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L’Agenda 2030 per l’Italia

Written by Enrico Giovannini.

Enrico Giovannini
Articolo pubblicato da ASviS - Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.

Il successo dell’edizione 2018 del Festival dello sviluppo sostenibile, misurato in termini di numero di eventi (oltre 700), di partecipazione, di visibilità e di contatti attraverso i social media è stato francamente straordinario.
Chi si intende dell’organizzazione di Festival nel nostro Paese ha riconosciuto che l’ASviS ha “inventato” una nuova formula, fortemente innovativa, anche se molto impegnativa sul piano organizzativo.
Il coinvolgimento di centinaia di organizzazioni in tutta Italia, il ruolo attivo giocato dalle Università, l’apertura di “piazze” dello sviluppo sostenibile in alcune grandi città, la diffusione del video del Festival negli aeroporti, nei treni e nelle stazioni ferroviarie, negli stadi di calcio, sulle navi da crociera hanno consentito di raggiungere milioni di persone in tutto il Paese, facendo conoscere l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e stimolando una riflessione senza precedenti sul futuro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo.
E ora? Come può questa riflessione influenzare le decisioni della politica, delle aziende, delle amministrazioni pubbliche? Come si può trasformare una crescente consapevolezza dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, nonché dei ritardi di cui soffre il nostro Paese, in azioni concrete? Come è possibile spostare l’attenzione del dibattito pubblico sui temi da cui “veramente” dipende il nostro futuro, superando gli stereotipi e il “rumore” che i media, classici e nuovi, producono quotidianamente a partire dalla cronaca?
Queste domande sono state al centro della riflessione che l’Alleanza ha svolto nella sua assemblea semestrale, tenutasi all’inizio di luglio, dalla quale sono emerse linee di azione ben definite per i prossimi 12 mesi, con un’attenzione particolare ai rimanenti mesi di quest’anno, nei quali dovrebbero prendere forma molti degli interventi che il nuovo Governo ha annunciato come imminenti.
La presentazione del Rapporto ASviS, che avverrà presso la Camera dei Deputati il 4 ottobre, sarà l’occasione per fare il punto sulla condizione del nostro Paese rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, sia utilizzando i nuovi dati statistici messi recentemente a disposizione dall’Istat, sia analizzando lo stato della legislazione dell’ultimo anno, per la verità molto ridotta visto il calendario politico che ha, di fatto, ridotto notevolmente la definizione di nuovi interventi. Il Rapporto presenterà anche, per la prima volta, un quadro della condizione delle regioni italiane basato su nuovi indicatori sintetici relativi ai diversi Goal.
La scelta di approfondire nel Rapporto la condizione dei diversi territori del nostro Paese segna un cambiamento di passo dell’ASviS, che proprio grazie al Festival ha rafforzato la propria rete territoriale, anche in considerazione del ruolo che Regioni e Città hanno nell’attuazione dell’Agenda 2030. Per questo, dopo la presentazione del Rapporto partirà un roadshow che toccherà tutte le regioni, allo scopo di sensibilizzare giunte e consigli regionali ad assumere iniziative concrete nelle materie di propria competenza. D’altra parte, stanno nascendo, come a Taranto, “coordinamenti locali” delle organizzazioni aderenti all’Alleanza che hanno sedi territoriali, in linea con l’incoraggiamento dell’Onu a “territorializzare” l’Agenda 2030, utilizzando al meglio le esperienze che stanno emergendo in tutto il mondo.
Come già detto, nel corso del Festival le Università hanno giocato un ruolo fondamentale, organizzando più di 300 eventi. Ma questa ricchezza si riflette anche nella vita ordinaria degli Atenei italiani. Come emerso a fine luglio, nel corso dell’assemblea annuale della Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, creata dalla Crui e che vede la partecipazione di quasi 60 Atenei, stanno nascendo quasi ovunque corsi trasversali e corsi specialistici sui temi dello sviluppo sostenibile, cui si affiancano iniziative progettuali ed esperienze concrete improntate al paradigma dell’Agenda 2030. Anche nelle scuole si assiste ad un fenomeno analogo. Il corso e-learning predisposto dall’ASviS e reso disponibile gratuitamente sulla piattaforma Indire, è stato utilizzato dai circa 33mila nuovi assunti nelle scuole italiane nel corso dell’ultimo anno (i quali hanno anche partecipato a un laboratorio di approfondimento della durata di tre ore), mentre circa 10mila di loro hanno già portato in aula i contenuti dell’Agenda 2030.
Il prossimo anno questi risultati, unici nel confronto internazionale, dovranno essere consolidati a potenziati, stimolando scuole e università a rafforzare i propri legami con i territori, così da coinvolgere famiglie, imprese e amministrazioni nell’attuazione dell’Agenda 2030. Importante, da questo punto di vista, è il fatto che la Scuola Nazionale di Amministrazione (Sna) abbia deciso di inserire moduli sullo sviluppo sostenibile nei corsi orientati a dirigenti e funzionari delle amministrazioni centrali. Parallelamente, l’ASviS sta sviluppando contatti con varie istituzioni sia per realizzare una formazione continua sui temi dello sviluppo sostenibile nei confronti dei giornalisti in attività, sia per inserire moduli formativi nei corsi delle scuole di giornalismo.
È evidente che tutto questo, così come le iniziative in corso con le associazioni imprenditoriali, le istituzioni finanziarie e tanti altri soggetti della società italiana, deve avere un riflesso sulle prossime decisioni della politica; oppure si rischia di “arrivare tardi”, come ormai tutte le analisi dimostrano, ivi comprese quelle presentate nel corso dell’High Level Political Forum delle Nazioni Unite tenutosi questo mese a New York. Per questo l’ASviS, a partire da settembre incalzerà il Governo e il Parlamento, e in particolare le forze politiche che hanno sottoscritto le dieci proposte avanzate prima delle elezioni, a mettere l’Agenda 2030 al centro delle proprie decisioni. Non vivendo su un altro pianeta, sappiamo bene che non sarà facile, ma proprio per questo il nostro impegno sarà massimo, come lo è stato finora. La differenza rispetto a un anno fa è che, anche grazie al Festival, sappiamo di avere il sostegno di una parte sempre più ampia della società italiana.