Per il Pd si apre un’altra partita

"A chi si interroga e ha dei dubbi" su un eventuale governo Pd-M5s – ha proseguito Fassino - "chiedo quali siano le alternative. A questo punto o spingiamo di nuovo Di Maio nelle braccia di Salvini per un governo dannoso per il Paese. O tornare al voto e questo non cambierebbe le cose, perché il voto spagnolo dimostra che il secondo giro alle urne non rovescia la situazione ma la conferma".
"Un confronto fra forze politiche diverse che si sono avversate aspramente deve svilupparsi su cosa serve all'Italia oggi e domani. – ha detto Fassino - Non su cosa si è detto ieri, sarebbe un dibattito retrospettivo che non porterebbe a nulla. Andiamo all'incontro sulla base di alcuni punti qualificanti, come l'ancoraggio dell'Italia all'Europa, a una politica di crescita che combatta le diseguaglianze consegnate dalla crisi".
"Noi non partiamo dai nomi", ha continuato, rispondendo a chi gli chiede se ci sia una pregiudiziale su Di Maio premier.
"Il centro destra e la Lega si sono incartati perché hanno voluto discutere di nomi. Il confronto può' essere facilitato dal fatto che il 5 stelle ha rimodulato il proprio programma, ad esempio su Europa e reddito di cittadinanza ormai molto simile al nostro reddito di inclusione. Quando ci si misura con problemi veri, qualsiasi forza politica è indotta ad assumere posizioni credibili"; ha aggiunto. "Abbiamo il dovere di andare a vedere, poi non do per scontato l'esito".
Fonte: AGI