Necessario distruggere il sistema patriarcale
Un’ispettrice delle Nazioni unite ha definito l’Italia un paese malato di patriarcato e ha trovato in questa condizione la causa prima della violenza sulle donne. Per questo la necessità ora è andare oltre la gestione dell’emergenza è promuovere un lavoro culturale per distruggere il patriarcato, ancora diffuso anche nelle istituzioni.
Regione Lombardia è nelle condizioni di farlo. Le risorse, anche grazie ai fondi stanziati dal governo nazionale, ci sono. Ora è essenziale una seria riflessione su come impegnarle, privilegiando quei centri antiviolenza e quelle case rifugio che operano al meglio, avendo maturato un ‘esperienza decennale e non quelli che agiscono più per markenting che per competenza e non sono in grado di offrire un serio sostegno alle donne.
Proprio i centri antiviolenza dovrebbero essere i primi interlocutori della Regione. Con loro e con i Comuni, soggetti attuatori della legge regionale di contrasto alla violenza sulle donne, dovrebbero essere costruite politiche concordate. La necessità, come era nello spirito della legge approvata nel 2012, è quella di un lavoro comune, che però nell’ultimo anno è venuto meno. Il rapporto della Regione con i centri antiviolenza e con i Comuni si è incrinato.
Il prossimo 11 dicembre è stato convocato il tavolo antiviolenza, che deve essere l’occasione per riaprire, come è già stato chiesto da 10 Comuni capofila delle reti antiviolenza, un’interlocuzione su due punti critici: la gestione sicura dei dati nel sistema del monitoraggio e lo stato di pubblico ufficiale delle operatrice dei centri, che imporrebbe loro l’obbligo di denuncia dei reati rendendo ancora più difficile il processo di accoglienza e sostegno delle donne e mettendone a rischio la sicurezza.
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