La lezione francese

Beninteso è poca cosa se lo confrontiamo con il recupero di Macron, che moltiplica i suoi voti del primo turno per due volte e mezzo. Naturalmente, molto gli ha giovato lo spauracchio della Le Pen, la sua radice socialista, l’inconsistenza di Holland, e non ultimo il fatto che Macron si è presentato con la proposta politica nuova di “En Marche”.
Restano comunque due fatti importanti che fanno la storia di queste presidenziali francesi del 2017 e che ci suggeriscono di essere vigilanti e riflessivi. Primo, il consenso raccolto da Marine Le Pen. Secondo, l’astensione degli elettori francesi più elevata degli ultimi 40 anni a un secondo turno presidenziale. Che dire?
Nonostante la vittoria di Macron e il sospiro di sollievo e di speranza per il futuro della UE, la paura e la crisi continuano a gravare sull’Europa con una ricaduta di problemi enorme. Le forze socialiste e progressiste devono farsene carico avviandone con un leale confronto democratico la soluzione, come esige la nostra tradizione. Un fallimento sarebbe rovinoso per l’Europa intera, per tutti noi.
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