Residenze Sanitarie per Anziani: Milano deve sapere

ella nostra Regione ci sono 706 RSA e ben 60 a Milano; danno supporto ed ospitalità a circa 8.000 anziani autosufficienti e non. Persone che, è bene sottolinearlo, rappresentano una parte non secondaria della storia della città. L’incremento dei decessi avvenuti all’interno di molte di queste strutture, regionali e cittadine, è stato particolarmente “esuberante” rispetto ai dati fisiologici degli anni precedenti e necessita di spiegazioni puntuali e dettagliate. E’ compito delle Istituzioni preposte al ruolo di “gestore della sanità” lavorare per la migliore garanzia della salute dei cittadini e le stesse devono operare con trasparenza e dimostrare che le azioni alle quali sono delegate avvengono “in scienza e coscienza” e nel rispetto delle regole.
E’ necessario, quindi, che venga fatta chiarezza su quanto avvenuto nelle RSA e chi è preposto al controllo, alla predisposizione dei protocolli di intervento, alla verifica del rispetto delle norme di accreditamento, risponda ai quesiti che vengono posti dall’opinione pubblica affinchè i cittadini milanesi e, soprattutto le famiglie di chi ha perso genitori, parenti, amici nelle RSA possa ottenere riscontri chiari, certi e documentati rispetto a come è stata gestita l’emergenza sanitaria in questo quadrimestre particolarmente luttuoso per Milano.
Si tratta di quesiti semplici e non strumentali, utili per fare chiarezza e rendere giustizia agli ospiti e ai lavoratori socio sanitari il cui tributo di vittime avrebbe dovuto e potuto essere se non totalmente evitato certamente contenuto.
Quanti i decessi degli ospiti verificatisi settimana per settimana nei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo, Aprile 2020 rispetto al medesimo periodo 2017-2019.
Quanti sono stati gli ammalati tra il personale medico, paramedico, OSS e ASA settimana per settimana nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile 2020 rispetto al medesimo periodo 2017-2019. Nel computo vanno inseriti i lavori a tempo indeterminato, i liberi professioni a contratto e quelli a tempo determinato.
Quanti gli ammalati che sono stati ospedalizzati tra il personale medico, paramedico, OSS e ASA ci sono stati settimana per settimana nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo Aprile 2020 rispetto al medesimo periodo 2017-2019. Nel computo vanno inseriti i lavori a tempo indeterminato, i liberi professioni a contratto e quelli a tempo determinato.
Se e quanti decessi si sono manifestati tra il personale medico, paramedico, OSS e ASA ci sono stati nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile 2020 rispetto al al medesimo periodo 2017-2019. Nel computo vanno inseriti i lavori a tempo indeterminato, i liberi professioni a contratto e quelli a tempo determinato.
Quali dispositivi di protezione individuale, per il preciso scopo di prevenire contagi da Covid-19 sono stati consegnati al personale medico, paramedico, OSS e ASA e personale volontario ed in quale quantità e tipologia e da quale data.
Se al personale (a tempo indeterminato, liberi professioni, tempi determinati) che ha richiesto di utilizzare tali dispositivi di protezione (anche di proprio approvvigionamento) è stato concesso di poterli utilizzare e, in caso negativo, con quale motivazione.
Se le Direzioni Sanitarie sono state sollecitate dal personale ad adottare interventi di protezione per i lavoratori e per gli ospiti e quali gli interventi messi in atto dalle stesse Direzioni ed in quale data.
Quali le dotazioni dei dispositivi di protezione individuale presenti nelle RSA alla fine del mese di Gennaio e quali le ragioni dell’eventuale penuria visto che del coronavirus si avevano notizie dalla Cina già nel mese di Dicembre.
Quanto è stato speso per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale nel triennio 2017-2019, quanto nei primi quattro mesi del 2020 e quanto era previsto a budget per tutto il 2020.
Se si è isolato il personale medico, paramedico ed OSS all’interno delle RSA (in maniera volontaria ma con divieto di entrare da parte di chi non fosse stato nel novero dei volontari) fino al termine dell’emergenza al fine di evitare contatti con l’esterno e da quando questa misura è stata eventualmente predisposta.
Se, quando, ed in quale quantità sono stati eseguiti i tamponi per il personale medico, paramedico, OSS e ASA e per gli ospiti delle RSA e con quali risultati.
Quali gli interventi di sanificazione eseguiti nelle RSA a partire dalla dichiarazione di emergenza sanitaria nazionale del 31 Gennaio 2010.
