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Crisi sanitaria e crisi finanziaria della popolazione rafforzano il consenso al Governo

Written by Massimo Cingolani.

Massimo CingolaniArticolo di Massimo Cingolani pubblicato da La Voce Metropolitana.

La pandemia di Covid-19 incide anche sulle disponibilità economiche della popolazione: il 71% dei cittadini che vivono in Paesi del G7 ha già rilevato perdite economiche a seguito della diffusione del virus e dell’inevitabile rallentamento delle attività produttive, unito alle misure restrittive varate dalle autorità nazionali.
L’allarme arriva da un’indagine di Kantar, società inglese leader mondiale nelle ricerche di mercato e nella consulenza di marketing, che ha analizzato l’orientamento dell’opinione pubblica di fronte all’emergenza sanitaria.
Nell’indagine recentemente pubblicata si cerca di capire come: “Evidenziare l’impatto economico-finanziario a livello familiare e segnalare quanto i cittadini siano coinvolti e stiano rispettando le raccomandazioni del Governo”.
Il primo dato è il contagio del reddito. Il 71% del campione ha dichiarato che le proprie disponibilità finanziarie sono state o saranno condizionate dall’epidemia di coronavirus. Si registra qualche lieve differenza fra i diversi Paesi, ma la preoccupazione appare sostanzialmente diffusa fra tutti i membri del G7. In testa a questa classifica si piazza il nostro paese. Il 37% degli italiani afferma che il coronavirus ha già influito sul suo reddito, un altro 47% pensa che lo farà in futuro: circa l’85% della popolazione italiana teme che uscirà più povero dalla crisi sanitaria ed economica.
C’è poi la preoccupazione sanitaria generata dalla diffusione del virus. Soprattutto se si pensa a familiari e amici: a fronte di un 73% del campione preoccupato per il proprio stato di salute, l’82% della popolazione presa in considerazione afferma di temere ripercussioni per la propria schiera di congiunti. In Italia il livello di allerta risulta sensibilmente più elevato rispetto alla media dei Paesi del G7, con i due indici che schizzano rispettivamente all’85% e al 93%. Tutto ciò ha portato sensibili modifiche alle abitudini e agli stili di vita della popolazione. Il 77% del campione afferma di lavarsi più spesso e più accuratamente le mani, il 68% evita contatti non essenziali e adotta strategie di distanziamento sociale come il bando alle strette di mano, il 56% arriva a forme di auto-isolamento domiciliare.
Un’altra esigenza sentita è la ricerca di fonti affidabili di informazione. In questo contesto, modelli tradizionali di comunicazione ed esperti del settore ritrovano una forse insperata autorevolezza e attendibilità. La televisione si impone come il mezzo che ispira più fiducia perché in grado di diffondere notizie più credibili sull’epidemia, risponde così il 32%. Alle sue spalle si piazzano quindi medici e operatori sanitari al 22%, esponenti del governo o della politica al 13%, giornali cartacei e testate web 9%. Fermi al 5%, si collocano invece social media, amici e familiari, ossia quelli che negli ultimi anni si erano imposti come i principali canali di informazione e di condizionamento. Questo dato dovrebbe far riflettere sul fatto che forse gli appelli alla nazione non devono essere fatti principalmente su facebook, e che alla riapertura potrebbero avere un ruolo di sostegno e di relazione con la popolazione anche le sezioni di partito, se si apriranno come centri di servizi lasciando temporaneamente in secondo piano la propaganda.
L’emergenza coronavirus ha infine ridato centralità all’azione di Governo. Di fronte alla crisi sanitaria, le autorità nazionali hanno varato misure per prevenire il contagio e mantenere la diffusione del virus su livelli gestibili dalle strutture sanitarie. Lo sforzo è stato generalmente apprezzato. Il 54% del campione approva, pienamente o in parte, le scelte del proprio Governo. Solo una minima parte pari al11% disapprova completamente le misure adottate dagli esecutivi per fronteggiare l’emergenza coronavirus. In Italia si registrano i livelli più alti di consenso: la piena approvazione al Governo, a fronte di una media del 20%, raggiunge il 39% a, se si aggiunge al dato anche il 37% della popolazione che promuovere almeno in parte le misure adottate, si raggiunge un livello di consenso del 76%.
“Gli italiani hanno compreso l’importanza delle misure prese dal Governo per arginare la diffusione del virus e le stanno implementando come richiesto: il sentimento comune è quello di voler fare il proprio compito per riuscire a superare l’emergenza e poter ritornare alla normalità”, ha osservato il ceo Italy, di Kantar. Alla luce di questo dato è importante che la politica sia in grado di dare risposte di lungo respiro, con una vision che permetta alla società di riprendersi e condizionare così in modo propositivo il XXI secolo.