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Parole per sconfiggere il terrorismo

Written by Rosa Aimoni.

Rosa AimoniArticolo pubblicato da ReportOnline
In questo scritto mi propongo di esaminare l'importanza delle parole, ossia della conoscenza delle parole, nella formazione e nello sviluppo dell'individuo. Mi rendo conto che il tema è molto complesso, tuttavia è mio intento fare solo qualche considerazione basilare.
Prima di tutto, vorrei iniziare dicendo che la cultura letteraria è di fondamentale importanza per lo sviluppo della coscienza dell'individuo. E' insensato, a mio parere, escludere lo studio della filosofia da alcune scuole, ma questo è un altro argomento.
La conoscenza delle parole, che solo una cultura umanistica può dare, è in netto calo fra i giovani e non solo.

La nostra mentalità è volgarmente utilitaristica, per cui sembra inutile imparare ciò che non porta reddito; da qui la sottovalutazione di alcune materie.
Ora mi addentro nell'argomento, tentando di fornire una spiegazione chiara. Perché è importante la cultura umanistica? Perché, attraverso la letteratura, noi siamo in grado non solo di elaborare i nostri sentimenti, ma anche di svilupparli. A mio giudizio, la conoscenza delle parole facilita enormemente la crescita e lo sviluppo dell'emotività. Ma vediamo come.
Per esemplificare, ho introdotto un'immagine, che riporta diversi grigi e li abbina a diverse parole, che rappresentano diverse alterazioni dell'umore. Il nero rappresenta il grado più alto dell'essere arrabbiati (e infatti l'ho abbinato alla parola arrabbiato); il grigio scuro l'ho accostato alla parola adirato (che è meno di arrabbiato), il grigio ancora più chiaro l'ho accostato alla parola stizzito (che è meno di adirato) e così via.
Perché ho introdotto questa figura? Per dire in maniera semplice che, a mio giudizio, la conoscenza delle diverse parole (in questo caso arrabbiato, adirato, stizzito, alterato) porta il soggetto a sviluppare diversi livelli di emotività, che quindi non si esauriscono ai due estremi, ossia arrabbiato e calmo, ma hanno diverse intensità intermedie (adirato, stizzito, alterato).
Se però il soggetto non conosce le parole (ad esempio adirato, stizzito ed alterato) non potrà mai sviluppare un'emotività adiacente a queste parole, quindi, il bambino o il ragazzo che non conosce le parole non svilupperà mai un'emotività complessa, cioè avrà in sé solo gli estremi dell'emotività. Affermo questo perché ritengo che la conoscenza delle parole, quindi la cultura umanistica, sviluppi l'emotività, mentre la mancata conoscenza delle parole rende il soggetto non solo meno colto, ma anche più povero emotivamente. Solo attraverso le parole, infatti, il bambino e il ragazzo elaborano un'emotività più complessa. Questa, perlomeno, è la mia opinione.
Ora mi riallaccio al terrorismo. Se analizziamo bene l'emotività di un terrorista, scopriamo che, probabilmente, egli prova solo sensazioni estreme, cioè non ha in sé gli stadi intermedi. Questo perché da bambino è stato cresciuto ed allevato credendo che la verità fosse una, e senza ampliare quindi la propria cultura. Questo porta, ripeto, ad avere un'emotività estrema, priva delle sensazioni intermedie. Anche un ragazzo che nasce e cresce in un Paese occidentale può non sviluppare le emotività intermedie se non conosce diversi vocaboli con i quali elaborarle. E, qui sta il punto, chi ha solo un'emotività estrema sviluppa solo idee estreme, perché le idee e i pensieri non sono affatto disgiunti da ciò che proviamo, ma anzi sono legati al nostro sentire.
Quindi, a mio giudizio, bisogna diffondere lo studio della cultura umanistica perché attraverso essa il soggetto, grazie alla conoscenza di più parole, è in grado di sviluppare un'emotività più complessa, e quindi ad avere un pensiero più complesso.
Il pensiero complesso rifiuta i semplicismi, e il terrorismo, in fondo, è un semplicismo, perché pone la realtà su due piani semplici e netti: bene e male, senza aver mai dubbi su cosa sia bene e male.
La mancanza di parole porta il soggetto ad avere un'emotività ridotta ed estrema, e questo porta a pensare in modo estremo. Ecco perché le materie umanistiche sono fondamentali.