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Spieghiamo cosa sono M5S e Lega e costruiamo l'alternativa

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento al Circolo PD di Niguarda (video).
A fine anno si fanno sempre propositi per l’anno nuovo e noi dobbiamo capire cosa fare nei prossimi mesi.
Per questo, ovviamente, è necessario aver chiaro lo scenario in cui ci troviamo.
La prima cosa che dobbiamo fare, a mio avviso, è spiegare qual è la fase che sta vivendo il nostro Paese e raccontare cos’è il Governo di Lega-M5S e i danni che sta facendo all’Italia, alla nostra economia e alle nostre imprese ma anche i danni e i rischi per la nostra democrazia per come l’abbiamo conosciuta.
Siamo da 5 mesi dentro ad una discussione inerente una manovra economica che ha prodotto un crollo della credibilità dell’Italia. Il Governo, per confermare le promesse elettorali che le forze politiche che lo compongono avevano fatto ai cittadini, si è impegnato in una manovra in deficit, senza nessuna reale prospettiva di crescita e senza nessuna riflessione economica alla base.
M5S e Lega hanno pensato di fare una manovra in deficit, cioè facendosi prestare i soldi per fare delle cose, ma chi deve dare risorse (investitori internazionali, mercati, imprese, cittadini risparmiatori) ritiene che il progetto del Governo non sia credibile e questo ha messo l’Italia nelle condizioni di perdere tantissimi soldi in questi mesi.
Oggi paghiamo i titoli di Stato molto di più.
Lo spread funziona così: aumenta quando chi deve investire nei nostri titoli di Stato per aiutarci a pagare il nostro debito non si fida più e, quindi, chiede di avere maggiori interessi.
In questo modo, in questi mesi, abbiamo bruciato miliardi che potevano essere destinati ad altro.
Si è fermata l’economia.
Non si è espletato del tutto l’effetto del Decreto Dignità ma già si è cominciato a vedere che fa perdere posti di lavoro perché quel decreto, di fatto, rende l’assunzione di lavoratori più difficile e meno sostenibile per le imprese.
Tutto questo succede mentre ancora la manovra economica non è stata varata e la prossima settimana al Senato dovremo votare una Legge di Bilancio che ancora non sappiamo com’è, perché si sta ancora trattando con l’Europa, ci saranno altri tagli e non si capisce ancora come saranno le grandi misure annunciate dal Governo (quota 100 e reddito di cittadinanza) perché ancora non sono scritte.
L’unica certezza è che in questa manovra non c’è alcun investimento per la crescita, lo sviluppo e il futuro del Paese.
Non c’è nessun investimento sul futuro.
Inoltre, la manovra economica che ha diminuito la credibilità dell’Italia, sta diminuendo gli investimenti, rischia di far diminuire i posti di lavoro e, quindi, rischia di pregiudicare il futuro del Paese.
Questa è la prima cosa che dobbiamo spiegare ai cittadini.
Guardando al Partito Democratico, si continuano a sentire racconti un po’ caricaturali rispetto al rapporto con M5S e a possibili alleanze.
In realtà, il Governo che abbiamo davanti mostra chiaramente una cosa: M5S e Lega su alcune questioni non sono diversi, perseguono lo stesso disegno politico che noi dobbiamo contrastare fortemente.
Il disegno politico di M5S e Lega ci vuole portare in una “democrazia” molto diversa da quella che avevano pensato i nostri padri costruenti e più simile a quella di Orban e Putin, o a quella che vorrebbe Trump, in cui tutto si gioca nel rapporto diretto tra chi vince le elezioni e i cittadini; gli organi di garanzia e le agenzie terze (magistratura, Presidente della Repubblica, Istat, Censis, Inps) diventano un problema e un fastidio e quindi si attaccano; in cui viene vissuto con fastidio tutto ciò che è patrimonio comune di maggioranza e opposizione, che dovrebbe essere patrimonio di tutti i cittadini e non solo di chi vince; si mettono in discussione una serie di principi fondamentali per il Paese e le nostre democrazie.
È preoccupante ciò che sta succedendo con gli interventi contenuti nella manovra sull’editoria ma anche i continui interventi contro i giornalisti che esprimono opinioni diverse.
