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Le condizioni per ripartire

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a Radio Radio (video).

La ripresa della produzione è un segnale importante.
Credo che dobbiamo accelerare la ripartenza sapendo che c’è una condizione preliminare, cioè che qualunque cosa vada fatta nelle prossime settimane bisognerà comunque garantire la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini in genere e dovrà garantire che non riprecipitiamo in una recrudescenza dell’epidemia.
Mi pare si possa fare.
Tutte le grandi aziende si stanno attrezzando per garantire ai loro lavoratori di operare in sicurezza.
Questo è un bene e prima si fa, meglio è.
Il come si utilizzeranno i trasporti pubblici, come ragioneremo sulle scuole e come affronteremo il tema del distanziamento sociale è un tema che va affrontato con calma e gradualità.

Il 4 maggio è vicino e vediamo cosa significherà quella riapertura, non tanto dal punto di vista delle aziende ma da quello della vita sociale. Credo, infatti, che dovremo essere ancora molto prudenti.
C’è sempre da affrontare la questione del sostentamento e di aiutare a sostenere le imprese e, soprattutto, i cittadini che in questa crisi non hanno lavorato, hanno perso soldi e hanno bisogno di avere la garanzia di non restare da soli.
Con il Decreto “Cura Italia” un pezzetto è stato fatto: ci sono 25 miliardi che stanno garantendo la cassa integrazione e, soprattutto, stanno garantendo figure come le patite iva e gli autonomi con 600 euro. Non è una cifra enorme ma i soldi sono già arrivati a 5 milioni di persone.
Ci stiamo attrezzando per votare la settimana prossima un altro sforamento di bilancio con l’idea di mettere almeno altri 50 miliardi a disposizione di un’operazione che possa continuare a garantire un reddito a chi non se lo può garantire con il lavoro in questo momento, per sostenere le imprese, per affrontare i problemi di tante categorie oggi vedono il futuro nero, come il turismo o la cultura o le categorie che non sono state comprese nei provvedimenti precedenti.

Prima si riprende, quindi, meglio è per l’economia ma c’è una condizione di sicurezza che bisogna garantire perché è meglio fare le cose con attenzione piuttosto che ritrovarci tra un mese a dover chiudere tutto di nuovo per una ripartenza dell’epidemia.
Questo avrebbe un effetto devastante sia sulla salute degli italiani che anche sull’economia.
Penso, comunque, che il 4 maggio ci saranno tutte le condizioni per poter ricominciare in sicurezza.
Mi pare che anche in questi giorni le aziende che erano chiuse stiano ricominciando a lavorare e penso che questo sia positivo. Non basta, però, che ricomincino a lavorare le aziende: deve essere garantita la liquidità, i finanziamenti, le iniziative per aiutare le esportazioni, le iniziative per aiutare il turismo.
Inoltre, dovremo ragionare sul fatto che bisognerà cambiare anche i tempi di funzionamento delle città: finché non sarà risolta questa pandemia, dubito che tutti gli uffici possano aprire alla stessa ora e chiudere in simultanea. Allo stesso modo occorrerà anche aumentare gli orari di apertura degli esercizi commerciali e molte altre cose su cui bisognerà fare una riflessione.

Per aiutare le famiglie si è già lavorato sui congedi parentali e le famiglie ne hanno già usufruito in questo mese e bisognerà garantirli di nuovo, come bisognerà garantire di nuovo anche la possibilità di avere dei fondi per le baby sitter.
Il problema rimane serio e sarà da affrontare per i prossimi mesi.
Non penso, infatti, che le scuole possano riaprire ora perché non siamo nelle condizioni di riuscire a sanificare tutti i plessi scolastici e di garantire il distanziamento tra gli studenti, viste come sono fatte le classi. Ci vuole tempo per prepararsi e a settembre bisogna ripartire con regole nuove.
In alcune riunioni in Parlamento abbiamo discusso di come si aiutano le famiglie con figli e di chi accudisce i figli. Questo è un tema molto sentito. Certamente la situazione attuale non può reggere molto: ci sono le scuole chiuse, i genitori che devono andare a lavorare e i nonni che non possono essere raggiunti o non possono più partecipare alla vita della famiglia.
Si stanno, quindi, studiando diverse iniziative.

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