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Sul filo del ricordo

Written by Vincenzo Ortolina.

GranelliIntervento di Vincenzo Ortolina.

Ventuno anni fa come oggi, a 70 anni d’età, moriva Luigi Granelli. Un grandissimo uomo politico di cui sono stato amico (per anni, tra l’altro, a ferragosto, una tavolata con lui e non pochi altri amici, a Castione Presolana, dove è peraltro sepolto), e, soprattutto, un “maestro”, per me e tanti altri.

Qui sotto riporto il pezzo, scritto poco tempo fa, col quale ho commentato il volumetto di Adriana Guerini, vedova di Luigi, e che continuo ad incontrare in particolare giusto a Castione, libro intitolato “Sul filo del ricordo”.
“Un complimento iniziale, ovviamente, a Adriana, “scrittrice e memorialista d talento”, come scrive Gingio Rognoni nella prefazione.
Dopo di che: Luigi Granelli è stato il mio “padre spirituale”, politicamente parlando. Ma so che, in questo senso, si è trattato di un padre che ha avuto… molti figli. Io, però, dicendola un poco quasi come “battuta”, ho una prerogativa in più, rispetto agli altri … figli. Ho lavorato infatti anch’io, per anni, così come Luigi, all’Italsider, già Ilva. Certo, non quale “operario tornitore specializzato”, ma, forse meno faticosamente, quale dirigente presso l’ufficio vendite della suddetta società in Milano, corso di Porta Nuova.
Il “titolo di studio” di Luigi era dunque, semplicemente, quello della “terza avviamento”, un… titolo che soltanto noi vecchietti riusciamo a ricordare ancora. Eppure, io ho in mente un Granelli uomo di grandissima cultura, finissimo intellettuale, oratore sempre assolutamente affascinante.
Granelli “estremista politico”? Chissà! Certo, quantomeno, un esponente di primissimo piano della “anima laica” della DC. O, forse, più precisamente (e non meno significativamente), un cattolico convinto, così come Sturzo (un prete, è noto), e come De Gasperi, il quale affermava che in politica il cattolico impegna sé stesso, non la sua Chiesa”.
Certo, Luigi, nei suoi primi anni di attività politica a Milano e dintorni, aveva a che fare con una chiesa locale (ma altrove non era meglio) che pretendeva di imporre ai cattolici, oltre ai ‘principi’, la sua volontà ..pratica: “Vi diremo noi quando sarà eventualmente il momento di fare questa alleanza”. L’alleanza “a sinistra”, cioè (solo con i socialisti, in verità, non con anche i “comunistacci”), preconizzata e auspicata da Granelli.
Un “estremista politico” il quale, però, è sempre rimasto profondamente convinto che l’esperienza politica è bene prenda avvio nelle amministrazioni locali. Lui. Infatti, ha incominciato ad esercitarla nel Comune di Milano.
Di Granelli ricordiamo poi l’assoluta passione per la politica “estera”. Della quale c’è oggi, in relazione in particolare alle vicende che sappiamo, un grandissimo bisogno.
Luigi Granelli, un “estremista” che ha guidato con grande senso di responsabilità, nella veste di “vice” o di ministro, importanti e diversi dicasteri governativi.
Un “estremista”..cattocomunista che, al congresso Dc di Rimini (ottobre 1999: io c’ero!), poco prima di salutarci …definitivamente, con un intervento ‘magistrale’ che non ho più dimenticato (il suo …testamento politico) non accettò l’idea di trasformare la DC nel Ppi.
Un politico di grandissimo spessore e rilevanza che ha chiesto di essere sepolto non al Famedio di Milano, ma nel cimiterino di Bratto di Castione Presolana.
A Castione Presolana, più precisamente, a Bratto, naturalmente, dove ci siamo incontrati, d’estate, per anni, e dove abbiamo subìto, a Ferragosto, insieme a decine di “amici”, pranzi “pantagruelici”. Intorno a mezzogiorno, ovviamente. Ma, al “ribattino” della sera, Luigi si eclissava regolarmente: doveva partecipare (sempre) alla locale ‘processione’ della Madonna. Il 15 agosto.
CIAO, LUIGI.
ANZI, ARRIVEDERCI!