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La rivoluzione dei ranocchi

Written by Edoardo Pivanti.

Edoardo PivantiHo visto ieri un tweet del Ministro Franceschini, tweet che condivido in ogni singola parola: “Di fronte alle novità politica dell’intervista di Di Maio serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L’opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi. Fermiamoci e ricominciamo”.
Parole di buonsenso. Parole politiche. Parole da capire. E purtroppo, parole che non sono state capite.
“Opposizione, opposizione governo #senzadime” e via discorrendo. Non dobbiamo essere tifosi, è la morte di qualunque movimento quando l’elaborazione politica viene ridotta a sparate di singoli. È politica, non curva. E la politica è fatta di confronto, dialogo, ma soprattutto capacità di leggere la società e le situazioni.
Se non sappiamo più leggerle o soprattutto non siamo in grado di capirle, forse è meglio ripensare bene la nostra formazione alla base dell’impegno politico. Abbiamo tutti la certezza di quello che succederà da qui a sei mesi? O a due mesi? Il giorno dopo le elezioni Salvini e Di Maio dichiaravano di non voler fare un governo insieme, e il PD era il male assoluto.
Oggi arriva una proposta politica dal Movimento 5 Stelle. Una proposta politica probabilmente qualunquista che viene proposta indifferentemente a Lega e Partito Democratico (come se fossero uguali poi). Qualcosa che non è nelle nostre corde, ma non possiamo ritirarci sull’Aventino e dare risposte a pezzi presi prima dal Vangelo secondo Tizio e poi dalla Bocca di Caio. Non sottrarsi al dialogo ma “vedere le carte” e giocare la partita (sapendo benissimo di non poter fare all-in).
Solo un partito unito, nella linea e nei valori, può dare questa risposta politica necessaria. E arginare questa rivoluzione dei ranocchi che parte appena ogni corazzata si muove nello stagno. E spero che presto si arrivi non più a cercare il nemico interno ma si provi a dare senso a tutto quello che siamo stati finora.
Sinceramente, ho voglia di politica, oggi più che mai.

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