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Draghi ha restituito dignità alla responsabilità nazionale

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Senato sulla Comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi (video).

Ringrazio sinceramente il Presidente Draghi per la sobrietà con cui ha saputo trasmetterci comunque tanta forza e tanta passione e con cui ha restituito senso e dignità all’espressione “responsabilità nazionale”, che non è una fuga dalla politica, non è uno slogan ma non è neanche un modo per marcare le differenze. È l’idea che riporta la politica alla sua giusta dimensione, quella di servizio al Paese e ai cittadini.
Ha ragione il Presidente Draghi a dire che dobbiamo ridare credibilità e fiducia alle e nelle istituzioni. Questa non è solo una necessità oggi in emergenza ma è una grande questione democratica.
Rimettiamoci tutti a cercare soluzioni ai problemi, a lavorare per risolverli non per agitarli.
Rinunciamo alle campagne elettorali permanenti che hanno tanto pesato negativamente sulle istituzioni e che hanno anche alimentato sfiducia e distanza dai cittadini.
Il nostro sostegno e il nostro contributo per ricostruire il Paese non mancheranno e faremo la nostra parte, convinti che oggi non serva governare pensando solo al contingente e all’emergenza ma serva quella tensione verso il futuro a cui il Presidente Draghi ci ha richiamato. Serve orientare le decisioni, guardando al futuro, alle prossime generazioni, sapendo che sarebbe un errore gravissimo auspicare che, finita la pandemia, tutto possa o debba ritornare come prima. Ha fatto bene il Presidente Draghi a ricordarcelo e a trarne le conseguenze nel suo programma, mettendo al centro l’ambiente, la green economy, la lotta alle diseguaglianze e la digitalizzazione. Sono i temi che, insieme alle forze che hanno sostenuto il Governo Conte Bis e insieme al lavoro, noi consideriamo centrali, su cui ci troverà davvero in sintonia e su cui è giusto orientare consistenti investimenti pubblici.
Il Presidente Draghi, giustamente, ha sottolineato come ci siano due fattori decisivi per la ripartenza del Paese; due handicap che dobbiamo superare mettendo in campo risorse e riforme: la giustizia e la lotta alla corruzione.
Il Presidente Draghi ha già indicato bene gli obiettivi da perseguire per accelerare i procedimenti civili e smaltire gli arretrati e, da questo punto di vista, credo che vadano confermati e implementati gli investimenti previsti nella Legge di Bilancio e nel Recovery Plan e le assunzioni previste sono strumenti che possono, insieme ad alcuni interventi di riforma, consentirci di proseguire nell’efficientamento della Giustizia Civile iniziato con la Riforma Orlando.
Ma il Ministro Cartabia, a cui faccio i nostri migliori auguri di buon lavoro, avrà di fronte altre due significative questioni non rinviabili: la riforma del processo penale e la riforma delle carceri.
Il tema non è soprattutto la prescrizione e tanto meno una discussione ideologica su questo.
Non è pensabile che si possa prevedere che un processo possa non finire mai, né è accettabile che i processi non arrivino a sentenza.
Il tema, per noi, è riformare il processo, prevedere tempi certi per le diverse fasi, responsabilizzare i magistrati, investire sulla giustizia riparativa e i patteggiamenti.
Si può fare e fare in fretta.
E allora anche la questione della prescrizione assumerebbe un’altra dimensione: ci sono due proposte di riforma del processo civile e del processo penale in Parlamento: ripartiamo da queste.
Inoltre, il Recovery Plan è una straordinaria opportunità per intervenire sull’edilizia carceraria, investire sui circuiti trattamentali interni ed esterni. Bisogna lavorare per una riforma che metta al centro la Costituzione e impedisca che il carcere continui ad essere un riproduttore di criminalità e violenza ma diventi un’opportunità di redenzione, ripensamento e recupero.
Il Presidente Draghi ha sottolineato la necessità di restituire sicurezza e legalità al Sud e combattere la corruzione.
Purtroppo le mafie non sono solo un problema del Sud ma sono un cancro nazionale e internazionale che va combattuto in quella dimensione: serve investire sulle banche dati, serve diffondere le migliori pratiche per controllare i flussi di denaro, gli appalti e impedire le infiltrazioni mafiose, cosa che il Ministro Lamorgese ha cominciato a fare. E serve qualificare la Pubblica Amministrazione e le centrali appaltanti per evitare che si riproponga l’assurda scelta per cui o si è garanti della legalità o si accelerano le opere, contrapponendo legalità ed efficienza.
Ci riconosciamo nel merito e nello spirito delle cose che il Presidente Draghi ha detto.
Noi ci siamo: faremo la nostra parte, guardando all’interesse del Paese.

Video dell'intervento» 

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