Print

Partite a Poker

Written by Edoardo Pivanti.

Edoardo PivantiQuanto è successo durante le elezioni dei presidenti delle Camere mi ricorda un po’ una partita a Poker. Gioco, rilancio, vedo, bluffo, ritiro.
Ma ora voglio tornare nell’alveo del ragionamento politico. Era il 5 dicembre 2016 (duezerosedici) quando per la prima volta, in risposta ad un’intervista di Mentana a Mario Sechi, ho ragionato su un’ipotesi di accordo politico tra la Lega e il M5S. Molti, soprattutto grillini, illo tempore mi hanno riso in faccia dicendo che tale ipotesi rientrava a pieno titolo nella fantapolitica.
E mo’? Detesto aver ragione. Ringrazio Mario Sechi.
Ma non è il punto della giornata di oggi, che per chi respira politica come il sottoscritto lascia quantomeno perplesso.
È nella natura delle aule parlamentari, specie in una situazione proporzionale pura come questa, trovare accordi, mediare, trovare soluzioni condivise. È la politica, bellezza. Quindi nulla da dire sull’elezione dei singoli Presidenti, buon lavoro. Rientra nella partita a Poker.
Partita a Poker che ha giocato Salvini di mazzo, fino alla fine, cannibalizzando tutto il centrodestra e ponendo la Meloni come forza di mediazione tra lui e Berlusconi, e trattando con il Movimento 5 Stelle.
Quello che lascia quantomeno perplessi è chi si è accordato. Il Movimento 5 Stelle, protesta oramai diventata sistema e complotto elevato a cultura dominante, ha costruito un accordo con la Lega e di conseguenza con tutto il centrodestra. Bello, peccato che per anni hanno urlato all’inciucio, a forze politiche che fanno “accordi e accordicchi” anche davanti alle più semplici e nobili mediazioni politiche del dibattito parlamentare.
Ma non solo, l’accordo è stato fatto con chi ha incarnato per anni il motivo per il quale sono nati, ossia il centrodestra, i caimani, chiamateli come volete. Il che è ideologicamente interessante per chi nasce dal V-Day e soprattutto dal popolo Viola, movimento di protesta sistemica proprio contro quella parte politica che promuoveva leggi ad personam, ridicolizzava il paese a livello europeo e via discorrendo.
Nulla da dire invece sulla Lega, era già forza di governo prima, aveva dimostrato fin dal ’94 abilità nel “gioco” politico. Hanno “visto gli altri”, scoperto il bluff e rilanciato. All-in, baby.
E i loro elettori, attivisti e tesserati ora come la vedono? “Beh ora possiamo fare accordi, che male c’è?”, giustissimo, soprattutto dopo aver urlato all’inciucio in ogni proposta politica.
Liberi tutti quindi, Buon Palazzo!

Per seguire l'attività di Edoardo Pivanti: sito web - pagina facebook