Siamo dentro ad un sistema che cerca di dire che chi ha vinto le elezioni ha un rapporto diretto con i cittadini, perché rappresenta tutto il popolo e in nome di questo pensa di poter fare ciò che vuole, in quanto coinciderebbe con ciò che vuole il popolo.
Tutto ciò che si frappone, anche se si chiama magistratura, Presidente della Repubblica, Istat, Censis, Inps, viene visto come qualcosa che rema contro e in qualche modo va marginalizzato e sminuito.
Su questo, Lega e M5S hanno la stessa idea.
Il Decreto Sicurezza di Salvini, ad esempio, non risponde ai problemi veri dei cittadini ma dice loro che in cambio di una sicurezza generica (che in realtà non c’è) si deve essere disposti a rinunciare a un po’ di libertà e a un po’ di diritti.
Il Decreto Spazzacorrotti, che è la bandiera di M5S, dà il messaggio che se si vuole combattere la corruzione si può anche rinunciare a qualche garanzia per i processi (si tolgono le pene alternative che hanno gli omicidi), ma non si mettono norme per contrastare davvero la corruzione.
L’idea dello scambio tra quello che i cittadini vogliono e la rinuncia a diritti, garanzie e libertà è radicata sia in M5S che nella Lega. Dobbiamo saperlo.
Una cosa diversa, invece, è il rapporto con gli elettori che hanno votato M5S e Lega e a cui dobbiamo spiegare che hanno votato partiti che pensano questo.
Dobbiamo poi sapere che il PD è l’unica forza organizzata nel Paese che oggi può costruire l’alternativa. Questa è una responsabilità che abbiamo nei confronti del Paese.
Il nostro dibattito interno per come viene riportato dai giornali non è sicuramente entusiasmante agli occhi dei cittadini, non appaiono iniziative in cui affrontiamo i problemi delle persone, eppure, guardando i sondaggi si vede che il nostro consenso è rimasto invariato.
Questo non significa che possiamo stare tranquilli perché tanto c’è uno zoccolo duro di elettori ma vuol dire che oggi siamo l’unica forza che viene ritenuta capace di attrarre una protesta e un’opposizione che nel Paese sta crescendo e dobbiamo essere all’altezza di questo compito.
Per riuscirci dobbiamo fare un congresso in cui discutere del merito delle questioni, in cui chiarire qual è la proposta politica che portiamo avanti e, il giorno dopo il congresso, chiunque sarà il vincitore, rappresenterà tutti, dentro ad un meccanismo in cui il pluralismo si governa lasciando spazio a tutti.
Il congresso non può essere una guerra. Ci sono sicuramente idee diverse. C’è chi pensa che sia giusto proseguire su una strada e chi pensa che bisogna introdurre elementi di discontinuità. Ci confronteremo, però, dobbiamo dare al Paese l’idea che siamo consapevoli del fatto che facciamo un congresso per mettere in campo una forza politica in grado di organizzare e costruire - insieme ad altri - l’alternativa a questo Governo.
Il congresso, inoltre, sarà parte della nostra campagna elettorale, in vista delle europee e delle elezioni amministrative. Il dato elettorale dei 600 Comuni che andranno al voto insieme alle elezioni europee sarà importante perché se non dovessimo essere più presenti nei governi territoriali sarebbe un problema grave.
Il congresso va vissuto, quindi, come l’occasione in cui una forza politica si presenta ai cittadini dando l’idea di pensare ai loro problemi e non ai posizionamenti interni, con soluzioni diverse che si confrontano e dando un’idea di futuro e di Paese - in cui inserire tante proposte concrete - che oggi ancora il centrosinistra non è riuscito a comunicare dopo la crisi. Dobbiamo tornare a farlo e il congresso è importante per questo.
In questi giorni, in Parlamento, faremo opposizione sulla Legge di Bilancio, continueremo a spiegare e a raccontare cosa sono i provvedimenti del Governo e le nostre proposte ma il nostro compito principale resta quello di costruire l’alternativa a questo Governo.
Dobbiamo sconfiggere questo Governo e per farlo c’è bisogno di dare l’idea che c’è qualcos’altro che si può mettere in campo o il futuro di questo Paese è a rischio e noi siamo la politica che lavora per il Paese e non per se stessa e questo dobbiamo dimostrarlo.

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