Italia indietro su cura e prevenzione di patologie da gioco

"Nel senso comune si parla ad ora di ludopatia, contro cui vorrei fare una crociata. C'è un punto di salute mentale e non che ci sia nel gioco una negatività in sé. Il gioco deve essere affrontato anche dal punto di vista della salute mentale e non solo dal lato sociale. L'Italia da questo punto di vista è indietro. Siamo indietro sia sulla cura che sulla prevenzione. Bisogna partire dalle scuole coinvolgendo l'intera filiera. Dal lato industriale, invece, passi in avanti ce ne sono stati. L'industria ha però una responsabilità sociale d'impresa e credo che tutti gli attori debbano sedersi intorno a un tavolo, prendendosi le proprie responsabilità facendo, se necessario, anche passi indietro. Sulle distanze occorre un bilanciamento ed un equilibrio tra centro e periferia cittadino. Altrimenti servono a poco", evidenzia la senatrice.
"Inoltre serve una qualificazione dei luoghi e bisogna puntare sulla protezione dei minori, su cui gli esercenti hanno una grande responsabilità. Mi pare che sul gioco ci sia un pregiudizio e questo è sbagliato. Sulla pubblicità c'è un problema, perché in Tv spesso non c'è tutela. Il tema è la moderazione e su questo dobbiamo lavorare. Occorrono interventi mirati in termini sociali e sanitari altrimenti strumenti come ad esempio l'Osservatorio sul gioco patologico servono a poco. La libertà ci deve essere anche se bisogna mettere dei confini anche alla rete online. Una quota del prelievo che lo Stato fa sul gioco deve essere destinato a politiche socio sanitarie. Ho fiducia che si possa fare un buon lavoro con tutti", conclude De Biasi.
Fonte: GiocoNews
Fonte: GiocoNews
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