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Sala già in campo: equità sociale e ambiente

Written by La Repubblica.

Giuseppe SalaArticolo di Repubblica.

La sua, al momento, è una corsa solitaria. Ma, nonostante il centrodestra non abbia ancora incoronato lo sfidante che dovrà affrontarlo, Beppe Sala non vuole rallentare la velocità di marcia della sua campagna elettorale. Dopo aver sciolto la riserva e deciso di tentare il bis a Milano, all'inizio di marzo il sindaco vuole definire la squadra e annunciare le liste - per ora sono cinque, potrebbero essere sette - che, disegnando una formazione larga di centrosinistra "che non risentirà del diverso perimetro che ha preso il governo Draghi", lo accompagneranno. Poi, verrà aperto il cantiere del programma. Anche se i punti cardinali, Sala li ha già chiari.
A cominciare dalle due parole d'ordine che, ha spiegato, dovranno segnare prima la rinascita della città che sta pagando un prezzo alto all'emergenza Covid e poi la sua trasformazione futura: equità sociale, perché anche nella ricca capitale del Nord le disuguaglianze crescono, e la transizione ambientale, che dovrà rappresentare la cifra di ogni scelta. Tutto da calare concretamente nei quartieri, per costruire la "città a 15 minuti": un modello mutuato da Parigi che, assicura, non "è uno slogan", ma la volontà di ripensare la vita della metropoli e dei suoi abitanti facendo in modo che i servizi principali - scuola, lavoro con coworking anche pubblici, trasporti, ambiente, sicurezza da non lasciare come esclusivo terreno del centrodestra e persino la salute "territoriale"- siano a 15 minuti di distanza da casa a piedi o in bicicletta.
La data del voto non è ancora stata fissata ufficialmente. Ma, al di là dell'emergenza sanitaria spinta dalle varianti, il sindaco-ricandidato vorrebbe che le urne si aprissero tra maggio e giugno, rispettando la scadenza naturale del suo mandato. Un rinvio a settembre, è la convinzione, non farebbe altro che far vivere alla Milano che vuole ripartire mesi di tensioni elettorali. Qui, il centrosinistra è pronto.
Vuole correre, Sala. E vuole correre il Pd, che ha appena lanciato la sua campagna. Dopo mesi di riunioni online, lo scorso fine settimana i militanti, i consiglieri e gli assessori dem sono tornati in piazza, con banchetti e volantinaggi nei mercati e alle fermate della metropolitana per raccontare 5 anni di amministrazione. E torneranno a farlo dal prossimo week end, questa volta guardando avanti, con lo slogan - "Chiamami ancora Milano" - scelto per accompagnare la sfida di Sala. E, visto che le regole anti-contagio limitano ancora molti aspetti anche di una tradizionale campagna, ecco la prima cena elettorale per raccogliere fondi immaginata tra il virtuale e il reale: il 12 marzo, i volontari del partito consegneranno i piatti a domicilio che, poi, potranno essere condivisi entrando in stanze create su una piattaforma come se si prenotasse un tavolo.
Sulla sua ricandidatura, Beppe Sala ha riflettuto a lungo. Perché, ha spiegato spesso, "volevo essere totalmente sicuro di avere in me le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi altri cinque anni". Poi, l'annuncio via social fatto il 7 dicembre, nel giorno simbolicamente più importante per Milano, quello del patrono Sant'Ambrogio e della Prima della Scala che, altrettanto simbolicamente, ha provato a ripartire in un teatro vuoto con uno spettacolo in tv: "Ora sento che posso, che voglio, farlo". Alla fine, Sala ha scelto Milano. E ora che è arrivato un nuovo governo, ha già inaugurato le prime prove di dialogo con Mario Draghi. Perché la città che uscirà dal Covid, è convinto, dovrà cambiare anche puntando alle risorse del Recovery fund, che potrebbero dare corpo ai progetti immaginati. A cominciare, appunto, dalla sostenibilità. Lui stesso, d'altronde, ha creato dal luglio del 2019 l'assessorato alla Transizione ecologica assumendone le deleghe - tra gli obiettivi del 2030: mobilità dolce, un sistema integrato di trasporti elettrico, tre milioni di alberi da piantare in tutta la Città metropolitana - ed è a capo della task force di sindaci della rete internazionale C40, che stanno immaginando per le metropoli globali una ripresa (più) verde e (più) giusta.
Il prossimo passo, comunque, riguarderà la squadra. Al momento sono cinque le liste che lo sostengono: il Pd; la sua formazione civica, "Beppe Sala sindaco", in cui vuole coinvolgere soprattutto i giovani e in cui ci sono già i capilista; Milano Unita, ovvero, le forze a sinistra dei Dem; Europa verde; il partito europeista Volt, che ha appena dichiarato di voler partecipare alle Comunali 2021. A questi compagni di viaggio dovrebbero aggiungersene almeno altri due a seconda di come si comporranno i pezzi del mosaico centrista. Sicuramente ci sarà Azione di Calenda che, magari, potrebbe stringere alleanze con +Europa. In corso è anche la costruzione di una ulteriore compagine che possa unire altre forze centriste come Italia Viva e anime civiche. E al lavoro, su quest'ultima, c'è anche Marco Bentivogli, l'ex segretario generale della Fim-Cisl oggi a capo di Base Italia.

Per seguire Beppe Sala: sito web - Pagina Facebook