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La crisi sanitaria e economica, gli aiuti del Governo e la Lombardia

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold (video).

Questa crisi sanitaria è totalmente inedita. Non abbiamo mai vissuto niente di simile.
Questa crisi comporterà anche problemi economici molto seri. Il Paese, infatti, è fermo da due mesi e inoltre c’è una crisi mondiale. Per un Paese che esporta come il nostro, quindi, è difficile anche capire quanto andranno in crisi le nostre esportazioni: con una crisi così forte anche da parte degli altri Paesi ci sarà meno disponibilità.

È evidente che stiamo vivendo una situazione inedita di grande emergenza.
Abbiamo appena votato un decreto con cui si dà al Governo la possibilità, attraverso decreti del Presidente del Consiglio, di intervenire per affrontare la questione della diffusione della pandemia e che ha consentito anche le scelte che sono state fatte sulle chiusure e sugli inviti a restare in casa.
In generale, mi pare che i cittadini abbiano compreso il messaggio e anche senza bisogno di deterrenza la stragrande maggioranza delle persone ha capito che il distanziamento è una questione fondamentale e il restare a casa di queste settimane sta dando risultati.
Di fronte al fatto che fosse necessario intervenire dove si violassero queste prescrizioni ci sono stati controlli diffusi nelle città, che hanno consentito anch’essi di ridurre gli incontri e le occasioni di diffusione del contagio.
La nostra Costituzione dice che bisogna fare di tutto per tutelare la salute dei cittadini e, quindi, credo che si sia agito bene e la maggioranza del Paese non ha subito un’imposizione ma ha scelto responsabilmente di assumere quei comportamenti che oggi consentono di dire che dal momento peggiore si sta uscendo.

Le previsioni cambiano di giorno in giorno ma al di là di questo stiamo provando a metterci nelle condizioni perché, appena sarà possibile ripartire, l’economia riprenda velocemente.
In questa fase abbiamo fatto scelte volte principalmente a proteggere le persone che hanno perso il reddito perché non hanno potuto lavorare in queste settimane.
In questi giorni sui conti correnti di tutti i lavoratori autonomi, le partite iva e i professionisti che hanno fatto domanda arriverà il contributo di 600 euro che il Governo ha deciso di dare e che probabilmente il mese prossimo aumenteremo a 800 euro, proprio per aiutare. Non c’è la possibilità di garantire a tutti il reddito come prima, però, un aiuto lo stiamo dando.
In questi giorni si è anche concluso l’accordo con il sistema bancario che consente alle aziende di avere crediti fino a 25mila euro, completamente garantiti dallo Stato, per chi ha un fatturato di 100mila euro. Su internet ci sono già i moduli per la richiesta.
In questi giorni, si stanno valutando le richieste di cassa integrazione in deroga che sono estese a tutte le piccole e medie imprese, per le Regioni che hanno presentato le domande.
Regione Lombardia fino all’altro giorno non aveva ancora trasmesso al Governo le domande.
C’è sicuramente ancora troppa burocrazia e troppa lentezza, però, si sta cercando di fare in modo che le conseguenze delle crisi non portino a lasciare le persone da sole. Stiamo cercando, quindi, di proteggere le persone.
Dall’altra parte stiamo anche cercando di mettere le aziende nelle condizioni di ripartire appena ci saranno le condizioni con lo strumento principale che è quello di garantire liquidità alle aziende. Il Decreto Liquidità serve per questo.
Se nel 2008, per far fronte alla crisi, invece che attendere anni, si fosse fatto un provvedimento di questo tipo per garantire la liquidità alle imprese, forse la Storia del Paese sarebbe stata diversa.

ATS è una struttura regionale.
Ogni tanto bisogna ricordarsi che la Sanità è una competenza esclusiva delle Regioni. Non si può rivendicare l’autonomia quando le cose vanno bene e invece scaricare tutti gli oneri e tutte le responsabilità sullo Stato quando le cose vanno male.
Su questo dovremo discutere.
La vicenda delle RSA è molto grave.
Abbiamo presentato un’interrogazione, come parlamentari lombardi, sia alla Camera che al Senato, per capire cosa sta avvenendo.
I luoghi istituzionalizzati come le case di riposo sono stati veicoli di contagio in tutta Italia ma non come in Lombardia. In Lombardia si sono assunte delle decisioni francamente discutibili e su cui credo che sia utile fare un approfondimento per evitare che si facciano altri errori, come la circolare regionale che dava il mandato alle RSA di ospitare persone malate di coronavirus nella quarantena post-ospedaliera, o al fatto che non si sia provveduto a garantire gli strumenti di protezione necessari o alla vicenda dei mancati tamponi. I posti dove avrebbero dovuto fare i tamponi, al di là degli ospedali, erano necessariamente RSA e carceri, dove le persone sono chiuse dentro e dove la distanza sociale non si riesce a garantire.
Di questo bisognerà rispondere.
Sulla vicenda delle RSA come su altre questioni, il tasso di mortalità in Lombardia è stato tre volte quello del Lazio e maggiore che in ogni altra Regione.
Il rapporto tra mortalità e contagi nel nostro Paese è del 12% mentre la Lombardia raggiunge il 18-19%, che corrisponde a tre volte il dato di mortalità del Lazio e più del doppio di mortalità dell’Emilia Romagna o del Veneto. In queste Regioni c’è stata una Sanità territoriale che ha funzionato e che in Lombardia evidentemente non c’è.
Di questo non possiamo discutere adesso perché le polemiche sono inutili in questa fase in cui occorre fare tutto ciò che è possibile per uscirne al meglio possibile ma poi una riflessione su queste questioni andrà fatta.

Video dell’intervento» 
Video dell’intervento sulle RSA»  

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