'emergenza sanitaria hanno caratterizzato il trend del mercato del lavoro fino allo scorso gennaio si vedano ancora chiaramente nel "crollo dell'occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945mila unità).
La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (590mila) e autonomi (355mila) e tutte le classi d'età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali". Nell'arco dei dodici mesi, crescono le persone in cerca di lavoro (+0,9%, pari a +21mila unità), ma soprattutto gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,4%, pari a +717mila).

Articolo pubblicato da La Stampa.

“Nessuno perderà il proprio lavoro a colpa del coronavirus”. E’ passato un anno da quanto l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri fece la celebre promessa che non avrebbe mai potuto mantenere. Nei dodici mesi trascorsi tra febbraio 2020 e febbraio 2021, gli occupati rilevati dall’Istat sono un milione in meno, 945mila per esattezza: un’ecatombe. E senza una rapida inversione di rotta, che passa attraverso il piano nazionale di vaccinazione, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente: il prossimo 30 giugno, infatti, terminano il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione Covid.
"Le ripetute flessioni congiunturali dell'occupazione, registrate dall'inizio dell'emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 - si legge nel documento dell’Istituto di Statistica - hanno determinato un crollo dell'occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945.000 unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590.000) e autonomi (-355.000) e tutte le classi d'età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali toccando il 56,5%”.
A febbraio, il tasso di disoccupazione è sceso al 10,2% (-0,1 punti rispetto al mese precedente) “interrompendo il trend negativo che, tra settembre 2020 e gennaio 2021, ha portato alla perdita di oltre di 410mila occupati”.
L’occupazione è sostanzialmente stabile sia tra le donne sia tra gli uomini e addirittura cresce tra i dipendenti a tempo indeterminato e tra gli under 35, continua a scendere, invece, tra gli assunti a tempo indeterminato (ai quali di fatto di vengono rinnovati i contratti scaduti), gli autonomi e tra quanti si trovano nella fascia di oltre 35 anni. A preoccupare gli addetti ai lavori, tuttavia, è il numero di inattivi, ovvero quanti non lavorano e neppure cercano un impiego: il tasso è stabile al 37%, ma nell’arco dei dodici mesi a fronte di 21mila persone in più in cerca di occupazione, ci sono 717mila inattivi in più. Oggi gli “scoraggiati” sono poco più di 14milioni a fronte di 22 milioni di lavoratori e 2,5 milioni di disoccupati.
Tra i pochi dati positivi che emergono dalla rilevazione Istat c’è l’interruzione del trend negativo che ha portato alla perdita di 410mila occupati tra settembre e gennaio scorsi con il picco di -184mila lavoratori tra l’ultimo mese dello scorso anno e il primo mese del 2021.