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Chi sbarca in Italia ci resta, grazie a Conte

Written by Patrizia Toia.

Patrizia Toia Qualche dichiarazione dei leader sul Consiglio europeo, in modo da dare agli italiani la possibilità di farsi un'idea indipendente sull'esito del summit definito dal premier Conte “un successo”.
Il presidente francese Emmanuel Macron, che ha proposto di creare in Europa i centri controllati, ha precisato uscendo dal summit che questi centri “vanno fatti nei Paesi di primo ingresso” e che “le regole di diritto internazionale e di soccorso in mare sono chiare: è il Paese sicuro più vicino che deve essere scelto come porto di approdo”.
Il premier belga Charles Michel ha ricordato che “gli Stati in prima linea continueranno ad assumersi la responsabilità”.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha negato di voler nuovi centri in Spagna. “noi li abbiamo già e funzionano benissimo”.
Il premier polacco Mateusz Morawiecki alla fine del vertice ha esultato perché, ha detto ai giornalisti “la cosa più importante è che non ci sia il ricollocamento obbligatorio dei rifugiati”.
Il premier svedese Stefan Löfven e quello bulgaro Boyko Borisov hanno irriso la pretesa del premier italiano Giuseppe Conte di non accettare una parte delle conclusioni già giovedì sera con l'argomento che lui è “professore di legge”, rispondendogli che sono, rispettivamente, “un saldatore” e un “vigile del fuoco”.
Il summit europeo rischia di essere la pietra tombale sui ricollocamenti e sulla riforma di Dublino, che è già stata affossata nelle conclusioni del vertice prima che dell'inizio dei lavori. La linea dell'egoismo nazionale del premier ungherese Orban, che fino a poco tempo fa riceveva la scomunica dei leader e rischiava le sanzioni dell'Ue, ora è diventata maggioritaria anche grazie al clamoroso cambio di alleanze del nuovo governo populista.
E' assurdo sentire il premier Conte arrivare al Consiglio europeo invocando la 'solidarietà europea', dopo che il ministro Salvini ha dimostrato platealmente che il governo italiano non crede né nella solidarietà né nell'Europa. Il respingimento di un paio di navi delle Ong al grido di 'Prima gli Italiani' non ha fermato gli sbarchi, non ha migliorato la posizione negoziale dell'Italia e non ha neanche messo in agenda il tema di immigrazione, dal momento che la vera emergenza che ha allarmato i leader è la temuta chiusura di Schengen minacciata dal ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer. Il respingimento delle navi delle Ong, che è solo una vergognosa propaganda interna sulla pelle dei migranti, ha solo dimostrato il disprezzo del governo italiano per le elementari norme del diritto internazionale e del senso di umanità, rendendo impossibile alla Commissione europea difendere la proposta riforma di Dublino, migliorata e votata dal Parlamento europeo, in nome della solidarietà all'Italia.

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