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Un nuovo rapporto con la società, whatever it takes

Written by Edoardo Pivanti.

Edoardo PivantiQuesta volta mi svestirò un po’ dai panni a me tanto congeniali del “dirigente di partito”, non perchè non voglia più farlo (anzi), ma perchè a volte scrivere un po’ di più a ruota libera può far bene, a chi legge come tanto a chi scrive.
Perchè non possiamo restare indifferenti al discorso di Mattarella di ieri sera, non possiamo restare indifferente a certi atteggiamenti dentro alla maggioranza. Non possiamo da politici, da cittadini, da italiani. E devo dire che le parole di Draghi un po’ di emozione, in positivo, me l’hanno data.
Ci sono alcune cose però che vale la pena dire e scrivere, premettendo che sono fiero di far parte del mio Partito, di avere un ruolo nel mio partito e anche sono orgoglioso della nostra comunità democratica. Con tutti gli umani difetti che ci sono.
Mi devono ancora spiegare la ratio politica di questa crisi di governo, perchè più scavo più non ne vedo. Questioni di merito e temi? No, perchè altrimenti si sarebbe trovata una quadra, una quadra che avrebbe portato ad una sintesi politica al netto che il Recovery Plan rispetto alla prima bozza è stato ampiamente modificato, e sarebbe ora di dire che dei meriti del Partito Democratico ci sono eccome.
Questioni politiche più sottili? Può darsi, ma sicuramente il metodo ha travalicato tutto. Se tu alzi la posta in continuazione, poi non puoi lamentarti che gli altri si arroccano (prevedibilmente) e urli che tutti sono cattivi. L’hai voluto tu.
Ma c’è un altro problema in Italia Viva (meglio nominare le cose e le persone con il loro nome piuttosto che avere convitati di pietra): Italia Viva è Renzi, e a Renzi importa solo di Renzi. Non gli importa nulla dei suoi parlamentari, tanto che alcuni prima di intervenire pubblicamente dovrebbero pensarci venti volte, visto che sono stati eletti con il Partito Democratico e soprattutto alcuni Ministri e Sottosegretari hanno giurato davanti a Mattarella e il giorno dopo hanno cambiato partito. Questa è un’onta, grave, molto grave.
In secondo luogo a Renzi non importa nemmeno nulla del coro di persone che nel territorio lo sostengono, e per questo motivo attorno ad Italia Viva non c’è una comunità che si identifica con valori, temi, propose e modi d’essere se non…Renzi.
E quindi tutto diventa potere per il potere, il potere come fine in sé e non come mezzo per cambiare qualcosa. Immagine. Ipertrofia. Metteteci tutto quanto, ma diventa solo una partita a scacchi, ma sulla scacchiera ci sono gli elettori, che si ricordano tutto bene o male, e si ricorderanno anche l’insensatezza di questa crisi.
Le parole di Mattarella dovrebbero far tremare tutte le forze politiche, perchè a chiare lettere è stata dimostrata l’incapacità di trovare una sintesi sui tavoli decisionali, pur nel rispetto delle reciproche differenze, anche in situazioni estreme come questa.
Adesso ci sarà Draghi che, come nel suo primo intervento ha chiarito, sarà al servizio dell’Italia e degli Italiani, per superare questo momento difficile. Una speranza, che sia un governo politico nelle sue scelte, perché il momento richiede scelte politiche e non solo tecniche e istituzionali.
C’è ancora filo comunque in casa di noi democratici. Un filo molto lungo, che passa per la sua comunità e che deve tessere qualcosa di nuovo di cui questo paese ha bisogno: un nuovo legame, un nuovo patto tra società e partiti, recuperando quel collegamento che rendeva i partiti e le istituzioni più forti. Per fare in modo che per una volta non serva un leader carismatico salvifico, e per dare una nuova forza di interlocuzione ai partiti, più solidi grazie a questo nuovo legame.
In questa emergenza, da democratici, dovremo ricreare questo legame, partendo da noi stessi e dalla nostra comunità. Più forti di prima nella nuova società, perchè le emergenze prima o poi finiscono e dalle macerie bisogna ricostruire.

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