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Unità e riscatto

Written by Chiara Braga.

Chiara BragaUnità e riscatto. Con queste due parole il Segretario del nostro Partito, Maurizio Martina, ha concluso ieri la Festa nazionale de L’Unità a Ravenna. In tanti in queste ore mi hanno detto di aver ritrovato in quelle parole uno spirito di comunità e di orgoglio che forse abbiamo dimenticato troppo a lungo, dopo la sconfitta del 4 marzo. Siamo riconoscenti ai volontari e alle tante persone che in tutta Italia hanno reso possibili le nostre Feste, “indicandoci la strada” per usare le parole del Segretario. Dall’umiltà di tornare a stare tra le persone, tra i loro problemi e le loro critiche: è successo anche a me ieri, mentre visitavo la Fiera del Libro a Como, nella mia città, di sentirmi dire da un militante storico della sinistra “Ma dove siete finiti? Dov’è il PD nelle nostre città?”
Dalla capacità di tornare ad ascoltare, di metterci in discussione, abbandonando definitivamente i toni muscolari e le espressioni che tradiscono un’idea della politica che ci rende troppo simili a chi diciamo di voler contrastare: nessuno vuole “liberarsi” di nessuno ma ognuno dovrebbe capire che mai come ora c’è bisogno del contributo leale e generoso di tutti.
C’è bisogno di un PD che faccia una opposizione senza sconti a questo Governo di destra – “altro che post ideologiche, sono politiche di destra” ha detto ieri Martina - ma che insieme lavori da subito alla costruzione dell’alternativa. Ci avviamo ad una stagione di Congresso per il Partito Democratico, a tutti i livelli: non ci possiamo permettere di ridurre tutto a uno scontro tra nomi, non è di questo Partito Democratico che hanno bisogno l’Italia e l’Europa oggi. Mi ha colpito molto una delle frasi del discorso di ieri del Segretario. “Alla dittatura dell’algoritmo dobbiamo contrapporre la relazione umana, con le persone in carne e ossa, fianco a fianco”. Si fatica e qualche volta rischia di sembrare una battaglia persa, ma è l’unica via possibile, da percorrere. La manifestazione a Roma del 30 settembre è una tappa importante di questo cammino; lavoriamo per farla diventare un appuntamento aperto a tutte le energie democratiche che oggi in Italia ci sono e non si riconoscono in chi alimenta rabbia e cavalca paure, vive di propaganda e di bugie – come è stato evidente sull’ILVA e sui vaccini – cerca nemici da incolpare anziché soluzioni ai problemi da risolvere, come nel caso di Genova.
In questi giorni la Lega “ladrona” di Salvini, quella che ha fatto sparire 49 milioni di euro, ha sferrato un attacco alla magistratura che tradisce un’idea inquietante ed eversiva: l’idea che ci possa essere qualcuno, più o meno legittimato dal popolo, che si pone al di sopra della legge e della stessa Costituzione sulla quale si dimentica di avere giurato da ministro della Repubblica. Ci sono state tante prese di posizione in questi giorni, da parte della magistratura associata, di rappresentanti istituzionali (consiglio di leggere la bella intervista di Beppe Sala qui sotto), del mondo dell’informazione e di semplici cittadini preoccupati da questa deriva reazionaria. Ma ci sono stati anche molti, troppi silenzi, di professori, costituzionalisti, giornalisti che solo qualche mese fa accusavano il Partito Democratico delle peggiori nefandezze; perché ora tacciono? Non ci stupiamo invece dei 5Stelle che si facevano paladini del giustizialismo e che ora senza nessuna vergogna accettano che il loro vicepresidente del Consiglio, in forza di un’egemonia senza precedenti esercitata sul Governo e sulla maggioranza, esprima posizioni di questa gravità.
Ci sono momenti nella storia in cui tutto ha inizio, nell’indifferenza dei molti. Opporre un argine a questa deriva, ritrovare orgoglio, passione, unità, tornare a combattere a testa alta, con i valori dell’Italia democratica, contro la destra: è questa la sfida che abbiamo davanti.

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