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Una paralisi che fa male all'Italia

Written by Chiara Braga.

Chiara BragaIn questi giorni pare davvero che la realtà superi la fantasia. Penso che sarebbe stato difficile anche solo immaginare una situazione come quella che stiamo vivendo in queste ore: dopo quasi tre mesi dalle elezioni un Paese completamente bloccato. Un Governo che si sarebbe dovuto fare “in 2-3 giorni” e che invece, passando da contratti e consultazioni ai gazebo, veri o virtuali, rischia di non nascere nemmeno.
Una figura incaricata di formare il Governo priva di qualsiasi esperienza istituzionale e sottoposta ai diktat dei capi-partito. Lo spread salito di oltre 100 punti in 30 giorni, con quel che ne deriva in termini di instabilità e inaffidabilità internazionale e che, come purtroppo abbiamo avuto già modo di toccare con mano in passato, si ripercuoterà negativamente sulla situazione economica di cittadini e imprese.
In questo scenario già di per sé drammatico ci troviamo di fronte al rischio inedito di uno scontro istituzionale che investe le prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica nella formazione del Governo. Sono impressionanti i toni e gli atteggiamenti di Salvini nei confronti del Presidente Mattarella, accompagnati dalle sguaiate uscite di Di Battista e dal silenzio complice di Di Maio; segno non solo di un’ignoranza colpevole delle regole fondamentali di funzionamento delle istituzioni democratiche (cosa già di per sé gravissima) ma anche di una precisa volontà di evocare contrapposizioni tra “volontà del popolo” e “manovre di palazzo” che non trovano alcun fondamento nella realtà ma risultano certamente utili per addossare ad altri la colpa di fallimenti propri e forse anche per far crescere un consenso elettorale sempre più basato sul conflitto e sulla rabbia. Penso che non ci sia ancora piena consapevolezza del rischio che si sta correndo in un passaggio come questo.
Non è il Presidente Mattarella ad aver bisogno di difensori, ma quel che il suo ruolo in questo momento rappresenta; la cura dell’interesse nazionale, di cui il Presidente della Repubblica è custode e garante, rispetto alle forzature istituzionali che la peggior destra di sempre vorrebbe imporre, facendosi forza di un minoritario 17% raccolto nelle urne, grazie all’appoggio del Movimento 5Stelle ormai guidato solo da una palese smania di arrivare ad occupare il potere. È evidente l’egemonia esercitata dalla Lega in questa improbabile coalizione; dai contenuti del contratto su temi quali immigrazione, sicurezza, giustizia, diritti, all’accaparramento di caselle pesanti nell’ipotetico governo; ai toni provocatori e violenti con cui si pensa di impostare il rapporto con i partner europei fino alla imposizione di un nome alla guida del Ministero dell’Economia, su cui si sta consumando lo scontro istituzionale, chiaramente interprete di un disegno anti-europeista che metterebbe a grave rischio la stabilità del Paese.
Questo stato delle cose implica da parte nostra un impegno straordinario ad organizzare ed esercitare un’opposizione inflessibile e coerente; se invece, come pure appare possibile, si dovrà gestire una fase di transizione in preparazione di un nuovo passaggio elettorale, il PD dovrà mostrarsi pronto ad assumere la responsabilità necessaria di fronte al Paese e a riorganizzare un campo nettamente alternativo alle forze populiste di cui in questi mesi abbiamo misurato limiti e pericolosità. In entrambi questi scenari credo che al PD serva riprendere con forza l’iniziativa sui temi sociali, ritrovando compattezza e orgoglio e ricostruendo relazioni e sinergie con soggetti e mondi presenti nella società prima ancora che in Parlamento; una sfida non facile ma necessaria e urgente, a livello nazionale ma anche nei territori.
Questa settimana mi ha visto impegnata in vari appuntamenti nella nostra provincia; il Tavolo della Competitività dove si è fatto il punto su questioni infrastrutturali rilevanti (la Variante della Tremezzina il cui iter è ormai giunto a compimento grazie al fondamentale impegno in questi anni del Ministro Delrio alla guida del Ministero delle Infrastrutture, al lavoro svolto dalla Provincia di Como e al supporto della Regione Lombardia; la Pedemontana, che invece rappresenta un fallimento delle politiche infrastrutturali di Regione Lombardia e di cui anche il nostro territorio paga il prezzo, dalla nota vicenda della Tangenziale di Como al mancato rispetto degli impegni sulle vasche di laminazione tra Bregnano e Lomazzo); l’assemblea di Ance Como, la festa annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria e l’incontro di ieri mattina con l’amministrazione di Ponte Lambro sul tema del superamento delle barriere architettoniche.
Questioni locali che tuttavia assumono una rilevanza nazionale perché tutte richiamano alla necessità di poter fare affidamento su un quadro di regole certe e possibilmente più semplici, di finanziamenti e strumenti utili a raggiungere i risultati auspicati.
In tutte queste occasioni mi ha colpito come appare lontana da queste esigenze la condizione di paralisi politica e istituzionale in cui siamo immersi ormai da mesi. Alla retorica del “governo del cambiamento” sarebbe ora di contrapporre la concretezza di un governo capace di affrontare i problemi reali del Paese.

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