Quali e in che data le disposizioni impartite dalla Regione alle Direzioni Sanitarie delle RSA per proteggere ospiti e lavoratori e quali azioni eseguite e quale data da queste ultime e con quali risultati operativi.
Quali le disposizioni impartite a tutela di ospiti e di lavoratori in seguito all’’ordinanza dell’8 marzo che ha previsto il possibile invio alle RSA di pazienti Covid-19. In particolare quali misure di prevenzione e isolamento e come si è vigilato sul loro effettivo rispetto.
Se sono state impartite disposizioni specifiche per prevenire il contagio all’interno delle RSA da parte di possibili lavoratori ed ospiti positivi ma asintomatici.
Se sono stati predisposti luoghi separati e segregati per il cambio degli indumenti da parte del personale medico, paramedico e OSS e ASA oppure se gli stessi hanno utilizzato spazi promiscui.
Se e dove i malati di Covid-19 provenienti dagli Ospedali sono stati ricoverati in RSA e se, invece, per i contagiati interni alle RSA sono state predisposte aree dedicate e con quali interventi di cura. Inoltre si chiede, a questo proposito se gli eventuali pazienti Covi19 sono entrati nelle strutture in quanto dimessi dagli ospedali, non ricoverati e pertanto rimasti nelle strutture, oppure provenienti da altri ambiti esterni (incluse differenti RSA meno strutturate).
Se le linee di intervento emesse da ATS sono state discusse e condivise con la rappresentanza delle RSA oppure sono state rese come inappellabili alle strutture in questione.
Se e con quale criterio sono stati separati i soggetti più fragili e portatori di patologie come demenza senile ed altri disturbi del comportamento.
Quali i controlli messi in atto nei confronti del personale socio sanitario e degli ospiti a partire dalla data del 25 Febbraio 2020.
Quali le modalità (e tempistiche) di comunicazione ai famigliari dell’avvenuta malattia dei parenti ospiti e delle modalità di decesso.
Se sono state avvisate, e con quale modalità, le associazioni dei medici, infermieri, organizzazioni sindacali e la rappresentanza delle RSA rispetto alla situazione di pericolo in divenire.
Quali sono state le iniziative autonomamente messe in atto dalle Direzioni delle RSA per integrare e migliorare le disposizioni emesse Da ATS e Regione Lombardia per meglio intervenire a salvaguardia della salute di ospiti e lavoratori presenti nelle RSA. Se le Direzioni sanitarie hanno reso noto ad ATS, e con quali modalità, le proprie “perplessità e preoccupazioni” rispetto al pericolo dei contagi nelle RSA.
Se Regione Lombardia ed ATS hanno eseguito controlli all’interno delle RSA, e con quale scansione temporale, per monitorarne la situazione ed ovviare ad eventuali carenze, necessità, problematiche, allarmi e deficienze al fine di meglio governare la situazione di emergenza all’inizio della condizione epidemica e quando la stessa è sorta in maniera eclatante.
Se Regione Lombardia ed ATS hanno eseguito verifiche, e con quale scansione temporale, per conoscere se all’interno delle RSA sono rispettati i criteri di presenza di personale socio sanitario ed OSS rispetto alle necessità date dal numero di ospiti.
Le medesime domande valgono, rispetto alle competenze socio sanitarie, anche per le Residenze Sanitarie Disabili.
Domande secche, domande semplici, domande a cui si può e si deve rispondere.
Ps: Dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, questa sera abbiamo appreso che rifarebbe tutto quanto deciso rispetto al tema delle RSA perchè i tecnici gli hanno consigliato di mettere in campo le azioni che hanno contribuito alla lunga scia di decessi che hanno martoriato le RSA Lombarde, Milanesi e Bergamasche in particolare.
Ora, al di là del pensiero politico, ma qui c’è una sindrome che solo gli psichiatri possono decifrare. Dopo tutto quanto avvenuto lui, e la sua Giunta evidentemente, rifarebbero tutto. La politica, mi hanno insegnato, deve prendere decisioni dopo avere raccolto una serie di informazioni se queste sono di particolare complessità. Ma qui di complessità c’era ben poco.
Bisognava solo avere buon senso, intelligenza spicciola, neanche politica. Avessero chiesto ad un’infermiere qualsiasi avrebbe dato i giusti consigli. Ma è chiaro dove si vuole andare a parare: vista la situazione, visto il numero dei decessi, visto l’aumentare delle denunce, visto l’intervento della Magistratura si va sempre verso la soluzione più semplice o, almeno, ritenuta tale: “Ho fatto quello che mi hanno consigliato di fare. Non è colpa mia”. Restiamo umani e diciamo che questa giustificazione si condanna sola.